Scampia, Vela Gialla giù poi uffici, musei e negozi: «Ecco la vera rinascita»

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Non sarà uno scoppio a demolire la quinta Vela di Scampia, quella Gialla – in totale ne erano 7 ne resterà in piedi solo una – ma una gru che intorno alle 10 di oggi con una pinza si mangerà pezzo dopo pezzo un edificio che già era pericolante da molti lustri.

A ogni scoppio, a ogni pinzata e a ogni crollo è sempre corrisposta negli ultimi 30 anni la speranza di un futuro migliore. Ma così non è stato. Oggi però è diverso. Perché a Scampia ci sono tanti cantieri aperti dove già si possono vedere le fondamenta delle nuove case in costruzione che prenderanno fisicamente il posto delle Vele: ben 433 nuovi alloggi di cui 160 pronti entro il 2026. Questa la sostanza dell’evento di oggi, vale a dire che quando il sindaco e Presidente dell’Anci Gaetano Manfredi darà il via libera per azionare il martello della gru, subito dopo si sposterà di pochi metri per andare a verificare lo stato dell’arte di quei cantieri. Una corsa contro il tempo, un colpo di acceleratore quello di Manfredi per fare in modo che non si piangono più morti nelle Vele.

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Saldo e stralcio

 

Come quelli del 22 luglio dell’anno scorso quando crollò il ballatoio della vela Celeste, paradossalmente l’unica che non sarà abbattuta, dove persero la vita Roberto Abbruzzo, Margherita Della Ragione e Patrizia Della Ragione. Avevano 29, 35 e 53 anni. La loro morte ha fatto scattare l’allarme affinché venissero sgomberate la vela Gialla e quella Rossa che cadrà a fine aprile ed evitato altri lutti. Nella nuova Scampia ci sarà spazio per ricordarli, perché nella vela Celeste che verrà rifunzionalizzata, ci sarà spazio per il Museo delle Vele e un luogo nel quartiere per ricordare le tre vittime.

Scampia diventerà altro, un “cambio di paradigma” che racconta di una città che ha saputo spendere i soldi del Pnrr dialogando con il Governo e con i cittadini residenti del “Comitato Vele” che ha iniziato la sua lotta per avere una casa dignitosa già nel 1986. Il progetto si chiama “Restart Scampia” e vale circa 160 milioni di cui più della metà provenienti dal Pnrr e la restante parte da fondi nazionali, comunali ed Europei non Pnrr. «Non nascondo di essere molto emozionata – spiega la vicesindaca e assessora all’Urbanistica del Comune Laura Lieto – abbiamo lavorato moltissimo in questi tre anni, con il sindaco che ha dato l’anima per arrivare a questo risultato: la ricostruzione procederà contestualmente agli abbattimenti. Entro il 2027 tutte e 433 famiglie sgomberate avranno un alloggio nuovo».

L’abbattimento della vela Gialla durerà più o meno 40 giorni «a seguire immediatamente dopo – conclude la Lieto – inizierà quello della vela Rossa». Non solo case – che saranno autosufficienti dal punto di vista energetico – la nuova Scampia verrà completata con spazi destinati all’agricoltura urbana con orti e frutteti sociali, un parco pubblico di quartiere, una fattoria con finalità ludiche e didattiche, un mercato di prossimità, un complesso scolastico – scuola dell’infanzia per 120 bambini e asilo nido per 50-60 bambini – un centro civico con funzioni sociali e culturali. «L’obiettivo principale è garantire agli abitanti una casa dignitosa e un ambiente più vivibile».

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Per capire bene perché oggi non si tratterà solo di un abbattimento che lascia polvere bianca in gola e sui cappotti bisogna dare un rapido sguardo agli ultimi 50 anni. Le Vele – 7 – sono state costruite tra il 1962 e il 1975 da un progetto dell’architetto Franz Di Salvo dovevano rappresentare l’urbanizzazione delle periferie di Napoli. Ma già a metà degli anni Ottanta il fallimento era sotto gli occhi di tutti. Bisogna però arrivare al 1997, in piena epoca del sindaco Antonio Bassolino per abbatterne due, la F e la G. Nel 2003 il sindaco era Rosetta Jervolino e fu abbattuta la vela H dove oggi c’è la Federico II, la facoltà di Scienze sanitarie inaugurata nel 2022, ovvero 19 anni dopo l’abbattimento della vela H. Nel 2020 con Luigi de Magistris che indossava la fascia tricolore fu abbattuta la vela A, la quarta, ovvero quella Verde perché nel frattempo le Vele rimaste in piedi hanno assunto denominazioni cromatiche: appunto Verde, la Gialla che inizierà a cadere oggi, quindi la Rossa che cadrà ad aprile e infine la Celeste. A Scampia ci sono stati due Papi come Giovanni Paolo II nel 1990 e Papa Francesco il 21 marzo del 2015, 10 anni fa. Che hanno denunciato l’impalpabilità delle classi dirigenti che hanno permesso che quel quartiere diventasse la culla della camorra. E tre Presidenti della Repubblica. Francesco Cossiga, Carlo Azeglio Ciampi e quello attuale Sergio Mattarella. Il Presidente picconatore nel 1991, quando era all’apice della sua critica storica all’immobilismo delle istituzioni arrivò a Napoli e disertò l’appuntamento con il Gambrinus per andare a Scampia. Già allora Cossiga non ebbe dubbi: «Che orrore è un criminale chi vi mise in queste case».





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