nel mondo supera del 50% l’energia del nucleare. Nel 2030 rinnovabile metà dell’elettricità – Italia Libera

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


Gli investimenti nelle energie rinnovabili nel 2023 sono stati 27 volte superiori a quelli nel nucleare. Secondo la Iea (International Energy Agency), «il costo di generazione dell’elettricità prodotta dalle centrali nucleari è di 3,4 volte quello del solare e di 2,8 volte quello dell’eolico». I costi del nucleare crescono ancora e i ritardi nelle nuove costruzioni sono cronici. Eppure il governo Meloni sta programmando tra 15 e 30 mini centrali, con un investimento complessivo stimato in 30 miliardi. E il primo chilowattora atomico dovrebbe vedere la luce intorno agli anni quaranta. Intanto, un reattore è stato ipotizzato a Marghera (davanti a Venezia), dal sior Brunetta, ma la Regione Veneto di Zaia ha già risposto al governo che se lo scordano. Vedrai che toccherà a Salvini piazzarne uno davanti a casa sua: con la sua vista lunga, lo va dicendo già da qualche anno…

Campo fotovoltaico di Trino Vercellese a Leri Cavour, di fianco alla torre di raffreddamento dell’ex centrale nucleare chiusa dopo l’incidente di Chernobyl: 160mila pannelli bifacciali realizzato da Enel GreenPower, “finanziato” anche dai cittadini residenti parteciperanno agli utili

◆ L’analisi di GIANNI SILVESTRINI, direttore scientifico del Kyoto Club e di QualEnergia

Roma, 11 marzo 2025. Convegno Network 100% Rinnovabili

Martedì 11 marzo, 14° anniversario dell’incidente nucleare di Fukushima, la coalizione “100% Rinnovabili Network” promossa da esponenti di decine di Università e Centri di ricerca, del mondo delle imprese e del sindacato, raccogliendo una sollecitazione della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, di Greenpeace Italia, del Kyoto Club, di Legambiente e del Wwf Italia, ha organizzato a Roma un evento sulla possibilità di una diffusione molto spinta delle rinnovabili nel nostro paese e sulle ragioni dell’impraticabilità dell’opzione nucleare. È stato infatti presentato il Rapporto “Elementi per un’Italia 100% rinnovabile”, elaborato da 21 docenti e ricercatori di diverse università e centri di ricerca che approfondisce le modalità  per decarbonizzare la produzione di elettricità in modo ecologico e conveniente. Il testo integrale del Rapporto “Elementi per un ‘Italia 100% rinnovabile”, con l’elenco dei docenti e ricercatori che l’hanno sottoscritto si può scaricare sul sito web www.100x100rinnovabili.net 

Di fronte all’emergenza climatica, con i recenti record di temperatura a livello globale, occorre infatti aumentare gli sforzi per ridurre le emissioni con politiche molto più incisive delle attuali. E un notevole contributo verrà dalle tecnologie green. Secondo la Iea (International Energy Agency) la potenza elettrica verde nel mondo è cresciuta del 50% nel 2023, raggiungendo 510 GW, con la parte del leone rappresentata dal fotovoltaico che ha coperto tre quarti degli incrementi di questa tecnologia. Il solare copre ormai una quota superiore al 50% di quella generata dal nucleare e, secondo la Iea, nel 2030 le rinnovabili copriranno quasi la metà della domanda elettrica mondiale.

Fig. 1. Aumento della generazione elettrica in Cina dal 2010 al 2023 grazie al contributo del nucleare e delle rinnovabili

Ma qual è l’evoluzione del nucleare? Dei sei “nuovi reattori nucleari” entrati in funzione nel 2023, cinque erano in Cina. Ma contemporaneamente cinque reattori hanno chiuso, con un conseguente “declino netto” nella capacità di generazione mondiale di 1 GW. Gli investimenti nelle energie rinnovabili nel 2023 sono stati 27 volte superiori a quelli nel nucleare. Peraltro, i costi del nucleare sono ancora in aumento e i ritardi nelle nuove costruzioni sono cronici. Va ricordato che l’età media dei 408 reattori in tutto il mondo è di 32 anni. Nello studio presentato della coalizione martedì a Roma si citano altri dati della Iea, secondo i quali «il costo di generazione dell’elettricità prodotta dalle centrali nucleari è di 3,4 volte quello del solare e di 2,8 volte quello dell’eolico». Malgrado ciò, alcuni paesi aumenteranno l’utilizzo del nucleare. Anche se va sottolineato che nella nazione che più vi punta, la Cina, l’incremento di elettricità rinnovabile nell’ultimo decennio ha decisamente superato l’aumento dei kWh nucleari. Peraltro, per dimensionare il contributo dell’atomo, ricordiamo che nei vari scenari Iea, esso dovrebbe oscillare tra il 3% e l’8% della produzione globale elettrica al 2050.

