Per quale Europa manifestare? | il manifesto

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#finsubito


Sono iscritto all’Anpi che, stavolta, non mi convince
Caro manifesto, da quando quella «matta» a Bruxelles ha urlato ”voglio 800 mld in armi” oggi ne spendiamo ca. 80, mi sono chiesto: ma i tempi quali sono? Ci vorrà qualche anno e intanto che succede, mentre i due imperi trattano sull’Ucraina a Riad e si fanno la pace che a loro conviene. Succede che noi europei facciamo esattamente quello che ci chiede Trump: distruggere l’Europa sociale, armare i singoli Stati, tenere l’intero continente sotto una minaccia presunta che annichilisce ogni idea di futuro e liberare gli Usa dal pensiero della Russia in modo da potersi occupare della Cina. Mi chiedo se con 6000 testate nucleari puntate contro di noi, oggi non fra tre anni, non sarebbe saggio tornare a fare politica diplomatica, lanciare ponti di pace a Est e in M. O., assolvere ad un nostro obbligo morale garantendo la vita (si proprio la vita nuda) dei palestinesi dei curdi degli yazidi degli alawiti e degli ucraini vittime innocenti di questa tragica commedia che è la geo-politica. Sono un iscritto all’Anpi Milano, ma questa volta sono in disaccordo con il nostro caro Presidente sull’andare alla manifestazione del 15 marzo, non so se sia utile una contro manifestazione. E per favore basta con quei sepolcri imbiancati dell’Ulivo (…)
Gigi Sanza, Milano

Vado a prendermi il sole
Buonasera caro direttore del manifesto , ho letto il suo articolo molto ben fatto e mi sembrava di averlo scritto io (con rispetto parlando), per quanto mi ci sono immedesimato. In particolare, condivido totalmente il senso di disagio e di insufficienza delle parole d’ordine con cui è stata convocata questa manifestazione. Io, da europeista (e federalista) incallito, provo un forte disagio e insofferenza a riconoscermi in questa Europa, per tutti i motivi che lei ha efficacemente illustrato. E questo sentimento aumenterebbe ancora di più così nel partecipare alla manifestazione del 15 marzo, a meno di dover fare troppi distingui e dissociazioni. Anche considerando i proclami annunciati e balbettanti di una difesa europea, che tutto sembra meno che comune e finalizzata a razionalizzare e ottimizzare spese già molto elevate, e quindi inutile e inefficace nel perseguire i pur giusti obiettivi di sicurezza (su cui molto si dovrebbe dire). Perché mancante di una visione politica condivisa a fondamento di una possibile difesa europea, e di cui dovrebe anticiparne la concezione e costruzione. Così, pur se sarà una bella giornata di sole, e c’è voglia di aria fresca, preferirò saltare questo giro e dedicarmi ad altro.
Cordiali saluti
Stefano Proietti

Non riesco a tacere
Non riesco a tacere di fronte alla confusa rincorsa di capi di partito, sindacati, associazioni che preferisco non nominare anche se non le giustifico nel rispondere prima e con più entusiasmo all’appello pubblicato da Michele Serra su Repubblica. Sapete tutti di cosa parlo, e mi permetto di confrontare il mezzo scelto, un giornale che non ha mai avuto riferimenti solidi a sinistra, e confrontarlo con gli appelli alla pace fra Israele e Palestina pronunciati da papa Francesco, prima costretto a parlare di martoriata Ucraina perché si era permesso di parlare di Nato che abbaiava ai confini della Russia.
Ci siamo appellati, pur non avendo nomi famosi, ai governi che combattevamo, perché non respingessero i migranti per mare, e non nascondessero ancor di più quelli della rotta balcanica, che fossero a Trieste, in Bielorussia e in Polonia. A ognuno il suo, Michele Serra. Se anche noi anonimi portassimo meno persone di te, dal basso veramente, le porteremmo perché stanno tutti i giorni con noi, facciamo le stesse cose, e combattiamo il capitalismo e i suoi servi, anche quelli più furbi
Marcello Pesarini

