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L’imprenditore umbro prevede danni devastanti per l’agricoltura
Caprai trasferisce vino – Per proteggere il proprio mercato e fronteggiare il rischio di una possibile imposizione di dazi sui prodotti vinicoli da parte degli Stati Uniti, la cantina Arnaldo Caprai di Montefalco, rinomata per la produzione del Sagrantino, ha già trasferito negli Stati Uniti tutta la quantità di vino necessaria per coprire la domanda fino al primo trimestre del 2026. È quanto ha dichiarato Marco Caprai, che guida l’azienda umbra, rispondendo a una domanda dell’agenzia ANSA.
Secondo l’imprenditore, i potenziali dazi sul vino, se applicati, avrebbero effetti devastanti sull’intero comparto agricolo. “Se dovesse concretizzarsi una simile situazione, l’impatto sul settore sarebbe pesantissimo”, ha dichiarato Caprai, spiegando che l’export del vino umbro verso gli Stati Uniti è valutato intorno ai 15 milioni di euro, cifra che potrebbe subire una significativa contrazione. “Prevediamo che l’export potrebbe ridursi fino al 50% a causa dei dazi, con gravi ripercussioni sul commercio e sugli investimenti fatti dalle cantine italiane per affermarsi sul mercato statunitense, che è tra i più competitivi al mondo”, ha aggiunto.
Il rischio dei dazi, secondo Marco Caprai, non si limita al settore vinicolo ma minaccia di espandersi a tutto l’agroalimentare, con conseguenze ancor più pesanti per altri prodotti tipici dell’Italia come prosciutti, salami e formaggi. “Molti dei prodotti agricoli trasformati che esportiamo, tra cui quelli derivanti da soia e mais, dipendono dalle importazioni dagli Stati Uniti. Se l’Europa dovesse rispondere applicando i dazi europei, i prodotti trasformati che torneranno negli Stati Uniti potrebbero essere soggetti a un doppio dazio, uno al momento dell’importazione in Europa e l’altro quando saranno rivenduti negli Usa”, ha sottolineato l’imprenditore.
Marco Caprai ha anche evidenziato la necessità urgente di rivedere le politiche agricole europee. “L’Europa deve tornare a produrre più internamente, come originariamente previsto dai trattati fondatori della Comunità Europea. La Politica Agricola Comune (PAC) deve essere completamente riscritta, e il Green Deal deve essere ripensato per fare fronte alle nuove sfide globali”, ha affermato con fermezza.
In una visione più ampia, Caprai ha invocato una riforma della strategia agricola dell’Unione Europea, che deve tornare a essere centrata sull’autosufficienza alimentare, proteggendo e valorizzando il lavoro agricolo, che è alla base della stabilità economica dei paesi membri. “La sfida di oggi è quella di garantire la sostenibilità a lungo termine della nostra agricoltura, proteggendo i nostri produttori dai rischi esterni che potrebbero minare il loro lavoro e le loro risorse”, ha dichiarato.
Il panorama di rischio delineato da Caprai è un campanello d’allarme non solo per il settore vinicolo, ma per tutta l’agricoltura europea, che rischia di vedere annullati gli sforzi di crescita e sviluppo fatti negli ultimi anni. Con l’incertezza crescente legata a una guerra commerciale che coinvolge le grandi potenze mondiali, l’Europa potrebbe trovarsi a dover affrontare nuove barriere doganali che limitano l’accesso ai mercati esterni.
In questo contesto, le cantine umbre, tra cui quella di Caprai, sono chiamate a difendere con fermezza il proprio spazio nel mercato internazionale, cercando soluzioni per rimanere competitive anche in scenari difficili come quello descritto dal produttore. La mossa di trasferire in anticipo il vino negli Stati Uniti, sebbene un atto strategico per tutelare il mercato, non può risolvere tutte le problematiche legate ai dazi, che potrebbero mettere in ginocchio il settore.
Le previsioni di Marco Caprai, quindi, mettono in evidenza la vulnerabilità di un settore che, seppur forte e consolidato, non può fare a meno di protezioni e politiche agricole comuni che favoriscano una crescita equilibrata e sostenibile. Mentre l’industria vinicola si prepara ad affrontare queste sfide, si fanno sempre più urgenti riforme e azioni concrete che garantiscano un futuro stabile per l’agricoltura europea e per le sue eccellenze.
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