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Un itinerario per scoprire il cuore della Marsica, terra di briganti e partigiani ai tempi dell’Italia postunitaria, ancora oggi selvaggia, ricca di storia e di umanità.
Attraversare una piccola porzione di territorio a piedi è il modo migliore per conoscerlo. Specialmente quando l’itinerario non compare sulle guide turistiche, e difficilmente un viaggiatore – per quanto attento – lo inserirebbe nel proprio percorso. Il Cammino dei Briganti appartiene a questa categoria: un anello di 108 chilometri che tocca 18 borghi tra l’Abruzzo e il Lazio, nella Marsica, tra la provincia dell’Aquila e quella di Rieti. Borghi che difficilmente avrete sentito nominare – a partire da Sante Marie, punto d’inizio e d’arrivo del Cammino – ma che conservano un carattere d’altri tempi, quasi arcaico, e riservano dettagli e incontri difficili anche solo da immaginare altrove.
Un cammino nato dal basso
Il Cammino dei Briganti nasce nel 2015 da un’idea di Luca Giannotti, esperto di cammini, guida professionista e scrittore modenese residente nella Marsica da oltre vent’anni. Insieme a molti volontari, con il sostegno del Comune di Sante Marie, ha tracciato il percorso, l’ha segnalato e ha realizzato la mappa e la guida cartacea che periodicamente vengono ripubblicate in versione aggiornata. Per sostenere questo progetto, in gran parte autogestito, i viaggiatori sono invitati a contribuire comunicando eventuali imprecisioni incontrate lungo il percorso e – perché no – dando una mano concretamente tagliando qualche arbusto e portando a valle i rifiuti. Giannotti è stato mosso dal desiderio di far conoscere un territorio ignorato dai più e di riportare in vita borghi ormai semiabbandonati dove vivono pochi anziani, con qualche figlio ormai lontano che torna periodicamente, d’estate o in occasione delle sagre autunnali.
Storie di Borboni, Sabaudi e briganti
Il riferimento ai briganti non è casuale né tantomeno denigratorio, anche se nelle vicende di brigantaggio s’intrecciano pratiche e motivazioni diverse, più o meno valorose. Quel che è certo è che le terre della Marsica furono teatro di storie poco note negli anni dell’unificazione dell’Italia. Briganti e brigantesse contrastarono la discesa verso Sud dell’esercito piemontese, affiancando – pur in modo non ufficiale – i Borboni. Si muovevano tra i boschi e le montagne, trovando rifugio nei paesi e nelle grotte. Il territorio, aspro e selvaggio, era perfetto per nascondersi e tendere imboscate. Alcuni briganti divennero banditi, molti partigiani impegnati in una lotta clandestina e di resistenza contro l’invasore Sabaudo (diversi briganti erano proprio ex soldati borbonici). I borghi attraversati dal Cammino raccontano le loro storie, raccolte nella guida da Giannotti.
L’itinerario: informazioni pratiche (e non solo)
L’anello è suddiviso in 7 tappe, ma è possibile percorrerlo anche in 6 o 5 giorni (accorpando la tappa 1 e 2 ed eventualmente la 5 e la 6 seguendo una variante più breve). Sul sito si possono scaricare le tracce GPS (anche per mountain bike). Il percorso è facile – strade sterrate, asfalto e sentieri di montagna – e non presenta dislivelli importanti, ma occorre comunque un mimino di allenamento e di attitudine ai lunghi trekking. Il Cammino può essere percorso in ogni stagione, tuttavia d’inverno è facile trovare freddo e neve, perché si sviluppa al di sopra degli 800 metri di altitudine (quota massima i 1.788 metri del Lago della Duchessa).
Lungo il tragitto si attraversano diversi borghi, ma è bene organizzarsi con acqua e cibo perché non sempre si trovano bar o punti di ristoro. I paesi più grandi e forniti sono Magliano de’ Marsi e Scurcola Marsicana. Per la stessa ragione è bene portare con sé dei contanti. Infine, per quanto riguarda l’alloggio, è indispensabile prenotare con largo anticipo: si dorme molto spesso in case private che offrono ospitalità, piccoli b&b e agriturismi. I posti a disposizione sono pochi. In alternativa, si può dormire in tenda.
Ricordate che non siamo in una regione turistica: occorre spirito di adattamento. In cambio, potrà facilmente capitarvi di essere richiamati lungo la strada da un anziano che aprirà solo per voi la sede della pro loco locale per offrirvi un caffè, di sedere a tavola con una famiglia del posto o con una signora che vive sola e non vede l’ora di condividere le sue tagliatelle fatte in casa, invitando per l’occasione anche l’allevatore di mucche che abita poco lontano, e di raccontarvi la storia della sua vita, senza farvi ripartire prima di avervi rifornito di ciambelline al vino.
