Perché l’harakiri della serie C e il “ciao” a Turris e Taranto può avvantaggiare il Catania

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Che figura. In una Serie C che indossa i gradi del (presunto) professionismo l’estromissione annunciata della Turris – dopo quella del Taranto – continua a gettare ombre su organizzazioni societarie, controlli della Lega Pro, potenzialità economiche esibite che poi crollano inesorabilmente. A sette turni dalla fine, perchè ieri si sono disputate le partite della trentunesima giornata, la classifica del girone meridionale subisce un secondo stravolgimento.

Un campionato falsato, al limite del grottesco che lascia scoperto una volta di più il nervo della poca consistenza economica di tanti club e delle spese insostenibili per chi è costretto a pagare anche giocatorini di mezza tacca, di Serie C appunto, con contratti pluriennali a più zeri.La Turris, ieri, è stata defenestrata al termine di una riunione della sezione disciplinare del Tribunale Federale Nazionale per inadempienze amministrative. Era tutto previsto perchè in classifica, dopo ogni scadenza trimestrale, i campani erano stati via via penalizzati (ben 11 punti in totale, il Taranto ne aveva accumulati 19) e al tramonto di ogni giorno si prefigurava un epilogo tristissimo. Vi risparmiamo inibizioni ai dirigenti, i mancati pagamenti che per regolamento devono essere versati entro determinate scadenze. Il risultato è che tutte le squadre che avevano guadagnato punti nelle sfide con i corallini li hanno già persi. Alcuni club, tra questi il Catania, devono riposare due volte perchè proprio Turris e Taranto non esistono più nella geografia della Serie C, la corsa alla promozione viene stravolta al pari di quella per i play off a 45 giorni esatti dalla fine della stagione regolare e del susseguente avvio degli spareggi per la B.

Gioie e dolori per la siciliane

Le siciliane tra gioie e dolori. Il Catania perde un solo punto, il pari ottenuto – a stento – nel match d’andata in Campania. Ma il Trapani urla di rabbia perchè ne ha avuti sottratti 6, più i precedenti 4 persi al momento della cancellazione del Taranto. Il Messina, penalizzato di 4 punti per non aver versato 113 mila euro tra Irpef e Inps, ne perde 3. Altri 3 erano stati sottratti dopo la cancellazione dei pugliesi.Intanto, però, giusto il Messina dovrà produrre ed esibire, entro domani, gli incartamenti per dimostrare la propria solidità finanziaria presentandosi al cospetto di una commissione che si occupa della valutazione acquisizioni e partecipazioni societarie. In caso di mancata presentazione della documentazione potrebbe arrivare una sanzione economica e una penalizzazione di uno o due punti. Un risiko senza fine, insomma.

Campionato falsato

Oltre Stretto, un altro club che piange lacrime amare è, per esempio, la capolista Cerignola che perde 6 punti per il caso Turris. Se il Catania, in classifica, trae vantaggio dalle disgrazie altrui stabilizzandosi al settimo posto con la possibilità di guadagnare terreno a patto che già domenica violi il campo del Messina, proprio i giallorossi adesso sono ultimi in classifica staccati dalla penultima, la Casertana, anche se ieri hanno pareggiato con coraggio e in rimonta nella tana della Cavese, mentre la Casertana ha perso ad Altamura. Si potrebbe profilare un play out con meno di otto punti di distanza tra i due club, anche se la Noif non lo avrebbe inizialmente previsto.I rossazzurri ieri avrebbero dovuto affrontare proprio la Turris, ma la partita non s’è disputata perchè la settimana scorsa la Lega aveva bloccato la programmazione dell’evento partita che avrebbe dovuto tenersi al Massimino: stop a vendita di biglietti, organizzazione interna con steward e forze dell’ordine per disciplinare l’ingresso allo stadio dei tifosi. Meno male, almeno questo provvedimento è stato adottato in tempo.

La C va riformata

A questo punto la riforma della Serie C diventa improrogabile. Due gironi o il mantenimento dei tre raggruppamenti ma con un’intensificazione dei controlli sui conti? La palla che scotta è tra i piedi del presidente di Lega, Matteo Marani. E nessuno vorrebbe, in questo momento, indossare i suoi panni. Dalla taglia “M” si sono ristretti, a occhio e croce, al pari di una scomodissima “XS”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA





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