“Non puoi mangiare, c’è il Ramadan”: ragazza aggredita sul bus e autista colpito con graffi e spintoni

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Spintoni, graffi in faccia, occhiali rotti. L’aggressione è avvenuta alle 13.20 di martedì grasso, sulla linea G, autobus extraurbano che collega Cremona a Spinadesco. A colpire l’autista, un uomo di 52 anni, sono state due ragazze di circa 17 anni. Prima lo hanno insultato, poi lo hanno aggredito fisicamente. È finito al pronto soccorso, da dove è uscito solo in serata con un referto che certifica “algia facciale post-traumatica”, cinque giorni di prognosi e due di inidoneità al lavoro. “Stavo guidando verso Spinadesco quando ho sentito delle urla in fondo al pullman. Due ragazze stavano insultando una giovane italiana che stava mangiando un panino. Le dicevano: ‘Puttana, non puoi mangiare, c’è il Ramadan‘. Le hanno dato uno schiaffo” racconta il conducente a La provincia di Cremona.

Alcuni passeggeri hanno subito richiamato l’attenzione dell’autista. “Autista! Autista, si stanno picchiando, si fermi!” hanno urlato. Lui ha fermato il mezzo alla fermata di via Milano, vicino alla Caema. “Ho aperto le porte e ho urlato: “Scendete dall’autobus, cosa state facendo?” Ma loro andavano avanti a litigare. Ho visto che davano un altro schiaffo alla ragazza italiana. Ho chiamato i carabinieri, che sono arrivati nel giro di pochi minuti”. Le due giovani, prima di scappare, hanno aggredito l’autista. “Io ero sceso. Una delle due è scesa con me, all’altra ho detto: “Scendi anche tu”. Quando è saltata giù dal pullman, mi ha dato uno spintone alla pancia. Anche l’altra ha iniziato a spingermi, mi ha rotto gli occhiali, mi ha graffiato la faccia”.

Nonostante l’aggressione, il conducente ha proseguito la corsa, solo allora, alle due del pomeriggio, un collega lo ha sostituito e lui si è recato in ospedale. “Al pronto soccorso mi hanno fatto anche una Tac perché mi ero gonfiato sotto l’occhio. Adesso un pochino il gonfiore è sceso”. L’autista ha annunciato che presenterà denuncia ai carabinieri, allegando il referto medico. “Anche la ragazza presa a schiaffi aveva un bel segno sulla faccia. Penso che anche lei abbia fatto denuncia”. L’uomo racconta che non è la prima volta che subisce aggressioni sul lavoro. “Circa un mese e mezzo fa, i soliti minorenni erano sul bus. Dal niente, mi insultavano: “Bastardo, parti, ti spacco la faccia”. Ho chiamato la polizia. Gli agenti sono arrivati, hanno portato via quei ragazzini, ma poi, dopo un po’, sempre quelli sono tornati. Se fossi uno grosso, magari potrei anche mettere paura, e invece…”. Gli autisti tornano a chiedere sicurezza sui bus. Quello di martedì è “l’ennesimo episodio di violenza” che denunciano, un problema sempre più frequente per chi lavora nel trasporto pubblico.

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Sul caso è intervenuto Aftab Ahmed, presidente di Immigrati Cittadini Onlus di Cremona. “Due ragazze musulmane hanno aggredito verbalmente e fisicamente una coetanea italiana per aver mangiato un panino su un autobus durante il Ramadan. Ancora più grave è stata l’aggressione al conducente, un uomo più anziano, il cui unico “errore” è stato cercare di calmare la situazione. Questo episodio è profondamente deplorevole e va contro i principi dell’Islam, oltre che contro le leggi e i valori della società italiana”. Ahmed sottolinea che “l’Islam promuove la tolleranza, il rispetto e la convivenza pacifica. Il Ramadan non è solo un mese di digiuno, ma un periodo di purificazione interiore, autocontrollo e solidarietà. Digiunare non significa semplicemente astenersi dal cibo e dall’acqua, ma anche dall’intolleranza, dall’arroganza e dall’aggressività. Nessuno ha il diritto di imporre le proprie pratiche religiose agli altri, tanto meno con la forza”. Citando Imam Khomeini e la sua volontà di “rispettare le leggi del Paese ospitante” come “dovere morale e religioso superiore”, Ahmed conclude con un appello agli immigrati cremonesi: “I musulmani che vivono in Italia devono rispettare le leggi del Paese e comportarsi da cittadini responsabili. Ogni violazione delle norme non danneggia solo il singolo, ma compromette l’immagine dell’intera comunità musulmana. Se vogliamo essere rispettati, dobbiamo prima di tutto rispettare gli altri e il contesto in cui viviamo. Questo è il vero insegnamento dell’Islam, e questa è la chiave per una convivenza pacifica e armoniosa”.



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