Nel segno dell’articolo di Francesco Pallante
Mi sembra che l’articolo di F. Pallante del 5 marzo colga precisamente nel segno, ponendo l’interrogativo: per quale Europa scendere in piazza? Certamente non per l’Europa che prospetta la Presidente della Ue, lanciata in una crociata bellicista che più sconsiderata è difficile immaginare, purtroppo accompagnata dal plauso del governo di K. Starmer e di tutti o quasi i conservatori europei. L’Italia rischia di accodarsi pur con esitazioni, trascinata dal mucchio guerrafondaio. È singolare constatare come si stia rievocando una inesistente e vetusta minaccia dell’orso russo, addirittura una minaccia esistenziale. Si continua a voler ignorare le radici dell’ aggressione all’Ucraina da parte della Russia e il ruolo nefasto della continua avanzata della Nato nell’Europa Orientale. Ma una Russia comunque drenata da tre anni di sforzo bellico non rappresenta certo “il pericolo esistenziale” che si vuole agitare come spauracchio. A vantaggio di chi? Solo dell’industria bellica, evviva la crescita del Pil. Il vero pericolo politico consiste nell’impoverimento progressivo di larghe fette di popolazione europea, nella morte dello Stato sociale e la crescita di una destra neofascista. E il pericolo esistenziale che incombe sempre più minaccioso arriva dallo scioglimento dei ghiacciai, dalle crepe del manto gelido della Groenlandia e dalla perdita della biodiversità, realtà rimosse come un brutto sogno (…)
Stefania Sinigaglia

Federalisti Europei
Come attivisti del Movimento Federalista Europeo, del Movimento Europeo e di altre organizzazioni abbiamo scritto una lettera aperta per spiegare le ragioni della nostra adesione all’appello di Michele Serra a scendere in piazza il 15 marzo, rivolgendoci a chi si sta giustamente chiedendo di «quale Europa» stiamo parlando. Crediamo sia importante aprire un dialogo con coloro che non ci saranno perché non hanno chiaro lo scopo della manifestazione o perché non lo condividono. In questo momento di grave crisi internazionale, occorre sostenere l’unità dell’Europa contro tutti quelli che, dall’interno e dall’esterno, la vorrebbero disunita e incapace di agire. Nel Manifesto di Ventotene, nato durante la Resistenza europea contro il nazifascismo, era chiaro l’obiettivo di liberare il continente, e progressivamente il mondo, da guerre, nazionalismi e imperialismi. Proseguendo su questa strada, auspichiamo di iniziare un percorso condiviso verso un’Europa democratica e federale, capace di avere un’autonomia strategica nei settori dall’energia, della tecnologia digitale e della politica di sicurezza comune. Per costruire una difesa europea non occorre aumentare le spese per il riarmo nazionale togliendo soldi al welfare, ma razionalizzarle su scala continentale per creare un esercito comune pensato come strumento difensivo con corpi civili di pace a disposizione dell’Onu, così da realizzare un nuovo ordine internazionale più inclusivo, sostenibile e pacifico.

Noi saremo dunque in piazza, guardando anche oltre il 15 marzo, per rinsaldare i legami tra i cittadini europei in nome di un’Europa libera, unita, solidale e di pace.
Nicola Vallinoto, Antonella Braga e Giulio Saputo

prime adesioni:
Diletta Alese, Giuseppe Allegri, Antonio Argenziano, Paolo Bergamaschi, Sara Bertolli, Grazia Borgna, Giuseppe Bronzini, Sandro Capitanio, Berardo Carboni, Antonia Carparelli, Renato Carpi, Gabriele Casano, Roberto Castaldi, Alessandro Cavalli, Filippo Ciavaglia, Giancarla Codrignani, Marcella Corsi, Pier Virgilio Dastoli, Stefano Dell’Acqua, Gabriella Falcicchio, Maria Sophia Falcone, Luigi Ferrajoli, Sofia Fiorellini, Michele Fiorillo, Alex Foti, Filippo Maria Giordano, Matteo Gori, Piero Graglia, Francesca Graziani, Giorgio Grimaldi, Piergiorgio Grossi, Ariane Landuyt, Claudio Leone, Guido Levi, Lucio Levi, Alberto Majocchi, Alessandro Marcigliano, Enzo Marzo, Fabio Masini, Pinuccia Montanari, Guido Montani, Bruno Montesano, Angelo Morini, Antonio Padoa Schioppa, Mimmo Rizzuti, Stefano Rossi, Vito Saccomandi, Elias Salvato, Cinzia Sciuto, Giorgia Sorrentino, Mauro Spotorno, Daniele Taurino, Valentina Usai, Giulia Vassallo, Giovanni Vetritto, Tommaso Visone, Marco Zecchinelli.

Per aderire: insiemepereuropadipace@gmail.com



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