Fig. 2. Lazard, “Levelized Cost of Energy”, June 2024

Per quanto riguarda l’Italia, malgrado le crescenti pressioni a riconsiderare questa opzione, vi sono diversi elementi che la rendono improbabile. Parliamo dei tempi. Nel prossimo decennio sapremmo se qualcuna delle numerose opzioni di Smr, i piccoli reattori nucleari su cui si sta lavorando, sarà disponibile, con quali caratteristiche, costi e rischi. Il percorso, peraltro, è molto accidentato come ci ricordano le difficoltà di uno dei progetti più avanzati, lo statunitense NuScale, la cui società ha registrato un crollo del suo valore azionario. Analogamente il reattore francese Nuward è stato abbandonato. Parliamo di impianti ad acqua pressurizzata. Esistono anche progetti innovativi, come Newcleo dell’italiano Stefano Buono, che però dovrà affrontare notevoli criticità. E nel caso che uno di questi sistemi alla fine risultasse interessante, si devono considerare i tempi autorizzativi, di localizzazione e di costruzione. Superati tutti gli ostacoli, la prima elettricità verrebbe generata negli anni quaranta. Negli scenari governativi italiani si punta ad una quota di elettricità nucleare compresa tra l’11 e il 22% al 2050.

Ma, ammesso che davvero inizi, non sarà un percorso semplice. Nel documento presentato nel convegno “100% rinnovabili” si cita l’esempio del programma nucleare della Repubblica Ceca. «Nel 2024 Praga ha selezionato la sudcoreana Kepko per la fornitura di 2-4 reattori Apr1000. Il primo reattore dovrebbe essere operativo nel 2038. Questo arco temporale, ancora sulla carta, di 14 anni, e una sua immediata traslazione in Italia sarebbe impropria per quattro motivi:

  • nella Repubblica Ceca hanno già scelto i siti
  • quei siti hanno già opere accessorie e certificazioni per ospitare reattori nucleari
  • la Repubblica Ceca ha già un’agenzia di sicurezza nucleare, e
  • ha cominciato la selezione del fornitore da diversi anni
Fig. 3. Aumento delle previsioni dei costi di diversi sistemi nucleari SMR

Tornando al programma italiano si parla di realizzare 15-30 mini centrali, con un investimento complessivo ottimisticamente stimato in 30 miliardi. Insomma una gigantesca distrazione, se mai dovesse prendere piede, rispetto agli obiettivi di autonomia energetica del paese. Naturalmente vanno sottolineati innanzitutto i problemi localizzativi. Come ha ricordato l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, la Regione Veneto all’unanimità ha bocciato l’ipotesi di insediare un impianto Smr a Marghera. Tra le diverse problematiche da considerare vi è poi quella legata alla flessibilità dei reattori in presenza di una produzione solare ed eolica molto elevata.  Questa possibilità, al di là degli aspetti tecnici, comporterebbe un serio impatto economico. Parliamo infatti di impianti molto costosi che per ripagarsi dovrebbero lavorare per un elevato numero di ore, opzione che contrasta con la flessibilità.

Per fare spazio all’opzione del nucleare, che al momento vede un incredibile battage sui media, c’è chi spera in un rallentamento dello sviluppo delle rinnovabili, proseguendo le politiche colpevolmente inadeguate dell’ultimo decennio. Sulle problematiche connesse con la crescita dell’elettricità verde c’è già un preoccupante precedente. Parliamo della Finlandia, dove per far spazio all’elettricità nucleare nelle ultime settimane è stata ridotta la produzione dell’eolico. Secondo il Boston Consulting Group (Bcg), il mercato finlandese dell’elettricità è una ‘macchina del tempo’ di ciò che avverrà in molti mercati nella transizione verso reti elettriche verdi. Considerando che il nucleare soddisfa il 35% della domanda elettrica finlandese e che la sua produzione è rigida, il risultato è stato un crollo della quota di prezzo ottenuta dai produttori eolici.

Impianti di accumulo dell’energia generata dai pannelli fotovoltaici

Tornando a riflettere sulle rinnovabili, è indispensabile considerare le strategie necessarie per aumentare il loro contributo oltre il 60-80% della domanda elettrica (la Germania punta ad ottenere l’80% di elettricità verde già nel 2030). Da questo punto di vista, andrebbe posta grande attenzione ai sistemi di accumulo di lunga durata, come si sta facendo negli Usa e in Germania. La California, ad esempio, entro il 2045 avrà bisogno di almeno 50 GW di stoccaggio, e sta già sperimentando accumuli di lunga durata. In Germania sono 1,8 milioni le batterie al litio, ma si stanno studiando nuove soluzioni per allungare i tempi di accumulo. Anche in Italia stanno nascendo le prime esperienze, dalla batteria a flusso ad alta densità energetica di Green Energy Storage al ciclo termodinamico a CO2 di Energy Dome, alle batterie a sabbia di Magaldi. Insomma, invece di inseguire sogni impossibili sul nucleare, il nostro paese dovrebbe dunque spingere per le soluzioni tecnologiche che potranno contribuire ad avere un sistema elettrico 100% rinnovabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi senza pubblicità. Aiutaci a restare liberi

Dona ora su Pay Pal

IBAN



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link