La Camera dei deputati ha approvato con 174 voti a favore, 92 voti contrari e 5 astenuti ,la separazione delle carriere dei Magistrati. Si prevedono due Csm, il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Primo dei passaggi parlamentari necessari k al disegno di legge costituzionale. Si modifica il titolo IV della Costituzione, con l’obiettivo di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti. Una importante riforma della intera magistratura indispensabile al fine di realizzare nel processo la figura del “giudice terzo”, separato dall’accusa e dalla difesa, garante dei diritti dei cittadini, previsto dall’art. 111 della Costituzione e mai di fatto realizzato. Una vera riforma che separa la magistratura requirente da quella giudicante come unico mezzo per ottenere un Giudice indipendente, garantendo al tempo stesso l’autonomia e l’indipendenza del pubblico ministero, condizioni indispensabili per la piena realizzazione del processo accusatorio. Gli avvocati dell’Unione delle Camere penali Italiane sono scesi nelle piazze nel 2017 per spiegare alla gente l’importanza di una riforma per una giustizia più giusta, nell’interesse del cittadino, e hanno raccolto oltre 72.000 firme per presentare in Parlamento un disegno di legge di iniziativa popolare,un tema messo da parte per non contrariare la magistratura. La prima approvazione da parte della Camera dei deputati rappresenta un momento storico, perché è l’avvio di un percorso che, giunto a questo punto, non potrà essere interrotto. Ulteriori novità sono i componenti dei Csm estratti a sorte e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare.Essendo una riforma costituzionale occorreranno però quattro letture conformi da parte dei due rami del Parlamento. E poiché difficilmente i voti favorevoli nelle ultime due letture saranno pari alla richiesta maggioranza di due terzi dei componenti, si andrà a referendum confermativo. «La madre delle riforme, che è la separazione delle carriere, e soprattutto l’istituzione dell’Alta Corte di Giustizia, e il sorteggio dei magistrati avrà a seguire tutta una serie di conseguenze positive per la stessa magistratura. La magistratura oggi è indipendente dal potere esecutivo, e deve esserlo e lo resterà ma non è affatto indipendente da se stessa. I magistrati dipendono oggi dalla sedimentazione correntizia che li tiene sotto tutela. In questo modo noi li svincoleremo e spezzeremo questo legame patologico che unisce elettore ed eletto e che trova la sua manifestazione più patologica nell’ambito della sezione disciplinare». Lo ha affermato il ministro della Giustizia Carlo Nordio al question time al Senato, per il quale «finché ci sarà un giudice che è composto da persone elette dai giudicandi questa cosa resterà così, noi cerchiamo di averla spezzata». «Ho trovato del tutto fuori luogo le insinuazioni che si trattasse di una riforma punitiva della magistratura», ha detto Carlo Nordio, ministro della Giustizia, ai giornalisti in Transatlantico dopo il primo sì della Camera al ddl costituzionale sulla separazione delle carriere, commentando alcuni interventi delle opposizioni. «Mi sono permesso di ricordare che avendo esercitato per 40 anni l’esercizio del pubblico ministero, sarebbe stato paradossale che avessi patrocinato una causa che voleva il Pm sottoposto all’esecutivo o peggio ancora punitiva della magistratura, alla quale mi sento ancora di appartenere». «Non un emendamento, non un intervento su un provvedimento che mette mano alla Costituzione è stato possibile alle opposizioni, ma neppure alla maggioranza: il ddl di riforma costituzionale oggi approvato in prima lettura, è stato votato a colpi di maggioranza senza un vero confronto su un tema delicatissimo come la giustizia. Non si è’ affrontato nessun vero problema che interessa i cittadini come la durata dei processi o le risorse per il funzionamento. Però con la separazione delle carriere dei magistrati si attacca la loro autonomia e la loro indipendenza, si apre la strada all’assoggettamento del pubblico ministero al potere esecutivo, si persegue un modello che oggi è superato e messo in discussione in molti Paesi». Lo ha detto la deputata Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera. «Un altro provvedimento mosso da ideologia e da intento punitivo verso la magistratura. È così che si avvicina l’Italia ai peggiori modelli illiberali amici della Meloni». L’Associazione nazionale magistrati ha espresso in un documento un giudizio negativo sulla riforma costituzionale dell’ordinamento giudiziario che non è una riforma della giustizia, che non sarà né più veloce né più giusta, ma una riforma della magistratura che produrrà solo effetti negativi per i cittadini. La separazione delle carriere non risponde ad alcuna esigenza di miglioramento del servizio giustizia, ma determina l’isolamento del pubblico ministero, mortificandone la funzione di garanzia e abbandonandolo ad una logica securitaria, nonché ponendo le premesse per il concreto rischio del suo assoggettamento al potere esecutivo.
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