Viviamo vite frenetiche, con orari impossibili e un’ossessione continua per la produttività a ogni costo, per far contare ogni minuto: davvero dobbiamo portare questo spirito anche in vacanza? Per molti, la risposta sembra essere no. Questo è quanto emerge dalla ricerca diffusa in questi giorni da Airbnb e realizzata dall’istituto YouGov, che mostra quanto lo slow tourism sia una crescente preferenza per i viaggiatori.
Da una ricerca emerge che ben 11,8 milioni di italiani preferiscono il turismo lento
Siamo alle porte di uno dei ponti più interessanti degli ultimi anni. Combinando le diverse festività, basteranno infatti sette giorni di ferie per stare a casa dal 19 aprile al 4 maggio. Un’opportunità unica che molti italiani vogliono cogliere in pieno. E magari tenendo un ritmo più rilassato.
L’idea infatti di vivere l’esperienza di viaggio come una corsa a tutti gli hotspot e punti turistici da esplorare e assorbire ha perso gran parte del suo appeal. Dalla ricerca diffusa da Airbnb emerge che circa un italiano su quattro preferisce un approccio da slow tourism, da turismo lento.
Le ragioni sono molteplici naturalmente. Tra le più citate ci sono la possibilità di vivere esperienze più autentiche e locali, ma anche di poter creare un legame più profondo con il territorio che si va a visitare. Non più quindi il classico turista con la macchina fotografica al collo e la voglia di correre dappertutto, ma piuttosto con quella di fermarsi in questo ristorante “che sembra davvero carino e poi guarda che vista!“.
Al di là delle intenzioni, contano però i fatti e questa tendenza allo slow tourism si riflette direttamente nelle ricerche su Airbnb. Più della metà dei viaggiatori infatti hanno programmato di trascorrere il maxi-ponte con almeno una settimana in destinazioni rurali. Niente città da spulciare in ogni vicolo e angolo, ma zone più rilassate, dove assorbire davvero questo momento di pausa.
C’è poi un riscontro anche umano di questo approccio. Perché il turismo lento non è solamente un modo per vivere meglio il luogo in cui ci troviamo ma anche il rapporto con le persone che ci accompagnano. Per il 77% degli intervistati, questo è un modo per spendere del vero tempo di qualità con amici e parenti. Senza dimenticare quanto può aiutare contro lo stress.
Lo slow tourism è perfettamente in linea con Airbnb
È paradossale (in teoria) ma spesso proprio le vacanze diventano una fonte di agitazione e conflitto. Ce lo ha spiegato Francesca Di Pietro, psicologa del turismo, confermando che il trend è quello di cercare di sfruttare il turismo come occasione per staccare. E magari prendere delle buone abitudini da riportare a casa, per contrastare il pericolo del burn-out.
“Sperimentare contesti diversi dal proprio permette di ‘provare a vivere’ in modo diverso, dando un peso differente alle cose, concentrandosi più sulla qualità invece che sulla quantità, emozionandosi per le cose semplici e cercando di dedicare tempo di qualità a sé stessi o a chi si ama. I viaggi lenti insegnano poi a portare un po’ di lentezza anche a casa, magari anche solo nel mangiare senza distrazioni tecnologiche o facendo più camminate nella natura“.
Airbnb è un aiuto nel creare questo mood da slow tourism, perché non alloggiamo in una struttura alberghiera, ma in una casa e questo sfuma le barriere, aiutandoci nella transizione. In fondo, questo servizio è profondamente legato a questa idea. Fin dalle sue origini è concepito per essere uno strumento con cui davvero accogliere persone nella propria casa.
Come fa Federica Zammarchi, una Super Host della piattaforma, che ormai da diversi anni ha aperto le porte ai viaggiatori che vogliono esplorare la Val d’Orcia, tra Siena e Grosseto. Uno dei simboli assoluti del concetto di slow tourism, nel pieno della Toscana, una delle regioni italiane più amate dai turisti che cercano questo tipo di esperienze, subito seguita da Sicilia e Sardegna.
Slow tourism sì, ma Airbnb non è da crescita lenta
Lo sviluppo di questo servizio è sicuramente impressionante. Nato nel 2007 come una semplice idea per affittare un materasso durante una convention di design, con il tempo si è affermato come una parte fondamentale dell’industria del turismo. E c’è un dato specifico che mostra la crescita letteralmente esponenziale che Airbnb ha avuto. Nel 2021 infatti la piattaforma ha raggiunto il miliardo di viaggiatori, dopo circa 14 anni dalla sua fondazione. A oggi siamo già oltre i due miliardi.
Insomma, Airbnb è diventata decisamente una realtà enorme, capace di conquistare tante fasce di pubblico, sia per età che per gusti. Che sia utilizzata per lavoro, per piacere, per viaggi lunghi o soste brevi, per scoprire ogni angolo di una città d’arte o per vivere un’esperienza più rilassata è pronta a incontrare le necessità dei suoi utenti. E voi, avete mai provato a usarla?
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Ultimo aggiornamento 2025-03-09 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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