Addio al Metropolitan. L’ultimo giorno dello storico cinema di Palazzo Cellammare a Chiaia è stato mercoledì 15 gennaio. Le ultime proiezioni hanno avuto luogo ieri sugli schermi del multisala che, tra gli altri, in tempi recenti ha ospitato la prima di “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino. La vicenda della chiusura del cinema, anticipata da Il Mattino nelle scorse settimane, è lunga e articolata.
In buona sostanza, ieri gli ormai ex gestori del Metropolitan (le famiglie Caccavale e Grispello, storici imprenditori nel settore partenopeo dello spettacolo) hanno ricevuto dalla proprietà dei locali (banca Intesa Sanpaolo) la «comunicazione che conferma l’obbligo di lasciare gli spazi».
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Sul tema è subito arrivata la reazione del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Borrelli, che sempre ieri in serata è intervenuto alla Camera chiedendo «un’immediata informativa sul Metropolitan. Ho chiesto che il ministro Alessandro Giuli riferisca in aula in merito al cinema su cui il suo predecessore aveva posto un vincolo di destinazione d’uso. Serve un question time sul Metropolitan».
La vicenda
Prima di tornare al presente che fotografa il tramonto del cinema di Chiaia, ripercorriamo le principali tappe di una vicenda articolata, che va avanti da circa due anni. Fu nella primavera del 2023, infatti, che la proprietà del Metropolitan mise all’asta i locali con un avviso pubblico. L’asta, affidata a un noto studio notarile di Milano, destò l’interesse di importanti imprenditori partenopei, e contò anche più di un’offerta (si ventilò, tra le altre, l’ipotesi di trasformare in uno spazio culturale dotato di posti auto a pagamento).
Nei mesi precedenti, dopo gli avvisi di sfratto ricevuti dalla Sistema Spettacoli srl (la società dei Caccavale-Grispello) si generò una mobilitazione collettiva che portò, nell’agosto del 2023, all’apposizione di un vincolo da parte del Ministero della Cultura di Sangiuliano. L’ex titolare del Mic convocò tutte le parti in causa nella sede capitolina di via del Collegio Romano. Il vincolo apposto da Sangiuliano, in sostanza, lega gli spazi del Metropolitan a un «uso culturale». Da allora, il multisala è rimasto in gestione alla famiglia Caccavale-Grispello a suon di proroghe, in attesa che Intesa Sanpaolo attribuisse gli spazi alla nuova proprietà.
Lo sfogo
È amareggiato, Giuseppe Caccavale, anche per il destino dei dipendenti dello storico multisala, che ieri sono stati chiamati al loro ultimo giorno di lavoro. Caccavale, confermando la disponibilità della Sistema Spettacoli srl a continuare nella gestione del cinema chiaiese, invoca oggi l’aiuto del Mic e di Palazzo San Giacomo: «La decisione è stata presa ieri, siamo stati obbligati – spiega – Non abbiamo potuto concedere un’ulteriore proroga ai nostri dipendenti. Ieri abbiamo ricevuto dalla proprietà la comunicazione che ci conferma l’obbligo di lasciare i locali. Ora speriamo solo in un intervento del Ministero della Cultura, che già in passato si è dimostrato sensibile al destino del Metropolitan. Il Mic potrebbe esercitare il diritto di opzione e acquisire gli spazi, pagandoli a Intesa Sanpaolo. Una decina di dipendenti resteranno senza lavoro a partire da oggi. In caso di ulteriori eventuali proroghe saremmo pronti a riprenderli al lavoro, la nostra disponibilità non è mai stata messa in discussione. Speriamo anche in un intervento del Comune».
L’idea
Sul caso interviene poi il consigliere dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano, cioè Luciano Schifone, che seguì da vicino la vicenda del vincolo sul cinema chiaiese. «È evidente – dice – che in questa situazione il Ministero potrà intervenire solo al momento della verifica della compatibilità di eventuali progetti di utilizzo dell’immobile con il vincolo di destinazione culturale citato. Intanto, sarebbe opportuno convocare in sede comunale un tavolo di consultazione fra le parti per concordare una strada condivisa per una soluzione ordinata delle varie problematiche. È evidente che a questo punto al Comune è affidata la iniziativa amministrativa di verifica documentale della ricostruzione storica della origine e della trasmissione dei diritti reali sulla cavità e sul manufatto architettonico».
L’ultima frase di Schifone si riferisce al documento del consigliere comunale Carlo Migliaccio, presidente della commissione Ambiente in via Verdi, che a dicembre ha chiesto una verifica sulla proprietà del cinema, in particolare sulla «legittimità degli atti rogati a suo tempo, negli anni Sessanta, con la possibile dichiarazione di nullità e loro annullabilità oggi da parte dello Stato». Le stesse verifiche sul rogito “antico” di oltre mezzo secolo erano già state chieste da Borrelli, con uno specifico intervento alla Camera di pochi giorni fa. Da Palazzo San Giacomo, però, il sindaco Manfredi si era espresso nelle scorse settimane dubitando dell’idea che la proprietà del Metropolitan potesse essere messa in discussione. Il dato certo resta, per ora, il tramonto del Metropolitan.
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