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Egr. Direttore, ho avuto l’occasione di leggere sul sito da lei diretto l’articolo “La Lombardia dichiara guerra agli erbicidi”. Pur comprendendo le ragioni giornalistiche di catturare l’attenzione dei lettori, ritengo che l’argomento sia stato posto ai suoi utenti in modo non corretto e fuorviante.
LA MITIGAZIONE ALL’USO DI ERBICIDI DAL 2016
La mitigazione delle sostanze attive, per la tutela delle acque superficiali è in vigore in Lombardia dal lontano gennaio 2016, in applicazione del Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN).
Le mitigazioni sono le misure applicate in attuazione del PAN e realizzate con il PAR. Queste ultime hanno l’obiettivo di ridurre il rischio di rilascio nelle acque superficiali delle sostanze attive contenute nei formulati commerciali. In Lombardia si è operato chiedendo agli utilizzatori di prodotti fitosanitari di dotare le attrezzature di dispositivi anti-deriva e in alcuni casi particolarmente critici la riduzione della superficie aziendale trattata.
Tali mitigazioni non sono frutto di umori del momento o di valutazioni personali. Al contrario, sono valutazioni oggettive e frutto di rigorose elaborazioni dei dati del monitoraggio ufficiale eseguito annualmente dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA).
I DATI
Per l’elaborazione dei dati è stato sviluppato un software esclusivo, frutto della collaborazione tra la DG Agricoltura e l’International Centre for Pesticides and Risk Prevention (ICPS) del Fatebenefratelli Sacco – Polo Universitario di Milano, che permette di valutare in modo dinamico i dati di monitoraggio rilevati da ARPA. I dati sono sistematizzati su rigorose e solide basi scientifiche. Gli output del sistema sono delle mappe di rischio che, in assoluta trasparenza, sono pubblicate e consultabili sul sito del Servizio fitosanitario regionale e annualmente vengono utilizzate per rivalutare le mitigazioni da applicare in modo puntuale sul territorio.
MENO SOSTANZE ATTIVE PER ERBICIDI LIMITATE
A conferma dell’attenzione che pone la DG Agricoltura alle mitigazioni Le segnalo che nel 2021 le sostanze attive attenzionate erano otto, attualmente sono ridotte a due: bentazone, il cui utilizzo è di fatto vietato sul riso, e il glyphosate. La riduzione delle limitazioni è la dimostrazione del fatto che quanto proposto è stato ben compreso e applicato sia dai tecnici che dal mondo produttivo che mostrando una elevata professionalità ha permesso di risolvere le criticità rilevate. Venendo al glyphosate, le mitigazioni che si sono succedute negli anni sono state la conseguenza delle evidenze dell’elaborazione dei dati di monitoraggio.
Per la prima volta nel 2025 si è deciso di introdurre per la sostanza attiva un limite quantitativo di riferimento ad ettaro anticipando solo in parte, le disposizioni del Regolamento di esecuzione (UE) 2023/2660. Il regolamento ha rinnovato fino al 2033 l’autorizzazione del glyphosate e a cui tutte le nuove etichette si dovranno adeguare. Il limite introdotto con l’applicazione di dette mitigazioni, di fatto il doppio rispetto ai quantitativi utilizzabili per le aziende che aderiscono agli interventi del PSP, è incrementabile del 50% in caso di presenza di specie aliene invasive.
In aggiunta per ridurre la presenza di glyphosate ed AMPA nelle acque superficiali dal 2021 è introdotto il divieto di utilizzo della molecola in ambito extra-agricolo (ad esempio in ambito urbano), se non a fronte di un piano di utilizzo redatto da un consulente abilitato.
GLI EFFETTI NEL TEMPO
Come lei ben sa se i residui di una sostanza attiva permangono nel tempo nelle acque a livelli elevati, superando i limiti di soglia previsti dalla norma, il rischio di un totale divieto di utilizzo della molecola sono elevati. Negli anni scorsi tutti ricordano, ad esempio, il divieto di utilizzo in determinati areali risicoli di alcune Solfuniluree, a causa dell’intervento dell’autorità sanitaria rispetto alla rilevazione di acque non conformi per questa categoria di erbicidi.
In conclusione, posso affermare che come DG Agricoltura si sia operato con grande scrupolo e attenzione al fine di garantire che tutti gli strumenti a disposizione dei nostri agricoltori siano confermati nella possibilità del loro uso, consentendo una adeguata gestione agronomica, nella consapevolezza dell’elevata professionalità dei nostri operatori che hanno acquisito da tempo il concetto che la gestione delle avversità e delle malerbe deve avvenire applicando in modo integrato tutte le strategie disponibili e con il chiaro obiettivo di dimostrare la sostenibilità e la qualità della risicoltura lombarda. Cordiali saluti, Andrea Massari, Direttore – D.G. Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste Regione Lombardia
LA RISPOSTA DI PAOLO VIANA
Risponde Paolo Viana: trovo la lettera del Direttore Massari corretta e ricca di spunti interessanti per il lettore e lo ringrazio per averla scritta. Mi preme precisare che l’articolo in questione non conteneva, come peraltro ha avuto modo di rilevare il dott.Massari, informazioni diverse da quelle contenute nei documenti regionali e che il titolo era duro perchè esprimeva, come avviene in altri articoli, la valutazione non solo del giornale ma dei suoi lettori rispetto a una decisione che condiziona l’attività degli agricoltori e i bilanci delle aziende agricoli.
Devo spiegare a questo punto che molti degli articoli che appaiono su Risoitaliano.eu sono frutto di segnalazioni degli agricoltori che ci leggono e ci raggiungono attraverso il broadcast whatsapp (una funzione cui ci si iscrive in home page e che permette di ricevere messaggi e rispondere senza che altri li leggano). In questo caso specifico, le misure di mitigazione della Regione sono piombate come sale sulle ferite di un settore che si sente vincolato ingiustamente a produrre meno e peggio. Ne condividiamo tutte le preoccupazioni, perché siamo il giornale dei risicoltori. Come loro, riteniamo ad esempio, che il monitoraggio cui si fa riferimento sia più severo verso il settore primario che verso altre fonti di inquinamento.
Peraltro, il dottor Massari può – giustamente, dal suo punto di vista di funzionario pubblico – invocare il rispetto delle norme legislative e amministrative. Giusto. Ma l’agricoltore ha altrettanto il diritto di protestare tramite il suo giornale, poiché deve lavorare con strumenti sempre più limitati a fronte di una concorrenza extracomunitaria che non si fa i nostri scrupoli. In ogni caso grazie della risposta che i lettori valuteranno attentamente.
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