Dopo aver denunciato alcune attività nei paesi di Ovodda e Sedilo, in Sardegna, l’animalista Enrico Rizzi sta ricevendo minacce di morte. A documentare quanto sta accadendo è lo stesso animalista sui suoi canali social, specialmente da quando ha annunciato una dimostrazione a Cagliari. “Hai le ore contate, ti facciamo fuori”, questi i commenti che sono arrivati alla sua posta privata e di cui Rizzi ha pubblicato gli screenshot senza oscurare i nomi.
Animalista minacciato di morte
Domenica 9 marzo Enrico Rizzi, noto attivista per gli animali, sulla sua bacheca social ha pubblicato alcune minacce di morte ricevute nella posta privata e tra i commenti dopo aver sollevato il caso del cammello fatto sfilare a Ovodda (Nuoro) e delle pelli di pecora trasportate da un carro durante le celebrazioni del carnevale, ma anche dopo la denuncia della festa de Su Puddu a Sedilo (Oristano).
Diversi i messaggi minatori riportati dall’attivista: “Hai le ore contate”, scrive qualcuno. “Ti spacchiamo la testa”, scrive qualcun altro.
L’animalista Enrico Rizzi è stato minacciato di morte dopo aver denunciato alcuni fatti relativi al carnevale in due località della Sardegna
Come detto in apertura, le minacce sono arrivate dopo l’annuncio di una manifestazione a Cagliari fissata per il 29 marzo. E proprio per questa data alcuni utenti gli avrebbero dato appuntamento per intimidirlo: “Ti impicchiamo appena arrivi”, si legge in un commento, mentre qualcun altro lo invita a rimanere “a Roma” anziché fare ritorno in terra sarda.
“Il 29 ci resti in Sardegna, impiccato”, gli scrivono, oltre a minacciarlo di mettere “una bomba in piazza Yenne”. Tanti i commenti di solidarietà ricevuti dai sostenitori sardi che si dissociano da questo linguaggio d’odio.
Cos’è successo: le denunce a Sedilo e Ovodda
La vicenda ha avuto inizio il 2 marzo, quando Enrico Rizzi ha denunciato la festa de Su Puddu di Sedilo (OR) in un post pubblicato sui social. L’attivista aveva contestato anche la presenza dei carabinieri “pagati da tutti noi” chiamati per “presidiare la festicciola di paese” e per questo aveva presentato una diffida nei confronti del prefetto di Oristano ricordando che “la legge vieta l’uccisione di animali per scopi ludici“.
Nella sua denuncia social Rizzi aveva precisato: “Non ce l’ho con la Sardegna, ci tengo a dirlo. Io condanno quella parte della Sardegna che evidentemente è rimasta indietro anni luce“. Le polemiche sono continuate quando l’attivista ha esteso la sua contestazione al carnevale di Ovodda, dove per le strade è stato immortalata la sfilata di un cammello e di pelli di pecora disposte su un carro allegorico.
Sulla vicenda è intervenuta la sindaca del comune barbaricino, Ilenia Vacca, che ha precisato che il cammello aveva “sfilato per qualche minuto e poi è stato riportato nel suo ricovero” e che le pelli di pecora erano in realtà “pelli di ovini ormai anziani che erano destinati alla macellazione e quindi alla produzione di carne“.
Chi è Enrico Rizzi
Classe 1989, Enrico Rizzi è nato a Erice (Trapani) e da anni vive a Roma. Nella biografia presente sul suo sito ufficiale si legge che il suo attivismo a favore dei diritti e della dignità degli animali è iniziata nel 2008 quando per la prima volta ha preso parte a diversi movimenti animalisti.
Ancora, nelle note biografiche si legge che dal 2016 è “è sotto tutela da parte dello Stato per aver cominciato a denunciare i fenomeni legati alla zoomafia, la criminalità organizzata che utilizza gli animali per il proprio business sanguinario”.
Fonte foto: IPA
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