Sicurezza, taxisti lecchesi esasperati: «Situazione drammatica in stazione»

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Non solo una vistosa crescita delle rapine sui treni lombardi certificata da Trenord, ma anche minacce ai taxisti. Triboli, Radio Taxi Lecco: «Si stava lavorando per un servizio di reperibilità notturna, ma in queste condizioni non riusciamo a garantirla»

Il boom di rapine sui treni lombardi è stato certificato dalla stessa Trenord. Dalle 36 denunce del 2022 e 2023 si è passati alle 101 del 2024. I dati del “Focal point security” di Trenord, la piattaforma che raccoglie le segnalazioni del personale di bordo e coordina gli interventi di assistenza, diffusi dai consiglieri regionali del Pd, non lasciano spazi a dubbi. Ma c’è anche un’altra faccia della medaglia, per niente differente: se sui treni la violenza e l’intimidazione sono di casa, in stazione lo sono ancora di più.

Le nostre stazioni sono spesso “frontiera”. Dei veri e propri “saloon” western dove si sa come si entra ma non si sa come ne si esce. Se per un utente occasionale della stazione questo può sembrare esagerato, non lo è per i lavoratori che in stazione ci vivono. I taxisti. La denuncia raccolta anonimamente tra gente che da anni fa questo mestiere è univoca: la piazza è un “porto franco”. “Ho lavorato sempre bene fino a qualche anno fa – ci dice un taxista molto esperto -. Oggi la piazza è degli extracomunitari che fanno solo casino, litigano tra di loro, si scazzottano, si spintonano. Anche perché si riuniscono per etnie, per nazionalità diverse. E così scattano i confronti: nigeriani contro senegalesi, maghrebini contro neri. I controlli? Pochi. E anche quando arrivano se ne vanno subito anche perché gli extracomunitari si pestano tra di loro e dunque non destano troppa preoccupazione neanche tra le forze dell’ordine. Li lasciano fare”.

Un altro taxista lo sentiamo al telefono mentre sta facendo un turno pomeridiano. “Se fosse qui con me vedrebbe che in questo momento sono attorniato da quindici ragazzi che si spintonano. Noi le auto le spostiamo di continuo per queste cose. Poi di sera rischi di essere l’unico italiano in piazza e così nessuno vuole stare qui. La Polfer? Quando non sono sui treni, vengono sempre a dare una mano. Ma poi tanto quelli (i ragazzi, n.d.r.) vanno via e tornano quando vedono che le acque si sono calmate”. Sbuffa, il taxista, stanco di lavorare male: “L’altro giorno c’erano tre macchine della Polizia fisse qui, ma neanche loro sanno cosa fare. Mica possono stare qui 24 ore su 24 e anche loro non sanno cosa dire e fare. Non hanno strumenti né giuridici né deterrenti di altro tipo da usare. E poi quando sono in 30-40 questi ragazzotti dovresti chiamare la Celere, mica la Polizia. Se chiedi a uno solo di spostarsi, si sposta. Ma quando sono in dieci-quindici ti guardano come a dire: “Cosa vuoi? Lasciaci in pace”. E anche la comunicazione è difficile. Loro a te parlano in arabo o in altre lingue. Ma capiscono benissimo cosa stai dicendo loro. Secondo me giocano, sfruttano le pieghe della nostra stessa legge per aggirarla”.

Un altro taxista dice che qualche “bozzo” alla sua macchina l’hanno fatto: “E qualcuno di noi è stato mal apostrofato. Per ora non è mai successo nulla di grave. Ma se so che sono da solo, di notte, me ne vado dalla stazione. Grazie al Radio Taxi riesco a lavorare lo stesso anche non stando fermo qui come base. Ma in teoria dovrei essere fermo qui. Stateci voi, però. Io non rischio la pelle per una corsa”.

Pierluigi Triboli, non ha problemi a parlare. Fa da rappresentante di molti taxisti avendo “inventato” il Radio Taxi a Lecco e ammette: “La situazione è drammatica. Tutti i giorni abbiamo problemi con le bande di ragazzini nordafricani: ci minacciano, ci danneggiano il “rudere” di cabina che abbiamo come ricovero e che abbiamo chiesto di poter cambiare da anni. Ci spaccano i vetri della cabina, troviamo sempre disastri. La situazione è problematica”.

Triboli aggiunge. “Si stava lavorando per un servizio di reperibilità notturna, ma in queste condizioni non riusciamo a garantirla: la situazione sicurezza è drammatica. Il servizio era carente in città. Mi sono preso a cuore la situazione e abbiamo attivato il Radio Taxi Nazionale che funziona e ha migliorato di molto il servizio, ma avere un unico stallo, parcheggio, in stazione di notte diventa davvero un problema. Nessuno di noi vuole rischiare la macchina, o, peggio, una coltellata da un ubriaco o da un drogato perché possiamo sostare solamente qui anche di notte”.

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