Prati Caprara, il comitato rilancia con una manifestazione in primavera. Laudani: «A est vogliamo il bosco urbano, a ovest il verde»

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di
Fernando Pellereno

Bologna, tanti ostacoli per l’uso temporaneo. L’assessore all’Urbanistica: ma l’accordo con Invimit non c’è

La lunga attesa dei Prati di Caprara. Sul futuro dell’ultimo polmone cittadino le idee del Comune «sono chiare», dice l’assessore all’Urbanistica Raffaele, «sono quelle espresse nel programma di mandato: restituirlo ai cittadini sotto forma di bosco urbano». Una svolta importante per gli oltre 40 ettari di verde, suddivisi fra Prati Est e Ovest, arrivata dopo la bocciatura negli ultimi anni di un paio di lottizzazioni, residenziali e commerciali, criticate e contestate con successo dai residenti riuniti nel Comitato Rigenerazione No Speculazione. Da diverse stagioni sono loro a presidiare i Prati, a tracciare sentieri e studiare il suo ecosistema. Hanno pubblicato un libro, producono foto e video. Hanno abbracciato il bosco, manifestato travestiti da alberi da via Saffi a piazza Maggiore. Hanno salvato i Prati, coraggiosi ‘transitori’ ecologici. E ora riprenderanno le attività con un evento nel week end di primavera nella grande radura di 2 ettari creata dal Comune per realizzare una scuola, poi rimasta al palo. Evento pubblico, un modo per tenere alta l’attenzione sui Prati e fare il punto anche sulla proposta di collaborazione avanzata all’amministrazione per ‘gestire’ quella radura «che è di proprietà comunale», dicono.

La distinzione fra usi temporanei e definitivi

«In realtà», precisa Laudani, «quella spianata non è del Comune: la fruizione dell’area è a tempo, se non si fa la scuola torna a Invimit». Ma non subito. «La scuola non è nel piano investimenti, c’è una richiesta del quartiere, pensiamo che il ragionamento sulla scuola abbia senso farlo quando avremo un’idea più chiara sul futuro complessivo dei Prati». Che dovrà essere ‘discusso’ con Invimit. Perché non succede niente, neppure parzialmente? Per due motivi: mancato sviluppo sull’Ovest e normativa inefficace. «A Est vogliamo il Bosco Urbano, mentre a Ovest siamo disponibili a ragionare su interventi che operino con le volumetrie e i sedimi esistenti preservando il verde. Le ultime ipotesi di Invimit non erano in linea con le nostre», spiega l’assessore. Non sbloccando l’Ovest, l’Est resta al palo. «Prati Ovest che abbiamo visitato recentemente», dicono al Comitato, «molto belli anche quelli: circa 17 ettari con 17 capannoni due dei quali occupati dalla Croce Rossa». In realtà nei Prati Est – ‘ripuliti’ pochi mesi fa da occupazioni abusive piano piano ricomparse – il Comune vorrebbe agire, ma non trova appigli legislativi. «In accordo con Invimit vogliamo fare una sperimentazione di studio e approfondimento con il Cnr, ma c’è il tema aperto dei terreni contaminati: sulla base delle normative è complicato intervenire. Così non possiamo prendere in carico l’area». Ma c’è di più: non si possono attivare gli usi temporanei: «la nostra legislazione, unica in Europa, non fa distinzione fra usi temporanei e definitivi. E i criteri di questi ultimi sono assai stringenti».




















































Il Natural Park a Berlino

Insomma, a Bologna non si può fare quello che hanno fatto a Berlino con il Natural Park, anch’esso inserito nel tessuto urbano, «20 anni di sperimentazione in uso temporaneo e ora restituzione, senza bonifica, ai cittadini». Ma una bonifica serve assolutamente? «Per fare il Bosco Urbano no: bisogna solo capire se e quali forme di fitobonifica si possono fare, quali aree possono essere rese fruibili con attraversamento magari sopraelevato e quali utilizzabili tout court. Per saperlo occorre che i ricercatori del Cnr possano andare lì a fare le loro attività e poi capire chi prende la custodia dell’area durante questi lavori: temi che la legislazione non prende in considerazione». Quindi? «Ragioniamo su come superare l’ostacolo normativo. Poi potremo dare il via anche al Patto di Collaborazione con il Comitato, che ci piacerebbe potesse essere protagonista di questo percorso di analisi e restituzione ai cittadini dell’area».

10 marzo 2025



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