Siete pronti a far ricalcolare il vostro Isee per accedere, tra i tanti benefici previsti, anche al nuovo bonus bollette? Certamente vi conviene perché sottraendo dai conteggi 50 mila euro di Btp ed altri titoli garantiti potreste rientrare nel tetto dei 25 mila euro che dà diritto a ricevere 200 euro di sconto sulla bolletta elettrica, se non addirittura scendere sotto quota 9.530 euro che fa scattare anche il bonus sociale e consente di ottenere in media in tutto 500 euro di contributi. Per procedere, però, dovrete aspettare ancora qualche settimana.
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Perché conviene effettuare il ricalcolo?
La “rivoluzione” doveva infatti a partire mercoledì scorso, ma quando ministero del Lavoro, Inps, Agenzia delle Entrate e Coordinamento dei Caf si sono messi attorno ad un tavolo, i tecnici hanno concordato che per poter garantire alle famiglie italiane il ricalcolo dell’Isee, dopo che il governo ha dato finalmente il via libera all’esclusione di Bot, Btp, Cct, buoni e libretti postali dai conteggi, servirà almeno un altro mese in più. Slitta tutto ad aprile, insomma.
E pensare che la riforma dell’Indicatore della situazione economica, che strizza l’occhio all’esercito dei bot-people a cui il Tesoro negli ultimi tempi ha piazzato decine di miliardi di titoli “tricolori”, risale addirittura alla legge di Bilancio 2024, quella dell’anno passato. Il decreto necessario per attuarla è stato però approvato dalla presidenza del Consiglio solo a metà gennaio di quest’anno ed è stato poi pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 19 febbraio indicando il 5 marzo come data di avvio della riforma. Peccato che nel frattempo i due terzi dei contribuenti siano stati costretti a rinnovare il loro Isee, perché è nei primi tre mesi dell’anno che si gioca la “partita” della prosecuzione di assegni, bonus e prestazioni già percepiti dall’anno precedente. E adesso se vorranno ottenere condizioni migliori dovranno far ricalcolare tutto, per di più col rischio di dover pagare 25 euro per ottenere una nuova Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) da inviare poi all’Inps. «E’ un pasticcio, è una cosa ridicola, perché i cittadini potrebbero non avere un beneficio dallo scorporo dei Btp ma fino a che non vengono fatti i nuovi calcoli non lo possono sapere», commenta Monica Iviglia, presidente dei Caf Cgil, segnalando il ritardo «di quasi un anno e mezzo» con cui il governo ha deciso di procedere.
Quella di mercoledì scorso è stata insomma una falsa partenza. Perché all’Inps serve almeno un altro mese di tempo per predisporre un nuovo modello tipo della Dsu, mettere a punto le relative istruzioni per la compilazione, aggiornare le varie piattaforme informatiche necessarie per l’invio delle richieste e rivedere tutti gli applicativi. E anche i centri di assistenza, a loro volta, dovranno adeguare i loro software ed anche a loro serve tempo, “perché questo, ovviamente, non si fa da un giorno all’altro” protestano gli operatori.
«E’ essenziale che il nuovo modello della Dsu e le relative istruzioni siano chiari e operativi entro aprile, così da garantire alle famiglie e ai Caf le informazioni necessarie per una corretta compilazione, evitando il rischio di errori o esclusioni dalle prestazioni sociali», sostiene il presidente dei Caf Uil e coordinatore della Consulta dei Caf, Giovanni Angileri. A suo parere sono diversi gli aspetti critici da chiarire, a partire dall’applicazione della soglia dei 50.000 euro in caso di più detentori all’interno dello stesso nucleo familiare.
La soglia di esenzione andrà attribuita all’intero nucleo e quindi andrà tenuta in considerazione la somma dei titoli detenuti dai vari componenti o andrà applicata solo a chi ha la massima capienza? Non è stato ancora chiarito, e non è cosa di poco conto.
Stando alla legge entro il tetto dei 50 mila euro di valore che va scomputato dal calcolo dell’Isee, sono compresi i buoni ordinari del Tesoro (Bot) sino a 12 mesi, i Ctz di 24 mesi, i Buoni poliennali del Tesoro (Btp) da 4 a 30 anni ed i certificati di credito del Teso (Cct), i buoni fruttiferi postali e i libretti di risparmio postale.
