Agenda 2030: la sfida riguarda tutti

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Professor Giovannini, ASviS nasce nove anni fa con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 al fine di realizzare gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile. Sappiamo che dal 2022 lo sviluppo sostenibile è stato inserito all’interno della nostra Costituzione, modificando addirittura due articoli. Si può dire missione compiuta?

Magari! Sarebbe bello poter dire di aver raggiunto pienamente la nostra missione, ma la realtà è che il percorso verso un mondo pienamente sostenibile è ancora lungo e complesso. C’è ancora tantissima strada da fare. Dopo nove anni di lavoro possiamo dire che l’educazione allo sviluppo sostenibile è stata introdotta in tutti i programmi scolastici, di tutte le scuole di ogni ordine e grado, e anche nelle università. In più sappiamo che quasi il 70% degli studenti adesso sa cos’è l’Agenda 2030. Abbiamo poi lavorato intensamente perché anche le politiche, italiane ed europee, andassero in questa direzione, e il cambiamento della Costituzione è di fatto un risultato storico in questo senso. Purtroppo però in termini di politiche attuate, in questi anni è mancato un elemento importante: la coerenza. La sostenibilità non ha solo la dimensione ambientale ma anche quella economica, sociale e istituzionale. 

A dicembre è stato presentato un rapporto ASviS legato ai territori.

ASviS pubblica tre rapporti principali ogni anno, ognuno con un ruolo specifico. Il primo, presentato ad ottobre, è il rapporto annuale che analizza lo stato globale rispetto ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030, misurando i progressi o i regressi compiuti. Il secondo, che è appunto il rapporto sui territori, è fondamentale perché porta questa analisi a livello locale: regioni, province e città metropolitane. Infine, c’è il “rapporto di primavera”, che valuta le politiche attuate durante l’anno e guarda alle prospettive future, formulando raccomandazioni concrete per indirizzare le scelte economiche, sociali, ambientali e istituzionali. L’importanza del rapporto sui territori risiede proprio nella capacità di mostrare come gli obiettivi dell’Agenda 2030 si traducano nella realtà quotidiana delle diverse aree del Paese. Non tutte le regioni partono dalle stesse condizioni, e non tutte hanno le stesse risorse o strumenti per progredire. Questa analisi fornisce quindi una base solida per interventi mirati ed efficaci. 

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Alla luce dei rapporti pubblicati, il 2024 lo possiamo considerare un anno positivo o negativo?


Il quadro che emerge dal rapporto per il 2024 purtroppo non è incoraggiante. Tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030, l’Italia registra un arretramento in ben 6 di essi, con una situazione peggiore rispetto al 2010. Anche per gli altri obiettivi i miglioramenti sono stati lievi, tranne per il Goal 12, legato all’economia circolare, dove possiamo parlare di un netto progresso. Tuttavia, è chiaro che questo non basta. Un segnale particolarmente preoccupante arriva dagli indicatori quantitativi, introdotti per la prima volta nel rapporto di quest’anno. Questi indicatori coprono temi cruciali come la povertà, l’educazione, la salute e l’economia. Dei 37 indicatori analizzati, ben 22 mostrano che l’Italia non riuscirà a raggiungere i target prefissati. Questo dato ci obbliga a riflettere seriamente sulla necessità di un cambio di passo. 

Gli obiettivi dell’Agenda 2030 sono davvero ancora all’ordine del giorno? 

Posso affermare che l’Agenda 2030 resta un riferimento fondamentale per molti Paesi, come ad esempio la Spagna, che ha continuato a lavorare con convinzione in questa direzione. È vero che eventi globali come la pandemia, le guerre e l’inflazione hanno rallentato alcuni progressi, ma non possiamo permetterci di abbandonare la strada tracciata. Gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile rappresentano il quadro più ambizioso e completo che il mondo abbia mai adottato per affrontare le sfide globali. Inoltre, l’Agenda 2030 è diventata un linguaggio condiviso e utilizzato da governi, imprese, organizzazioni del terzo settore e cittadini. Nonostante le difficoltà, deve continuare a essere la nostra bussola per costruire un futuro migliore.

Quale può essere il ruolo di un’associazione come l’Azione cattolica che è ben radicata nei territori? 

Il compito dell’associazionismo, a partire dall’Azione cattolica che è tra i 330 aderenti ad ASviS, è di promuovere e declinare concretamente la trasformazione sociale. Questo cambiamento non può dipendere solo dai governi, ma deve coinvolgere ogni individuo. In questo contesto, l’Ac ha un ruolo fondamentale nell’educazione dei giovani, fungendo da ponte tra ciò che si studia a scuola e ciò che si applica nella vita quotidiana. I valori dell’Agenda 2030 sono strettamente legati alla Dottrina sociale della Chiesa, come dimostra il ruolo significativo della Laudato si’, che ha avuto un impatto culturale e politico. Le associazioni hanno oggi un grande compito: favorire il riavvicinamento delle generazioni, spesso distanti. 

*Enrico Giovannini è professore di Statistica economica e Sviluppo sostenibile all’Università di Roma “Tor Verga- ta”. È stato ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili del Governo Draghi e del Lavoro e delle Politiche sociali del Governo Letta. È co-fondatore e direttore scientifico dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS), una rete di oltre 300 soggetti della società civile creata per attuare in Italia l’Agenda 2030 dell’Onu. 

*L’articolo Agenda 2030: la sfida riguarda tutti è stato pubblicato nell’edizione dell’11 febbraio di Segno nel mondo con Avvenire



Source link

Contabilità

Buste paga

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link