McQueen, Ann Demeulemeester e Ludovic de Saint Sernin

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Versione italiana di

Gianluca Bolelli

Pubblicato il



10 marzo 2025

Tre stilisti emergenti della nuova generazione hanno messo in scena sfilate al sabato per McQueen, Ann Demeulemeester e Ludovic de Saint Sernin alla settimana della moda di Parigi. Abbiamo assistito a questa nuova ondata della moda.
 
McQueen: mineralogia e moda
Seán McGirr ha invitato gli ospiti ad assistere al défilé della sua terza collezione per la griffe McQueen alla Galerie de Géologie et de Minéralogie. Come le curiosità scientifiche contenute nello spazio, la collezione è parsa un po’ logora, persino polverosa.

McQueen – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

McGirr ha chiaramente un sacco di talento nel disegnare; drappeggia con arguzia e sa attingere con sicurezza al DNA gotico e celtico che sta alla base del marchio McQueen. Ma la sfilata non è proprio decollata.
 
L’idea centrale di Seán, nato a Dublino, era la rinascita del dandy, una parola di etimologia scozzese che denota un uomo profondamente elegante, anche se forse eccessivamente ossessionato dalla vanità personale. Il giovane stilista irlandese, d’altro canto, ha interpretato l’essere dandy come un concetto liberatorio, in cui l’atto di vestirsi costituisce un’espressione della propria individualità.

Rispettando le radici della casa nella sartoria di Savile Row, McGirr ha iniziato con i più impeccabili tailleur, frac, mini-abiti e redingote edoardiane.

McQueen – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

Prima di perdersi, lentamente ma inesorabilmente, nell’eveningwear: cappotti di pelliccia a bozzolo che inghiottono sottovesti, indossati con calze da saloon del Far West, o un abito da sera in pizzo che mostra mutandine e reggiseno che né McQueen né chi gli è succeduto, la bravissima Sarah Burton, avrebbero tollerato.
 
Il suo abito in chiffon rosa scuro con volant o le sottovesti in raso bianco, rifinite con una nuvola di tulle sulle spalle, avevano una certa aura. Ma nonostante il casting intelligente e la colonna sonora frizzante, che includeva The Soft Boys, l’atmosfera alla fine era scarica.

McQueen – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

Si sapeva che venire dopo Lee McQueen o Sarah Burton sarebbe stato un lavoro monumentale. A merito di McGirr va ascritta la chiara padronanza dei codici della casa di moda e lusso. Ma i giorni in cui Alexander McQueen era il più grande show cui si poteva assistere nel mondo della moda sembrano storia antica, proprio come le pietre preistoriche esposte in questa galleria.
 
Ludovic de Saint Sernin: una femme fatale trasgressiva
Poco tempo fa, Ludovic de Saint Sernin era uno dei migliori stilisti della moda. Questo sabato è stato uno di quei giorni in cui il suo mix di trasgressione, sartorialità, sex appeal e frizzantezza è stato proporzionato in modo perfetto.

Ludovic de Saint Sernin – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

Presentata all’interno di un malandato edificio per uffici degli anni ’60 a Montparnasse, questa collezione Autunno-Inverno 2025/26 ha avuto come protagonista la tendenza chiave di Parigi: il ritorno della femme fatale.
 
La mangiauomini Mata Hari ha sfilato in mezzo a nuvole di ghiaccio secco con giacche che lasciano scoperte le spalle e top con spacco profondo bordati di cristalli, oppure con abiti da cocktail in lucertola attillati e pieni di brio.
 
Per le feste serali, le seduttrici si sono presentate con gonne attillate e bra-top in nylon elasticizzato a coste, rifiniti con cerniere in acciaio o finto pitone. Nel caso non aveste colto il messaggio, sappiate che un’incantevole modella è passata davanti a noi a grandi falcate con reggiseno e mutandine in PVC ben in vista e stivali alti fino alla coscia indossati sotto un trench nero lasciato aperto.

Ludovic de Saint Sernin – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

Ludovic amerà sempre un po’ di trasgressione e in questa sfilata co-ed ha fatto sfilare ragazzi con gilet dotati di cerniera in PVC in flanella borchiata nei colori grigio o verde, con i capezzoli che quasi ne saltavano fuori ad ogni passo.
 
Trascinata da una colonna sonora sensazionale che mescolava Recoil e Popgoth, questa è stata una dichiarazione di moda potente, arrivata sei settimane dopo la sfilata stellare di alta moda organizzata da de Saint Sernin per Jean-Paul Gaultier.

Ludovic de Saint Sernin – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

A pensarci bene, se qualcuno ha bisogno di trovare uno stilista per far rivivere una venerabile casa francese, il nome di Ludovic de Saint Sernin dovrebbe essere in cima alla lista dei candidati.
 
Ann Demeulemeester: emozioni poetiche e controcultura USA nel Marais
Improvvisamente, e in modo piuttosto spettacolare, quello di Ann Demeulemeester è tornato ad essere un défilé importante.

Ann Demeulemeester – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

Rendiamo grazie per questo al direttore creativo di Ann, Stefano Gallici, la cui ultima collezione è riuscita a far emergere le emozioni poetiche del marchio in una fantastica dichiarazione di moda ispirata ai quattro angoli degli Stati Uniti.
 
Una sfilata presentata all’interno di un ex ospedale medievale nel Marais, gremito fino all’orlo di un pubblico completamente vestito di outfit in bianco e nero, la maggior parte dei quali realizzati da Ann Demeulemeester.

Ann Demeulemeester – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

Gallici ha attinto a ogni tipo di iconografia americana in un libro di immagini lasciato su ogni sedia, da un’anziana Georgia O’Keeffe nel suo giardino, alle foto di Dennis Hopper su auto classiche degli anni ’50, fino ad Abbie Hoffman a Woodstock.
 
In un’epoca di tagli radicali del governo americano da parte di Trump, è sorprendente che così tanti stilisti facciano riferimento alla controcultura degli anni ’60. La libertà di quei giorni era sostenuta dalla controcultura di quell’epoca, l’opposto dell’attacco della destra globale a qualsiasi cosa sia woke.

Ann Demeulemeester – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

Il risultato è stato un grande show, con protagonista una collezione gotica poetica ideale, intitolata “Wall of Reference”: poetesse-rocker in spolverini, gilet in pelle da pistoleri del West, cappelli da ranchero ancora di pelle, poncho all’uncinetto come quello di Clint Eastwood nella Trilogia del Dollaro di Sergio Leone, cappotti da becchino di pelle nera e superbi completi da sceriffo a tre pezzi per una ragazza di Tombstone, Arizona.

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