Era scomparso sabato pomeriggio, mentre si trovava sul Pian del Tivano insieme al suo padrone e ad altri cacciatori. Ma è vivo, sta bene e ha contribuito alla scoperta di una grotta sconosciuta. Per rincorrere un animale, il segugio Mio, di razza Dachsbrache, si era infilato in un sistema di tunnel fino a quel momento mai censito dall’uomo, per poi sbucare nel pomeriggio di mercoledì facendo tirare un sospiro di sollievo.
Mio era insieme al proprietario e ai suoi amici, un gruppo di cacciatori, quando per seguire un animale, probabilmente una volte, è scappato finendo in una cavità. Così, tutti lo avevano cercato e seguito con il Gps, fino a una grotta dove si interrompeva il segnale. Lì, per diverso tempo, lo avevano sentito abbaiare e rispondere per circa mezz’ora poi però più nulla. Così i cacciatori hanno deciso di allertare i vigili del fuoco che a loro volta hanno coinvolto anche il Nucleo Speleo alpino fluviale del comando provinciale di Como e il gruppo Speleo della sezione di Erba. Insieme hanno tentato l’esplorazione della grotta e il salvataggio del cane.
Una lunga operazione tra la vetta del Monte Torretta e la Valle Cassina, a Sormano. “Siamo arrivati in località “La Colma” dove ci attendeva un membro della squadra dei cacciatori che aveva perso il cane – racconta lo speleologo esperto Alessandro Marieni che si è calato nella grotta – la zona è di difficilissimo accesso e molto impervia, senza sentieri o piste. Per questo nei pressi di questo ingresso i cacciatori hanno deciso di chiamare i soccorsi, perché sarebbe stato pericoloso scendere da soli. Così ci siamo attivati con la struttura speleologica, lo speleo club di Erba, abbiamo raccolto le informazioni delle grotte conosciute dell’area con relativa cartografia e abbiamo analizzato tutti i dati a nostra disposizione. Ci siamo accorti, però, che il luogo in cui si era smarrito il cane non era censito e così ci siamo addentrati trovandoci di fronte a una grotta finora inesplorata”.
Durante le operazioni, però, i soccorritori non odono nessun lamento o ululato, né trovano tracce riconducibili al passaggio di un animale. “Da circa mezz’ora rispetto al nostro arrivo, non si sentiva più l’animale abbaiare. Ma i cacciatori erano certi di averlo sentito proprio in quel punto. Così, ci siamo addentrati nella grotta stando attenti perché c’erano molti massi instabili che abbiamo messo in sicurezza prima di proseguire con la perlustrazione. La grotta ha uno sviluppo attualmente percorribile di circa 20 metri, da cui esce una corrente di aria calda. Segno questo, che ha al suo interno comunicazioni con ambienti più vasti. Del cane però non c’era traccia e intorno alle 22 abbiamo terminato il nostro intervento. Tra i massi c’erano vari pertugi, per cui abbiamo ipotizzato che un cane come Mio, di piccola taglia, potesse averli attraversati sbucando altrove e trovando una via d’uscita impossibile per l’uomo”. Ma tra il freddo di questi giorni e il tempo che passava, le speranze di ritrovare il segugio si facevano sempre più labili.
Ieri, però, la bella notizia. Mio è vivo ed è tornato a casa. Ha resistito al gelo, alla fame e al pericolo. La zona, infatti, è piena di lupi e predatori di montagna. È stato ritrovato tra Barni e Magreglio in salute, un po’ sporco di fango, ma in buone condizioni e pronto a tornare dal suo padrone. “A sua insaputa, Mio ci ha permesso di scoprire una grotta totalmente sconosciuta e non nota sulle carte. Tant’è che questa domenica insieme al gruppo Speleo abbiamo deciso di esplorarla, per poter effettuare tutti i rilievi del caso e inserirla nel catasto. In questo modo la grotta potrà essere mappata e studiata, ma soprattutto nuovi eventuali interventi di soccorso potranno essere effettuati in modo più sicuro ed efficace”.
La grotta, stando al racconto dello speleologo, si apre in una posizione molto interessante dal punto di vista geologico, in una zona speleologica molto importante. “Attualmente ci sono difficoltà oggettive per la difficile percorrenza e ricognizione di questo versante, ma la speranza è che questo sia l’ingresso di una grande grotta e che Mio ci abbia aiutato a compiere una grande scoperta”. ________________________________________
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