Solare termico da installare su tutti i tetti del centro-sud

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Nicola Armaroli il solare termico lo conosce, lo apprezza e lo ha adottato per la propria abitazione, in provincia di Bologna. Questa opzione contribuisce ad attuare la transizione energetica, concetto caro ad uno dei maggiori esperti in Italia su questo tema. Armaroli è dirigente di ricerca del CNR, direttore della rivista “Sapere” e membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze, nonché autore di numerosi libri. L’ultimo, intitolato “Energia per l’astronave Terra. Chiamata finale”, scritto insieme a Vincenzo Balzani, edito da Zanichelli, non lascia dubbi sull’emergenza climatica che viviamo e sulla necessità di decarbonizzazione e di una transizione alle fonti rinnovabili da attuare quanto prima.

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Nicola Armaroli, dirigente di ricerca del CNR, direttore della rivista “Sapere” e membro dell'Accademia Nazionale delle Scienze
Nicola Armaroli

Tra le possibilità c’è anche il solare termico, «una tecnologia matura, efficace, che in Italia – dipende enormemente dalle importazioni di gas – dovrebbe essere installata massicciamente sui tetti del Centro e del Sud Italia, come è stato fatto a Cipro».

Lo ricordava, lo scorso autunno, il Guardian: Cipro ha superato tutti gli altri stati membri dell’UE nell’adozione di sistemi solari per l’acqua calda sanitaria. Si stima che il 93,5% delle famiglie cipriote sfrutti questa forma di energia per le necessità domestiche. Grazie a questa semplice tecnologia, Cipro ha superato gli obiettivi di energia rinnovabile stabiliti per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici. Cipro si trova più o meno alla stessa latitudine della Sicilia e – in termini di giorni di sole (300 all’anno) – anche grandi regioni come Puglia e Calabria non sono meno vocate al solare termico della Repubblica cipriota.

Indipendenza energetica: una ricetta possibile anche in Pianura Padana

Per la propria casa, Nicola Armaroli, oltre al solare termico, ha puntato sull’efficienza energetica (dopo la ristrutturazione, che ha previsto un adeguato isolamento), e sull’elettrificazione dei consumi, puntando sull’impianto fotovoltaico (con batteria di accumulo). Ha installato inoltre una pompa di calore geotermica. Così, nel 2023 riuscì a produrre più elettricità di quanta ne avesse consumata. Nel 2024, più piovoso e meno soleggiato del precedente, ha ottenuto un autoconsumo pari al 75% «tra l’altro dal 1° luglio al 10 agosto ho avuto un problema a un modulo della batteria, che ha abbassato l’autoproduzione nel periodo più caldo».

Nel 2024 ha immesso in rete 2,43 MWh di elettricità e ne ha prelevati 2,85. «La batteria ha coperto il 31% del consumo e il fotovoltaico prodotto e consumato all’istante è stato pari al 44% del mio fabbisogno», racconta.

Ha cercato di ottimizzare la combinazione tecnologica in vari modi. Per esempio, azionando la pompa di calore in corrispondenza del picco solare giornaliero. Così facendo si accumula calore (o raffrescamento) autoprodotto di giorno, utilizzando l’edificio ad alta classe energetica come una sorta di batteria di accumulo termico per la sera e la notte. Questi accorgimenti aiutano ad incrementare l’autoconsumo nel corso dei mesi più energivori, in inverno ed estate.

«Anche nel giorno del solstizio d’inverno con una casa performante, sono stato energeticamente autosufficiente per il 53%, grazie a una giornata assolata, pur essendo in una zona tra le meno baciate dal sole di tutto lo Stivale, nei mesi freddi.».

Lo scienziato e comunicatore abita in un piccolo centro tra Bologna e Ferrara. «Se è possibile contare qui in Pianura Padana sui benefici del sole, cosa sarebbe possibile produrre nel Mezzogiorno?».

Passando al solare termico, a casa Armaroli questo ha generato 5,3 kWh termici nel giorno del solstizio d’inverno «quantificabili, più o meno, con 100 litri di acqua calda sanitaria (ACS). In pratica, in una giornata soleggiata, anche nei giorni più bui dell’anno, il solare termico può fornire il 40% del nostro consumo ACS. E stiamo parlando della grigia Pianura Padana».

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Nicola Armaroli, oltre al solare termico, qual è la dotazione tecnologica della sua abitazione?

«Nella mia abitazione ho installato 7 metri quadri di solare termico (3 pannelli), 10,4 kW di fotovoltaico e una batteria da 24 kWh, oltre alla pompa di calore geotermica. Questa dotazione, unita all’isolamento termico della casa (classe energetica A4), è in grado di fare una differenza sostanziale in termini di consumi.
Nel 2024, l’impianto solare termico ha raccolto ed erogato in casa 2385 kWh di calore gratuito dal sole».

Quali sono i motivi per credere e investire sul solare termico?

«Si tende a pensare al solare termico come a un impianto – e a un costo – in più. Ma esso consente di sgravare la pompa di calore per molti mesi l’anno, limitando il numero delle accensioni. Questo comporta anche una minore domanda elettrica domestica, a vantaggio della ricarica dell’auto. In una casa elettrificata – staccata dal gas – conviene installare il solare termico».

Ha mai avuto problemi col solare termico?

