crisi a El Plateado nel 2025

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Quella della guerriglia in Colombia è una questione che permane ancora oggi, nonostante i numerosi tentativi di risoluzione e l’indifferenza dei media occidentali. Il distretto di El Plateado, nella parte più rurale del Paese, è storicamente un luogo di scontri e ostilità: le sue ricchezze naturali, e in particolare le piante di coca, l’hanno fatto diventare una delle roccaforti del narcotraffico, oltre che teatro di conflitti armati tra i gruppi di guerriglia dell’ELN (Ejército de Liberación Nacional), le FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) e l’esercito ordinario. Negli scorsi giorni, questa piccola località è ritornata sulle prime pagine dei giornali a causa del sequestro (e successiva liberazione) di 28 poliziotti e un soldato delle forze armate nazionali da parte della comunità locale sostenuta da alcuni dissidenti delle bande armate di guerriglieri. L’avvenimento, nato in risposta a una massiccia operazione militare per lo smantellamento del crimine organizzato nella regione, potrebbe portare alla rottura definitiva del tanto agognato accordo di pace raggiunto nel 2016.

La coltivazione di coca: un business che ha alimentato il conflitto armato

El Plateado, situato nel cuore di un canyon della Cordigliera Occidentale, è una zona rurale della Colombia, basata essenzialmente sull’agricoltura e il cui sviluppo in chiave collettivista e comunitaria si è svolto sempre ai margini del resto del Paese.

Negli anni ’70, qui iniziarono le prime coltivazioni di coca, che crebbero esponenzialmente fino a fare di El Plateado una piantagione a cielo aperto: si stima infatti che il 75% delle coltivazioni di coca del Cauca avvenga proprio qui, raggiungendo almeno 30 mila ettari di colture illecite.

Agli inizi degli anni ’80, le FARC iniziarono gradualmente a conquistare influenza nel territorio: da gruppo di guerriglieri armati di ispirazione marxista creato nell’ambito del movimento campesino, diventarono una sorta di intermediari tra la popolazione locale e i narcotrafficanti.

Il gruppo riuscì ad ottenere legittimità anche grazie al loro inserimento nella gestione del mercato della coca con l’imposizione delle tasse. Negli anni sono stati intentati diversi progetti di sostituzione delle colture ma i guerriglieri non sono mai riusciti ad abbandonare le coltivazioni illecite.

Quando nel 2011 arrivò a El Plateado anche l’ELN, si accese la rivalità storica tra i due gruppi e il territorio piombò in una spirale di violenza, in un ambiente dove i rapporti tra guerriglieri e narcos diventano sempre di più contorti e discutibili.

 FARC vs ELN e l’accordo del 2016

Quella in Colombia è probabilmente la storia del più antico conflitto armato del continente: prima diretta contro il potere centrale, in seguito è mutata fino a diventare uno scontro tra gruppi con un’ideologia comune per la presa del potere.

Infatti l’ELN, a differenza delle FARC, nasce negli ambienti universitari e intellettuali comunisti degli anni ’60, si ispira alla gloriosa Rivoluzione Cubana e presenta una struttura molto più organizzata e politicizzata, in un certo senso quasi federale. Se le FARC ebbero un rapporto di amore-odio con i narcotrafficanti, l’ELN fu coinvolto nelle estorsioni al mercato petrolifero e minerario.

Lo scontro tra i due, con obiettivi e modalità di lotta talvolta molto distanti, fu inevitabile ma alla lunga finì solamente per dividere le comunità locali come quella di El Plateado e contribuire alla creazione di un clima di incertezza e violenza.

Quasi 60 anni di conflitto armato interno, caratterizzato dall’intrecciarsi di forze destabilizzatrici diversificate, hanno mietuto un numero elevatissimo di vittime: le (fallimentari) trattative per la pace e il dialogo con il governo di Álvaro Uribe sono durante molti anni ma una reale riconciliazione non è mai avvenuta.

Le varie negoziazioni, nonostante la vittoria del “no” al referendum, hanno portato all’accordo di pace finale del 2016 che però non è mai stato rispettato veramente soprattutto a causa della nascita di gruppi separatisti (come i dissidenti delle FARC a El Plateado o i gruppi affiliati all’ELN attivi nella regione di Catatumbo).

El Plateado al centro della “Paz Total” di Gustavo Petro

L’attuale Presidente Gustavo Petro, apertamente comunista, ha lanciato l’ambizioso progetto di “pace totale” per scongiurare una volta per tutte la violenza creata nel Paese dal narcotraffico e dalle bande armate: se da un lato i dati ufficiali mostrano dei miglioramenti, dall’altro le tregue raggiunte non sono mai state durature nonostante l’impegno reale mostrato dell’amministrazione Petro.

Paradossalmente, la presenza costante delle forze nazionali in zone come quella di El Plateado a partire dal 2023 ha rafforzato i gruppi armati e portato ad eventi come quello del 6 marzo, quando la popolazione locale è insorta contro il governo e alcuni dissidenti armati (il cosiddetto fronte Carlos Patiño) hanno sequestrato 29 agenti per ottenere il ritiro delle forze statali.

Gli ostaggi sono stati rilasciati ma Petro ha espresso chiaramente che l’esercito colombiano non lascerà mai El Plateado e ha inoltre ribadito con fermezza la sua intenzione di portare a termine il piano di trasformazione territoriale della zona denominato Misión Cauca.

Questa situazione di alta tensione potrebbe creare un importante precedente e altre rivolte simili potrebbero venire esportate in un’altra area critica del Paese, quella di Catatumbo – ciò sembra addirittura uno scenario molto probabile perché proprio nelle ultime ore alcuni comandanti dell’ELN hanno annunciato di essere vicini a una guerra totale contro lo Stato colombiano.

Ora più che mai è chiaro che le “problematiche” decennali della Colombia non sono ancora state risolte e il Paese è sull’orlo dell’ennesima escalation, intrappolato in un braccio di ferro infinito tra le forze statali e quelle dei guerriglieri, dove le istanze né dell’uno né dell’altro non vengono mai realmente ascoltate e accolte.

In tali zone, dove la dipendenza dalle colture illecite si mescola alla lotta armata e all’eterna questione di classe, la pace è un processo irto di ostacoli che va conquistato passo dopo passo.

Sara Coico

 



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