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Il Guinzaglio, viaggio nella mente degli animali e degli uomini – Nordest24


Udine – Inseparabili. Anche di fronte a malattie, anzianità e deficit fisici. Il leitmotiv del nuovo libro della giornalista e scrittrice Irene Giurovich è incentrato sulla relazione autentica che si instaura fra l’essere umano e i quattro zampe con cui si decide di intrecciare una parte del cammino. Un titolo evocativo e dalle multiple esegesi affidate al singolo lettore: Il Guinzaglio (Narrazioni Clandestine, gruppo editoriale Santelli) è un racconto sì autobiografico, ma anche narrazione universale su situazioni di vita in cui molti potrebbero trovarsi. Al romanzo, nelle librerie da metà aprile, verrà dedicata l’anteprima mercoledì 9 aprile nella Biblioteca civica Joppi, alle ore 18, assieme alla giornalista Elena Iuri. All’evento parteciperanno i presidenti delle associazioni Enpa e Leidaa, rispettivamente Elena Riggi e Laura Citron, e la terapeuta e formatrice olistica Salvatorica D’Anna. 

Il Guinzaglio, ideale e atteso seguito del penultimo libro L’Ultimo Battito (2024, Santelli), si delinea come incipit di un percorso di comprensione dei parametri di una diversa concezione della qualità di vita e dei freddi criteri statistici. “Fra queste pagine – anticipa l’autrice – il lettore troverà la risposte alle domande lasciate aperte dalla testimonianza dell’orgoglioso Alfredo, il labrador nero ‘reporter’ protagonista del precedente romanzo, e del montenegrino Sparky, suo amico fino alla fine, simbolo di un riscatto e di una desiderio di vita condivisa al di là di ogni giudizio umano”. Il romanzo si sviluppa come viaggio metafisico nella mente degli animali e nel comportamento dell’uomo e riformula, in chiave moderna, alcuni degli insegnamenti del filosofo bioeticista Peter Singer, autore di “Liberazione Animale”, e del padre della moderna etologia Konrad Lorenz. 

Il racconto, imperniato su attese, illusioni, disillusioni e scelte ‘di confine’ per la sopravvivenza, inframmezzato da varie voci di veterinari e da soliloqui, si inquadra in diversi spazi, sanitari e naturali: cliniche mediche, mare, montagna (qui le Valli del Natisone con Masseris e il Matajur tornano come refrain spirituale), osservatori astronomici e nuove scoperte di come poter convivere anche senza un guinzaglio o magari con altri supporti, quali, ad esempio, una carrozzina. 

L’autrice Giurovich offre una chiave interpretativa a chi vorrà accompagnarla in questo viaggio di lettura : “Vorrei che Il Guinzaglio assurgesse a insegnamento per la vita che si trasforma in volontà di non fermarsi, di non seguire i suggerimenti della massa, di non adeguarsi agli standard di una presunta qualità di vita che risponde esclusivamente ad asettici e neutri criteri di funzionamento. La malattia e la disabilità non sono l’ultima parola. Si possono e si devono costruire molte parole e molte esperienze con e oltre la disabilità, un tema ancora poco trattato e spesso oggetto di preconcetti e semplificazioni”. Questo libro offre una prospettiva nuova infondendo barlumi di speranza e una dose di inevitabile temerarietà che si lega inevitabilmente all’amore da conservare. 

PROFILO AUTRICE

Irene Giurovich, laureata in Filosofia e in Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale, è scrittrice e giornalista. Ha pubblicato svariati libri, gli ultimi tre editi dalla casa editrice Santelli: Insegnante Precario Sfigato, L’Ultimo Battito, Il Guinzaglio.

Nella sua attività editoriale Giurovich racconta avvenimenti di carattere autobiografico che assurgono a riflessione di carattere universale, fra questioni etiche, dilemmi esistenziali e dubbi da dipanare. Unisce alla divulgazione l’attività per i diritti degli animali, si batte contro la vivisezione e contro la caccia, per dare voce a chi ne è privo. Nei suoi lavori emerge l’amore inteso come una pedagogia essenziale per comprendere lo sguardo dell’Altro. Il Guinzaglio affronta una tematica scomoda, anzi delegittimata e spesso non trattata, ovvero la disabilità nei nostri amici a quattro zampe. Un racconto autobiografico che analizza sotto nuovi punti di vista il tempo accanto ad un cane colpito, per vari motivi, da deficit innati o acquisiti per colpa di malattie, incidenti o vecchiaia.



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