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Caserta – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’articolata e competente analisi di Natale Argirò, già Questore di Benevento, Reggio Emilia e Trieste, sulla recrudescenza dei furti in abitazione. E con una serie di proposte di intervento:
L‘ALTO CASERTANO ALL’ONORE DELLA CRONACA NAZIONALE PER FURTI IN CASA. QUANDO IL FURTO DIVENTA RAPINA E PERSINO OMICIDIO. COME DIFENDERSI.
Ha fatto molto scalpore in Italia l’omicidio del 58enne Luciano Muttoni, ucciso nella sua casa di Valtrembo nella Bergamasca da due malviventi (poi arrestati) per sottrargli i soldi che aveva in casa: 50 euro!. Lo hanno ripetutamente colpito al capo con il calcio di una scacciacani fino a tramortirlo perché si era permesso di reagire.
Quarta Repubblica nell’ultima puntata ne ha parlato ampiamente ed ha illustrato altresì la difficile situazione con furti e rapine in sequenza, nell’alto casertano e in provincia di Napoli. Lo stesso prefetto di Napoli, Michele di Bari, al termine della Conferenza regionale delle Autorità di Pubblica Sicurezza dell’altro giorno aveva sottolineato che «C’è un dato, sul fronte della sicurezza in Campania, che sta creando un particolare allarme sociale ed è quello dei furti nelle abitazioni
». «I dati complessivi della delittuosità in Campania sono in flessione rispetto al 2023 – ha spiegato il prefetto – il 2024 registra una flessione del -5.69%. Quello che invece abbiamo tutti notato è che malgrado anche la flessione ciò che crea molto allarme sociale in questo momento sono i furti nelle abitazioni. È un fenomeno diffuso in tutta la regione per il quale non solo abbiamo già adottato una serie di strategie e interventi mirati ma questi devono essere sempre più stringenti perché mi rendo conto che un furto in abitazione, come una truffa ad un anziano, restano elementi di allarme sociale che dobbiamo tentare in tutti i modi di affievolire se non eliminare».
Come difendersi? Nicola Porro nella sua trasmissione ha messo insieme e a confronto alcuni esperti ai quali ha chiesto consigli sul da farsi ma, ad essere sincero, non credo sia stata raggiunto alcun risultato. Diverse le singole posizioni: da un lato le varie tesi di trattare con i malviventi e assecondarli, opporre resistenza con ogni mezzo, fino a reagire con un’arma da fuoco se legalmente posseduta, organizzare ronde o chat condominiali, pretendere la presenza un pattugliamento continuo di Polizia o Carabinieri nelle zone più a rischio. Dall’altro lato, si è sostenuto che le iniziative private sono pericolose, che alla tutela del cittadino (che paga le tasse anche per la sua sicurezza) deve provvedere lo Stato, che non bisogna mai arrendersi, che bisogna sapere che delle lesioni o morte di un ladro risponde chi ha commesso il reato (ancorché derubato o rapinato) e che la legittima difesa così com’è stata modificata recentemente non aiuta certamente.
La nuova formulazione della difesa legittima (L.36/2019) sancisce che “non è punibile chi ha agito per la salvaguardia della propria o altrui incolumità e si trovava in stato di minorata difesa ovvero in stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto” (art. 55 c.p.).
Ora, non entro nel merito dell’interpretazione che di questa norma fanno i giudici, fatto sta che tutti (o quasi) quelli che si sono difesi da un furto o una rapina con pregiudizio dei malviventi, sono stati incriminati e in qualche caso anche condannati al risarcimento del danno subìto dal ladro o rapinatore.
Tanto, perché dalla legittima difesa sono esclusi tutti i casi in cui il malvivente recede dall’aggressione ovvero si dia alla fuga, ovvero i casi in cui la difesa sia sproporzionata rispetto all’offesa.
Quindi? Dal mio modesto punto di vista, la prima cosa da fare è riformulare questo articolo nel senso che, se la mia proprietà è invasa da un malintenzionato per ciò stesso sussiste e viene concessa la legittima difesa a chi tale invasione sta subendo. Il principio deve essere chiaro e non interpretabile!
Poi, visto che viviamo nell’era della tecnologia, che sta sostituendo sempre più il fattore umano, credo che un modo certamente efficace per scoraggiare questo odioso reato sia quello di dotarsi di impianti di sicurezza passivi.
Ma, purtroppo, le disposizioni del “bonus sicurezza” adottate dal Governo, presentano modifiche sostanziali per quest’anno risultando del tutto inadeguato alla difesa della proprietà privata.
Infatti, la detrazione fiscale IRPEF (aliquota del 36%) prevista per il 2025 segna un cambiamento significativo rispetto alla precedente detrazione del 50% del 2024 e il limite di spesa subisce una riduzione del 50%, attestandosi a 48.000 euro per unità immobiliare rispetto ai precedenti 96.000 euro. Questo si traduce in una detrazione massima di 17.280 euro per ogni intervento di sicurezza.
Insomma, aumentano i furti ma diminuiscono i fondi per contrastarli e allora di cosa vogliamo parlare! Bisogna invece aiutare il cittadino a difendersi specialmente quando si è impossibilitati (non importa per quale ragione) di difenderlo con i servizi di controllo del territorio e personalmente integrerei l’aliquota prevista, a fronte del dilagare di questo fenomeno, portandola fino al 75%.
Ebbene, a questa incomprensibile scelta in peius da parte del Governo, in altre realtà territoriali sopperiscono le Regioni con appositi finanziamenti a fondo perduto concessi ai Comuni che ne fanno richiesta per poi contribuire alle spese sostenute di privati cittadini.
Ad esempio, per l’anno in corso, nella Regione Friuli-Venezia Giulia gli enti locali possono presentare domanda per l’accesso al finanziamento per l’installazione di sistemi di sicurezza presso le abitazioni private, le parti comuni dei condomini e altri immobili, entro il termine perentorio del 28 febbraio 2025, a pena di inammissibilità.
Il riparto delle risorse avviene sulla base dell’individuazione di nove fasce di popolazione residente nel Comune singolo o nei Comuni aderenti a una forma associativa. A ciascuna delle fasce corrisponde una diversa misura di finanziamento. Il dato della popolazione a cui fare riferimento è quello risultante dalla più recente rilevazione disponibile validata dall’ISTAT.
Le risorse assegnate sono liquidate in via anticipata nella misura del 50% contestualmente al decreto di concessione. Il saldo è liquidato contestualmente all’approvazione della rendicontazione, da presentarsi entro il 30 settembre 2026.
Cosa fanno le altre Regioni? Quanti fondi riservano alla difesa passiva della proprietà privata e delle aziende da furti e rapine? Pochi, mentre dovrebbero essere aumentati almeno fino al 50% della spesa a fondo perduto. Credo che questa sia una strada importante da seguire al di là delle solite chiacchiere da salotto.
Sempre a titolo esemplificativo, al fine di favorire migliori condizioni di sicurezza sul territorio di Trieste e la rassicurazione della comunità civica contro i reati predatori, in particolare i furti e le rapine, il Comune di Trieste (dove ho la mia residenza legale) ha deciso di destinare un contributo del 75% a fondo perduto per interventi di installazione di sistemi di sicurezza presso le abitazioni private.
E Trieste non è né Napoli né Caserta!
Spero di non aver predicato in un deserto……………!
Natale Argirò – già questore
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