I Caf spingono per velocizzare le modifiche introdotte e facilitare il loro lavoro e per questo in settimana è previsto un altro tavolo tecnico. Il problema, infatti, è che se si arriva davvero ad aprile – o, ancora peggio, se magari si va anche oltre – si rischia di ingolfare i centri di assistenza che in quei giorni saranno alle prese con la compilazione dei 730 del 2025. «Tutti i nostri Caf hanno le loro agende sono già piene e farebbero molta fatica a far fronte a massicce richieste di nuove Dsu», conferma Iviglia, che guida la struttura più grande che opera in Italia e che ogni anno “lavora” ben 1,2 milioni di dichiarazioni Isee. A suo parere il ricalcolo potrebbe essere fatto in automatico dall’Agenzia delle entrate, che dispone già di tutti i dati «ma al governo, come per il 730 precompilato, questo non conviene perché conta sulla scarsa informazione degli utenti per risparmiare e quindi occorre che sia il diretto interessato a manifestare esplicitamente la volontà di aggiornare il suo Isee».
Stando alle stime della Consulta dei Caf, visto che in media il 40% dei contribuenti investe in titoli pubblici, potrebbero essere circa 3 milioni i contribuenti italiani che potrebbero avere interesse ad un riconteggio, innanzitutto per ottenere un assegno unico più ricco, visto che c’è tempo sino a giugno per aggiornare i dati ed ottenere gli arretrati.
Quanto al problema del costo delle nuove pratiche, visto che dal primo ottobre del 2023 il “Decreto Lavoro” ha previsto che l’eventuale secondo invio di un Dsu avvenga a spese degli utenti, l’Inps nel corso dell’incontro di mercoledì scorso si è impegnato a reperire risorse aggiuntive in modo tale che l’adeguamento dell’Isee non gravi sulle famiglie. Vedremo poi nelle prossime settimane se questa promessa verrà mantenuta, ma visto che il ricalcolo dell’Isee è previsto e reso possibile da una legge nazionale, sarebbe abbastanza naturale prevedere che sia gratuito.
Perché conviene effettuare il ricalcolo?
Il passaggio, rispetto al sistema attuale che già riconosce una franchigia sui valori mobiliari (titoli di stato, fondi di investimento ed azioni) pari a 6 mila euro per il dichiarante e di 2 mila euro per ogni componente del nucleo familiare, è significativo. Secondo alcune simulazioni del Caf Acli, una famiglia con due figli e reddito da lavoro dipendente, casa di proprietà e 79 mila euro di patrimonio mobiliare e un investimento in titolo di Stato di 25 mila euro, avrebbe una riduzione Isee di circa 2 mila euro (-8,6%). Se si raddoppia l’investimento, si raddoppia anche il risparmio: 4 mila euro su 50 mila.
L’Isee (introdotto nel 1998 col decreto legislativo n. 109 e riformato nel 2000 e nel 2013) è un indice, espresso in euro, della condizione economica delle famiglie, che combina informazioni su redditi, patrimoni e caratteristiche del nucleo familiare. L’Isee è pari alla somma del reddito, al lordo delle imposte, dei componenti della famiglia e del 20% del loro patrimonio mobiliare e immobiliare, divisa per un parametro (“scala di equivalenza”) che cresce col numero dei familiari e con la presenza di figli minori o componenti disabili.
Possono fare l’Isee tutti i cittadini residenti in Italia che desiderano accedere a prestazioni sociali, agevolazioni, o bonus vari. I benefici sono attribuiti solo se una famiglia (e in qualche caso un individuo) ha un Isee che non eccede una certa soglia.
Per ottenere il calcolo dell’Isee un componente del nucleo familiare, il cosiddetto “dichiarante”, deve presentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), direttamente all’Inps o tramite un Caf, oppure presso il Comune o l’Ente che eroga la prestazione agevolata. L’Isee resta poi valido fino al 31 dicembre dello stesso anno in cui è stata presentata la Dsu. Per chi è pratico di questo tipo di procedure, sul portale dell’Inps è possibile il modello Isee precompilato.
Ma quanti sono gli italiani che ogni anno presentano l’Isee? Stando all’Osservatorio Isee dell’Inps, l’anno passato sono state 10,37 milioni le Dsu inviate dai contribuenti italiani. Circa 343 mila (3,3%) avevano un valore nullo. In quasi 4 milioni (42% del totale) erano sotto la soglia dei 10 mila euro, poi un altro milione 600 mila stava tra 10 e 14.999 euro euro, un altro milione e 200 mila arriva poi a 19.999 euro ed in 929 mila stavano da 20 e 24.999 che è la soglia massima che consente, ad esempio, di accedere al nuovo bonus bollette a cui avrà accesso una platea di 8 milioni e 280 contribuenti (pari al 79,9%) del totale. Il restante 19,8% ha un Isee compreso tra 25.001 euro e 99.999 euro e poi c’è un ultimo0,3% che va oltre la soglia dei 100 mila euro. Il valore medio è pari a 16.401 euro e cala progressivamente passando dal Nord (18.840 euro) al Centro (18.163 euro) sino a Sud e Isole dove si attesta a quota 13.486 euro, si va infatti dai 22.022 euro del Trentino Alto Adige ai 12.140 della Calabria.
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