«Da quando l’ho installato, a parte la sostituzione di un vaso di espansione (cambiato in garanzia, senza costi aggiuntivi), non ho avuto alcun problema. Aggiungo un beneficio “immateriale” importante: la soddisfazione di poter contare su acqua calda generata direttamente dal sole sul tetto di casa per almeno 9 mesi all’anno al 100% è enorme. Nell’attuale contesto geopolitico e tariffario del gas, perennemente incerto e turbolento, non è poco. Mi preme poi sottolineare che negli impianti attuali non occorre coprire i pannelli quando si va in ferie, in estate: l’impianto si “stacca” da solo.
Lo dico perché qualcuno ogni tanto qualcuno me lo chiede, dato che una volta era necessario fare questa complicata operazione, per evitare dannosi surriscaldamenti prolungati, in assenza di consumo idrico».

In quali situazioni diventa un’opzione interessante?

«Il solare termico è una scelta che andrebbe sposata con decisione nel Centro e nel Sud Italia, a cominciare da dove non vi è sufficiente spazio sul tetto per il fotovoltaico. È una tecnologia matura, semplice, facilmente installabile e con un grado di efficienza elevata. Combinata con la pompa di calore, allunga la durata di quest’ultima. Il solare termico è anche una tecnologia relativamente economica: se penso alla spesa affrontata (meno di 7 mila euro per l’impianto con un bollitore da 500 litri) nel 2021, e ai costi del gas, specie nel 2022, la spesa – compreso l’incentivo dedicato in vigore dal 2007 – è già stata sostanzialmente ammortizzata».

Perché il solare termico è un investimento che vale la pena fare?

«Abbiamo già ricordato che è una tecnologia matura e consolidata che, negli impianti moderni, richiede pochissima manutenzione. Ma aggiungo: il solare termico ottimizza lo sfruttamento energetico del tetto di casa, potendo utilizzare la luce solare sia per l’aspetto elettrico che termico. Un vantaggio del solare termico è di occupare poco spazio. D’estate funziona in modo ottimale mentre invece, con l’aumento della temperatura, i pannelli fotovoltaici vedono ridurre le proprie prestazioni. È evidente che occorre un investimento iniziale, ma è innegabile che garantisce un beneficio stabile per almeno nove mesi l’anno (al centro-sud, di più). Si tenga conto che dal 2007 è possibile contare sul Conto Termico 2.0 (dal 2025 Conto Termico 3.0), una misura incentivante poco conosciuta e poco utilizzata, purtroppo».

Incentivi a parte, vale comunque la pena installare il solare termico?

«Con i costi che ha e i vantaggi che offre, è un investimento che varrebbe sempre la pena fare, specie – lo ribadisco – al Centro-Sud Italia. In un Paese come l’Italia, letteralmente “scorticato” dal sole per molti mesi l’anno, è un controsenso scaldare l’acqua usando il gas metano, con consumi ed emissioni inutili, oltre che evitabili. In Italia ogni anno vengono consumati dai 4 ai 6 miliardi di metri cubi di gas per acqua calda sanitaria. È l’equivalente di un rigassificatore. Quindi, anziché renderci ancora più schiavi di qualche fornitore straniero o delle turbolenze geopolitiche, sarebbe più razionale un piano nazionale per il solare termico. In un mondo normale, lo si farebbe.
Il presidente Jimmy Carter, appena scomparso, li installò sulla Casa Bianca nel 1977, 48 anni fa. Non è mai troppo tardi per fare le scelte giuste».

Da uomo di scienza, attivo su ricerca e innovazione, quale evoluzione potrà conoscere il solare termico?

«Un’opzione che si sta testando con buoni risultati è immagazzinare gli eccessi di energia termica di primavera-estate nel sottosuolo per utilizzarli in inverno con pompe di calore geotermiche che lavorano con efficienze altissime, riducendo il consumo elettrico per il riscaldamento nei mesi meno soleggiati dell’anno. Il limite alle opzioni che ci offre l’energia solare anche per la produzione efficiente di calore non è più tecnologico, ma soprattutto mentale. Abbiamo scolpita in testa l’idea che per scaldarci dobbiamo bruciare qualcosa, qualsiasi cosa: gas, legna, kerosene, carbone, rifiuti. Non è così: oggi possiamo scaldarci senza bruciare nulla. Ma è faticosissimo sradicare dalla testa quest’idea ancestrale».

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Su quali leve, politiche e non solo, sarebbe bene puntare per un maggiore diffusione del solare termico in Italia?

«L’Italia ha una dipendenza energetica patologica dal gas. Sono stati promossi diversi strumenti per ridurre i consumi. Ma in tutto questo nessuno ha pensato di puntare sul solare termico per produrre acqua calda sanitaria in modo massivo, un’opzione che ci permetterebbe di ottenere un decremento non irrilevante del consumo di gas. A Cipro – paese membro della UE che ho visitato per lavoro diverse volte – lo hanno fatto, ed oggi esso risulta il primo al mondo per capacità installata ogni mille abitanti (Fonte: Solar Heat Worldwide 2024). Cos’hanno in meno diverse regioni del Centro e Sud Italia rispetto a Cipro? E invece continuiamo a bruciare gas metano per scaldare acqua calda sanitaria, importandolo da mezzo mondo: Stati Uniti, Algeria, Azerbaijan, Qatar. È semplicemente assurdo, ancor più se si pensa che abbiamo una filiera del solare termico made in Europe».

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