Provincia, ora parla Robaldo: “Sono civico come prima, il centrosinistra ha fatto una scelta partitica”

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Non ci sta a passare per quello che ha cambiato le carte in tavola, Luca Robaldo. E neanche per un Richelieu che “ha fatto la sua scelta politica, voltando le spalle a chi lo ha sostenuto per allearsi con le forze di centrodestra”, come dicono i consiglieri del centrosinistra dopo che l’ipotesi di una coalizione allargata in Consiglio provinciale è saltata (ma la porta resta aperta, fanno capire gli altri gruppi).

 

A Cuneodice il presidente della Provincia racconta ora la sua verità, con una premessa: “Non credo che ai cittadini interessi cosa è avvenuto nell’ultimo Consiglio Provinciale. Ai cittadini interessa che la Provincia lavori e che chi la rappresenta non si attorcigli in posizioni partitiche. La penso così anche io, ecco perché è l’impegno civico quello in cui credo”.

 

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Riavvolgiamo il nastro: il centrosinistra le rinfaccia di aver preso da loro i voti per la sua elezione contro il candidato del centrodestra ufficiale e di aver poi voltato le spalle a chi l’aveva sostenuta. Da civici a cinici, sibilano gli scontenti. Cosa è successo in questi due anni e mezzo?

Anni di intenso lavoro, di visione comune. Senza eclissare la differenza di vedute, anzi traendo forze da essa. Io ero civico nel 2022 e lo sono ancora ora, altri hanno invece scelto di privilegiare una scelta partitica. Sono loro ad aver cambiato posizione. Spiace e spero che il centrosinistra possa tornare sul percorso iniziale: è sufficiente chiacchierare con Sindaci ed amministratori, soprattutto dei piccoli comuni, per comprendere che ciò che viene richiesto alla Provincia è lavorare insieme e non creare divisioni.

 

Un’altra recriminazione di La Nostra Provincia riguarda il modo in cui lo strappo si è consumato giovedì. I consiglieri dicono che il documento del Patto Civico è stato “elaborato in solitudine” dopo che loro avevano dato disponibilità per un programma comune. Forse qualcuno ha voluto sabotare la Grosse Koalition?

Il gruppo Patto Civico ha scritto un documento, l’ha trasmesso ai colleghi di tutti gli altri gruppi. Al contempo lo ha reso pubblico tramite i giornali. Non solo. Proprio in Consiglio i consiglieri di Patto Civico hanno messo a verbale il proprio voto favorevole alla mozione del centrosinistra e cosa succede? Che il centrosinistra ritira il proprio documento, temendo che venisse approvato. Un caso che farà scuola, credo mai verificatosi prima in nessun consesso.

 

Dal punto di vista politico, in ogni caso, si pone un tema: il Consiglio provinciale adesso ha una maggioranza e un’opposizione. E c’è la questione delle deleghe e della vicepresidenza ancora da sbrogliare: quando?

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Gli stessi Consiglieri di centrosinistra, in Consiglio, non hanno parlato di “opposizione” e non hanno neppure votato contro la mozione del Patto Civico. Lo considero un segnale costruttivo. Terrò per me le deleghe che avrei voluto conferire ai Consiglieri del gruppo La Nostra Provincia e proporrò alla prossima riunione del Consiglio l’approvazione dello stesso testo della loro mozione così da poter consentire un libero dibattito e al centrosinistra di tornare sui propri passi. Per la vicepresidenza resta la prassi inaugurata dal Presidente Borgna: si sceglie nella lista più votata, e l’esperienza sarà importante.

 

La gestione della cassa: le Province, ed i Comuni, stanno anticipando i pagamenti dei lavori finanziati dallo Stato, anche quelli finanziati dal PNRR. Non si può andare avanti così. Per quanto riguarda i tagli sapevamo che avremmo dovuto tirare la cinghia ma forse sarebbe bene che a farlo fossero altri ambiti della Pubblica Amministrazione.

 

In sospeso c’è la riforma delle province: ormai è un’araba fenice. Calderoli dice che al centrosinistra conviene che tutto resti così com’è. Ma l’impressione è anche che la Lega abbia barattato il ritorno delle province con l’autonomia differenziata. C’è speranza di vedere la riforma entro questa legislatura?

Lo considero altamente improbabile. Riconosco a molti parlamentari il sincero intendimento di intervenire ma solo alcuni di loro sono coscienti della urgenza di questa riforma.

 

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A proposito di grandi incompiute: ci sono seri dubbi sul fatto che il colle di Tenda riapra a giugno. Ormai non si sa più cosa dire al riguardo. È vero che state pensando di sciogliere il comitato di monitoraggio, come atto di protesta contro i responsabili dei ritardi?

Noi cuneesi non siamo abituati a gesti eclatanti ma ammetto che ci sto pensando. Crederò alla riapertura del tunnel quando lo attraverserò con la mia auto.

Andrea Cascioli

CUNEO





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