Aggressioni ai sanitari, Saltamartini: «Metteremo un avvocato a disposizione delle vittime»

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L’assessore regionale Filippo Saltamartini (a destra) con Alessandro Marini (a sinistra)

di Mauro Giustozzi (foto di Fabio Falcioni)

Come intervenire per mettere al riparo gli operatori sanitari da aggressioni e violenze che crescono sempre più nei pronto soccorso della provincia? Nella Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari, alla sala Castiglioni della biblioteca Mozzi Borgetti per l’incontro organizzato dal Servizio sanitario regionale e dall’Ast di Macerata in cui si è affrontato un tema quanto mai attuale e importante per chi lavora negli ospedali della provincia.

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La platea dell’incontro alla Sala Castiglioni

Ast che metterà a disposizione dei sanitari aggrediti un legale per perseguire penalmente e civilmente chi commette violenza. E poi potenziamento della videsorveglianza in particolare nei pronto soccorso e dell’ufficio Urp, posti di polizia e pattuglie di polizia locale più presenti negli ospedali, dotazione agli operatori sanitari dispositivi Tlk10 che consentono di parlare con chi lavora nella stessa azienda ma in diverse aree operative.

«Il Governo ha deciso che la pena minima che un tribunale dovrà infliggere a chi mette le mani o aggredisce anche solo verbalmente un operatorio sanitario non potrà essere inferiore a 4-5 anni – ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini – e questo è un bel passo in avanti rispetto alla normativa precedente che di fatto per chi commetteva questo genere di reato era di molto inferiore. Non solo. A questo è stato aggiunto l’arresto in flagranza differita: ossia l’arresto scatta anche nel caso in cui, non immediatamente, viene individuato l’autore del reato, magari tramite le telecamere che hanno registrato l’episodio, entro le 48 ore successive all’aggressione. Come Ast Macerata invito invece il direttore Marini ad adottare da subito una decisione che riguarda la tutela legale di ogni operatore aggredito, che sia sfiorato fisicamente o anche sollo attaccato verbalmente. Noi metteremo a disposizione del sanitario aggredito un avvocato a spese dell’Ast che ne segue il percorso da intraprendere sia penale che soprattutto civile perché anche toccando il portafoglio di chi si mette fuori dalla legge si può intervenire per debellare e anche prevenire atti di violenza verso i nostri sanitari».

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Il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli

A moderare l’incontro Alessandro Marini, direttore generale dell’Ast di Macerata, con il sindaco Sandro Parcaraoli che ha portato il suo saluto. «Sulla sicurezza nel nostro ospedale – ha detto il primo cittadino – siamo intervenuti potenziando il giro delle pattuglie di polizia locale che sono presenti mattino, pomeriggio e sera e quando se ne chiede l’intervento. Questo focus odierno è necessario alla luce di quanto è avvenuto nelle ultime settimane ed esprimo massima vicinanza e solidarietà a voi operatori sanitari».

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Domenico Sicolo, direttore facente funzioni del Dipartimento d’emergenza-urgenza dell’Ast di Macerata, ha snocciolato i dati sulle aggressioni ai sanitari. «Nella nostra Ast dopo un 2023 relativamente tranquillo c’è stato un 2024 dove purtroppo invece la situazione è esplosa. Nel 2023 avevamo una denuncia Inail, 2 segnalazioni al Pronto soccorso di Civitanova: 14 segnalazioni al Pronto soccorso di Macerata. Lo scorso anno invece si sono registrate 8 denunce Inail e 20 segnalazioni al Pronto soccorso di Civitanova, 3 denunce Inail e 39 segnalazioni al Pronto soccorso di Macerata. L’ospedale di Camerino resta un’isola abbastanza tranquilla. Questo trend in crescita si sta purtroppo confermando anche in questo inizio 2025. Quali soluzioni si possono adottare? Direi che in primis si può lavorare sulla prevenzione, riconoscendo i segnali di un rischio violenza che potrebbe essere anche la segnalazione da parte dell’ambulanza del 118 dell’arrivo di un paziente critico, effettuare corsi di formazione su come affrontare queste aggressioni. Altre soluzioni le stiamo adottando già come i posti di polizia ai Pronto soccorso, pattuglie di polizia locale, videosorveglianza, accessi controllati dalla vigilanza, dotazione operatori sanitari dispositivi Tlk10».

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Infine Gianni Giuli, direttore del Dipartimento delle dipendenze patologiche, ha ripercorso l’episodio che lo vide protagonista di un’aggressione in ambulatorio alcuni anni fa. «Questa giornata mi tocca personalmente perché il 25 novembre 2019 sono stato aggredito proprio nell’esercizio della mia attività professionale –ha ricordato Giuli – fui colpito con un martello ma per mia fortuna me la sono cavata, anche se la ferita psichica c’è ancora. Avere coraggio per tornare al lavoro dopo un’aggressione non è stato semplice. Da quando ho iniziato a fare questo mio lavoro il quadro generale è totalmente cambiato: prima con gli eroinomani non si aveva questo effetto aggressivo delle persone che si presentano in ospedale perchè oggi abbiamo pazienti politossicodipendenti quindi con utilizzo di molteplici sostanze. La nostra provincia è un crocevia di sostanze stupefacenti che giungono dalla rotta balcanica lato mare e dalla superstrada che collega con altre regioni del centro Italia punto nodale dello spaccio. La cocaina e il crack danno un’alta aggressività che diventa quindi un rischio ulteriore per i sanitari che si trovano di fronte persone che fanno uso di questa droga. Direi che da quell’episodio della mia aggressione passi avanti sono stati fatti nei nostri ambulatori: abbiamo la videosorveglianza h24, una porta antisfondamento, una guardia giurata, un controllo continuo del funzionamento delle porte, abbiamo un orologio al polso con cui dare l’allarme in caso di necessità da dentro l’ambulatorio. Il rischio c’è sempre però già con questi strumenti siamo passi avanti nella prevenzione delle aggressioni».

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Alessandro Marini, direttore dell’Ast Macerata

A chiudere la mattinata sono stati gli interventi di Stefano Nassini, direttore del Dipartimento di salute mentale, Paola Nicolini, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’Università di Macerata, e Maria Sellitti, psicologa del distretto di Macerata.

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