Donne e uomini sognano in modo diverso?

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Le donne sognano di più, gli uomini di meno. I sogni femminili hanno più a che fare con i figli, la casa (persino lo shopping!), mentre i contenuti maschili sono generalmente più aggressivi. Cosa c’è di vero in tutto ciò? Molti studi si sono occupati di indagare cosa e quanto si sogna e il tema è ancora più attuale alla vigilia della Giornata mondiale del sonno (14 marzo). Ne abbiamo parlato con uno dei massimi esperti in materia, il professor Luigi De Gennaro, ordinario di Psicobiologia, Psicologia fisiologica e Disturbi del sonno presso l’Università La Sapienza di Roma.

I sogni delle donne

Di recente uno studio ha riacceso la curiosità sulla presunta necessità di maggior sonno da parte delle donne, perché sarebbero quotidianamente coinvolte in attività cognitive più impegnative rispetto agli uomini. Ma da tempo ci si interroga anche sulle presunte differenze di genere nel modo di sognare. «Uno studio statunitense condotto tempo fa su un campione di circa 6mila persone aveva indicato una netta prevalenza femminile sia per quanto riguarda i sogni in generale, sia per i nightmare, cioè gli incubi. Un altro studio su 1.500 persone ha confermato che non solo le donne sembrano sognare di più, ma con un maggior carico emozionale», spiega De Gennaro.

Le donne sognano di più?

Il condizionale, però, è d’obbligo perché in realtà in entrambi i casi i risultati si basano sul ricordo che le donne hanno dei sogni: «Nei decenni, centinaia di studi e metanalisi hanno indicato che in tutte le fasce di età, tranne il primo anno di vita, c’è una netta prevalenza femminile, almeno quando si tratta di raccontare i propri sogni, per esempio tramite un diario da tenere ogni giorno al risveglio. Se, però, si chiede di ricordare i propri sogni in un contesto di laboratorio, le differenze di genere si assottigliano fin quasi a ridursi», avverte De Gennaro che, come segretario dell’Accademia Italiana di Medicina del Sonno (AIMS,) ha promosso un webinar su sonno e sogni, proprio il 14 marzo.

Più sogni o più ricordi dei sogni per le donne?

Dunque le donne si ricordano di più o realmente sognano di più? «Se dovessi rispondere in modo secco, mi limiterei a dire che sicuramente ricordano di più i loro sogni. Verosimilmente, quindi, il modo in cui si generano i sogni è identico, mentre a distinguere uomini e donne è tutto ciò che viene dopo: il ricordo, l’interesse nel ricordare, la motivazione e anche la rilevanza del sogno, che propende decisamente a vantaggio dell’universo femminile», sottolinea l’esperto.

Perché le donne ricordano di più i loro sogni

«Ancora una volta gli studi ci indicano che uno dei motivi principali per cui ci si ricorda di più i sogni è perché si è più interessati ad essi, soprattutto le donne. Però ci sono altri due elementi che influenzano il ricordo, a prescindere dal genere. Da un punto di vista psicologico, infatti, i cosiddetti high recallers, che riescono a richiamare meglio i contenuti della loro attività onirica, mostrano più interesse rispetto ai low recallers. Per esempio, i pazienti in psicanalisi (che prevede il ricorso ai sogni nel percorso terapeutico) tendono ad avere migliori ricordi dei propri sogni, proprio perché sono necessari e previsti nella terapia – sottolinea De Gennaro – Da un punto di vista fisiologico, invece, gli studi dimostrano che gli stessi high recallers hanno più attività in due aree del cervello: nella giunzione tra lobo temporale e parietale, e nel lobo frontale, che sono effettivamente collegate all’attività onirica».

Si possono “misurare” i sogni?

Resta, però, la considerazione che finora non è stato possibile misurare i sogni con metodo scientifico: «Possiamo studiarne il ricordo, ma non il contenuto. È un po’ il sogno di tutti gli esperti del settore. L’ideale sarebbe arrivare a uno scenario come quello del film di Wim Wenders “Fino alla fine del mondo”, in cui si ipotizzava che uno studioso potesse costruire uno strumento in grado di tradurre l’attività cerebrale che avviene durante il sonno in immagini visibili anche da altre persone, mentre il sognatore continuava a dormire. Purtroppo è solo una finzione cinematografica!», spiega lo psicofisiologo.

Quali i sogni delle donne?

A prescindere dalle misurazioni, nel corso degli anni sono emerse differenze nei sogni riferiti da uomini e donne. Due studi condotti negli Usa hanno evidenziato come i sogni femminili abbiano come oggetto soprattutto bambini, contesti familiari, animali, oppure elementi architettonici o in qualche caso vestiti; negli uomini, invece, prevalgono i contenuti aggressivi e ambienti esterni, come la strada – spiega De Gennaro – Se, però, si cambia Paese, si è osservato che cambiano anche i sogni».

La società influenza i nostri sogni

«Studi analoghi condotti in altri Paesi, come il Brasile, hanno mostrato per le donne contenuti analoghi a quelli emersi dalle ricerche negli Stati Uniti. Per gli uomini, invece, si trovano più sogni sul cibo e legati al proprio corpo, mentre c’è la quasi assenza di contenuti aggressivi – spiega l’esperto – Verosimilmente, quindi, cambiando contesto sociale e culturale, cambiano gli oggetti dei sogni. Un’ulteriore conferma è arrivata da studi condotti in società pre-industriali, come presso la popolazione Sami in Finlandia, i nativi nordamericani e alcune etnie delle Filippine e delle isole della Sonda, in Indonesia, dove non si sono rilevate differenze sensibili tra uomini e donne nell’attività onirica, perché pesano meno gli stereotipi di genere».

La vita e le esperienze influenzano i sogni

Se intuitivamente è chiaro che la vita vissuta quotidianamente influenza in genere i sogni, alcune esperienze traumatiche – vissute anche a livello sociale – dimostrano quanto sia stretto il legame tra le esperienze dello stato di veglia e quelle “vissute” nel sonno. «Un esempio è il disturbo post traumatico da stress, che ha come sintomo più evidente i flash back dell’evento traumatico, che si propongono ai pazienti durante il giorno. Ma anche durante il sogno si ripete spesso quella esperienza. Non solo: durante la terapia per superare il disturbo, i sogni cambiano nuovamente – osserva l’esperto – Lo stesso vale per il periodo Covid: un nostro studio ha mostrato un forte aumento di incubi in quel periodo, soprattutto tra le donne».

Quanto conta l’età

I sogni, quindi, cambiano nel tempo, ma anche con l’età. «Col passare degli anni in genere sogniamo meno e ricordiamo meno, tanto che nell’anziano c’è una drastica riduzione del fenomeno onirico. Non ne sappiamo i motivi esatti, ma si ritiene che quello principale sia la perdita di interesse verso l’universo onirico – sottolinea De Gennaro – Se si analizzano i sogni di una persona per un intervallo relativamente lungo, si può comunque osservare che i contenuti possono cambiare», influenzati dalle esperienze che si vivono, come dimostrato con le ricerche sul periodo pandemico.





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