80 anni di Ansa, icone del nostro tempo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contabilità

Buste paga

 


LAnsa compie 80 anni. Tanti auguri.
Più piccola e più giovane dei giganti, Associated Press, Agence France-Presse e Reuters, è l’agenzia di stampa italiana.

Da sempre chi la frequenta ci aggiunge una i e la chiama ansia. In realtà è il polmone dell’informazione che consente di farci sapere velocemente e sempre ciò che avviene in questo pazzo mondo.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

3500 notizie, 2500 immagini

Ogni giorno, con testi, fotografie e video, ci avvicina al mondo lontano e documenta quello vicino con 3500 notizie e più di 2500 immagini.
Dove non arriva, acquisisce il materiale dell’evento dalle altre agenzie internazionali o dagli operatori locali. Lo fa per noi, per non farci mai mancare l’informazione.

La cartella stampa

Per raccontare l’Ansa, si passa in rassegna la cartella stampa delle immagini.
È divisa in 9 sottocartelle. Quelle generaliste: conflitti, politica, spettacolo, sport e altre. Però ce n’è una che cattura l’attenzione, covid.
Ha meritato una cartella tutta per sé, perché dove lo metti covid? Non puoi infilarlo in nessuna categoria, non è geografia, non è più news ed è troppo recente per essere storia. E forse è troppo grande per dividere lo spazio con altri argomenti.

© Federico Patellani/Ansa

Un tempo che è stato un’era

Un passato che poi tanto passato non è, di cui non vogliamo più parlare, vedere, sapere. Perché può tornare, con un altro nome e una nuova sigla. Non abbiamo sconfitto un nemico, lo abbiamo solo indebolito, ma in questo mondo globale in cui tutto è tornato come prima, più accelerato che mai, ci sono le immagini a rievocare le parole.
Lockdown, contenimento, igiene, dad, distanziamento, contagio, immunità di gregge, vaccino, pandemia, virus.
Ecco le parole che non pronunciamo più, impegnati come siamo a dimenticarle. Eccole che, richiamate dalle immagini, riaffiorano controvoglia. Se potessimo, salteremmo il capitolo, ma l’immagine dell’infermiera stremata per salvarci la vita è lì, pronta a ricordarci la tragedia mondiale in cui, per la prima volta nella storia dell’umanità, siamo stati tutti vulnerabili senza troppe distinzioni.

Piccoli frammenti di mondo statico

Ed ecco loro, le fotografie, questi piccoli frammenti di mondo statico, terribili e innocenti, che collezionano istanti preziosi, la nostra memoria. Apriamo altre cartelle, lo sbarco in Normandia richiama una sola parola, liberazione, quella con cui abbiamo vinto il futuro.
In un’altra c’è la Terra vista dalla Luna. A chi ha meno di 50 anni non dirà nulla. Ma per noi, bambini di allora, fu un’epifania, osservammo il nostro pianeta, casa, come ci avrebbe insegnato l’extra-terrestre ET poco più di un decennio dopo. Fu la volta in cui capimmo di essere solo un puntino nell’universo.
Osserviamo la Costa Concordia accasciata su un fianco, tragicamente e ignobilmente naufragata all’Isola del Giglio.

Rivoluzioni mancate

Nell’immagine dell’Ayatollah Khomeini accolto a Teheran trionfante, c’è la folla che lo acclama con mani protese per toccarlo come fosse un santo o un messia. Doveva liberare l’Iran dal regime dello scià, non farne una teocrazia oscurantista che avrebbe dichiarato guerra alle donne. Era il 1979.
Che emozione vedere Fidel Castro e Che Guevara che dialogano uno di fronte all’altro.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Viva l’Italia

Con la mitica foto di Federico Patellani, il volto della ragazza felice che sbuca dal Corriere della Sera per annunciare che è nata la nostra amata Repubblica e gli inutili e dannosi monarchi sono stati mandati via.

Make America Good Again

Gandhi, Martin Luter King, JFK, quanto lo rimpiangiamo oggi uno così, bello e democratico, che avrebbe avuto un altro motto: Make America Good Again!
Il mondo passa sotto gli occhi e ci ricorda l’infinita capacità della razza umana di commettere più atrocità che creare bellezza,

Icone necessarie

Indimenticabile icona della guerra, è Kim Phúc, vietnamiyta di 9 anni – scattata dal Nick Ut che vinse il Pulitzer –  bruciata dal napalm in una delle guerre più inutili e vergognose della storia. Era il 1972.

1989, l’anno che cambiò il mondo

The tank man, un altro innocente diventato eroe suo malgrado e simbolo di libertà, è il ragazzo di Tienanmen che col suo corpo minuto si mette di fronte alla fila di carri armati pronti a reprimere la protesta. Non riuscirà ad evitare la strage, ma farà sapere al mondo che c’è stata e che i rapporti di forza erano quelli di un esercito armato con i cingolati contro gli studenti pacifici e disarmati. Era il 1989, l’anno che cambiò il mondo. A novembre infatti, cadde il Muro di Berlino ecco i ragazzi con le creste che lo prendono a picconate abbattendo un assurdo noi/loro tanto innaturale quanto drammatico.

Il presente non cambia la storia

Arriviamo a questo drammatico presenta  con la testimonianza visiva di un’esplosione durante l’attacco israeliano a Beirut del 15 novembre scorso. Come è fotogenica la guerra e come la storia della fotografia e del giornalismo è colma di sangue e morte, città rase al suolo e identità annientate.
Osservando le tragedie contemporanee, Gaza e l’Ucraina, possiamo solo constatare che non abbiamo imparato nulla dalla storia.
Buon Compleanno Ansa, che ci ricordi il mondo in cui viviamo e quanto è preziosa e indispensabile l’informazione per continuare a combattere e farne uno migliore.

80 anni di Ansa, la mostra

 “80 anni di storia, 80 anni di ANSA” sarà inaugurata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi 15 gennaio al Maxxi di Roma. L’esposizione sarà aperta al pubblico gratuitamente fino al 9 febbraio 

iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link