Tappa 1: da Sante Marie a Santo Stefano (5,6 km; dislivelli: salita 380 mt, discesa 160 mt)
A Sante Marie (850 metri di altitudine) ci si registra nell’apposito ufficio dove si ritira il Salvacondotto, un libretto che durante il percorso si riempirà di timbri a dimostrazione del percorso compiuto e a memoria dei tempi in cui questo documento era necessario per viaggiare senza essere arrestati o sospettati di brigantaggio. Naturalmente non è obbligatorio, ma perché non farlo? Questa tappa – molto breve – è stata pensata per chi arriva da lontano e vuole intraprendere il Cammino il giorno stesso.
Tappa 2: da Santo Stefano a Nesce (13,9 km; dislivelli: salita 400 mt, discesa 625 mt)
Si attraversa la Val de’ Varri tra minuscoli centri abitati, castagneti e belle vedute sui monti circostanti. Compare per la prima volta la vetta del Monte Velino (2.487 mt), spesso innevata, che accompagna la vista per buona parte dell’intero Cammino. Nesce, punto d’arrivo della tappa, è una frazione del comune di Pescorocchiano e conta qualche decina di abitanti: ci troviamo ora nella provincia di Rieti.
Tappa 3: da Nesce a Cartore (16,6 km; dislivelli: salita 440 mt, discesa 330 mt)
Passando per il silenzioso paese di Villerose e poi di Spedino, dove rinfrancarsi nel bar della piazza, si raggiunge il borgo di Cartore, poche case in pietra in una idilliaca vallata verde dove oggi vivono solo i due ragazzi che hanno trasformato parte dell’insediamento – ai tempi molto frequentato dai Briganti – in un bell’agriturismo. Questo posto, ancor più di alcuni dei borghi precedentemente attraversati, sarà una gioia per gli amanti dei gatti. Ci troviamo all’interno della Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa, un’area protetta ricca di biodiversità, abitata dal camoscio appenninico, dall’aquila reale e dal lupo (non c’è pericolo, se siete molto fortunati potrete forse sentirne l’ululato).
Tappa 4: anello di Cartore – Lago della Duchessa (12,3 km; dislivello: 840 mt salita e discesa)
Un piccolo anello esterno all’anello del percorso – come si vede dalla mappa – che dunque potrebbe anche essere saltato, scelta altamente sconsigliata in quanto riserva alcuni dei panorami più spettacolari del Cammino. È anche l’unico tratto veramente montano, che per un sentiero conduce a una vasta vallata e infine al lago. In quota, d’estate, incontrerete il pastore Americo, assai noto tra i camminatori per la sua gentilezza e per la lotta che sta portando avanti per poter continuare a pascolare il suo gregge in questa valle. Da Cartore si può raggiungere anche la vetta del monte Velino, ma questa variante (estiva) è riservata ai camminatori esperti e allenati.
Tappa 5: Cartore – Massa d’Albe (15 km; dislivelli: salita 500 mt, discesa 600 mt)
Da Cartore si risale al Passo Le Forche, sotto il Monte Velino, e si scende a Santa Maria in Valle Porclaneta, dove s’incontra una magnifica chiesa romanica del X secolo. Si raggiunge il caratteristico borgo di Rosciolo de’ Marsi e infine il paese di Massa d’Albe. Eventualmente da Rosciolo si può tagliare direttamente per Magliano de’ Marsi (variante prevista per chi preferisce accorpare le tappe 5 e 6).
Tappa 6: Massa d’Albe – Località Le Crete (19 km; dislivelli: salita 350 mt, discesa 450 mt)
Lungo la sesta tappa, poco dopo la partenza, con una piccola deviazione si arriva ad Alba Fucens, città romana fondata nel IV secolo a.C. nota per le sue imponenti mura megalitiche, l’anfiteatro e i resti ben conservati di templi e abitazioni. Si prosegue per i vivaci paesi di Magliano de’ Marsi e Scurcola Marsicana fino a Le Crete (non è un paese, se non si trova posto si può dormire anche nei pressi di Scurcola).
Tappa 7: Località Le Crete – Sante Marie (21 km; dislivelli: salita 570 mt, discesa 480 mt)
L’ultima tappa, la più lunga, riserva ancora qualche sorpresa e meravigliosi paesaggi, inerpicandosi su un altopiano sopra il paese di San Donato dove si trovano i ruderi di un antico castello. Dopo Scanzano e Poggetello si arriva finalmente a Sante Marie, per la foto conclusiva e la consegna dell’Attestato di Cammino che concede ufficialmente la nomina a Brigante onorario o Brigantessa onoraria.
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