Regione Toscana, il salario minimo in appalti pubblici è legge

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Se la mozione approvata lo scorso settembre in consiglio regionale impegnava la giunta a garantire un salario minimo di nove euro l’ora per i lavoratori impegnati negli appalti pubblici per conto della Regione toscana, è di ieri la notizia di una proposta di legge che meglio regolerà le procedure di gara, altrimenti limitate e vincolate ai contratti nazionali di riferimento, nell’applicazione della misura stessa. In sostanza, nell’ambito dei bandi di gara – anche quelli che riguardano enti strumentali e dipendenti, incluse aziende sanitarie e società in house -, la norma prevede che nella valutazione delle offerte si tenga conto e si possano attribuire punteggi e valori premiali alle aziende che pagheranno i propri lavoratori appunto non meno di nove euro lordi l’ora. Uno strumento, dicono dalla giunta, “per tutelare i salari, ad esempio, delle addette ed addetti alle pulizie o di chi si occupa di guardiania, portierato e fattorinaggio”.

“L’obiettivo – proseguono dalla giunta – è tutelare gli stipendi dei dipendenti delle aziende che lavorano, in appalto, per la pubblica amministrazione. La competenza sui salari, infatti, è e rimane nazionale e la Regione non può dunque imporre un salario minimo nei bandi di gara propri o dei suoi enti ed organismi strumentali, dove si deve scegliere e fare riferimento ad un contratto nazionale o al combinato disposto di una legge e ad un contratto nazionale. Possiamo però inserire negli appalti condizioni tecniche e dunque tenere di conto e premiare, nella valutazione, le aziende che applicheranno ad esempio ai propri dipendenti un trattamento economico minimo predefinito ed è quello che la giunta regionale si propone appunto di fare per i bandi futuri”.

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“Numeri alla mano – proseguono dalla Regione a titolo di esempio -, il personale impiegato nei servizi di portierato è per lo più inquadrato nei livelli 2° (nel più alto dei due previsti) e 3° e la Regione nei propri bandi ha scelto il contratto, per quel tipo di attività e servizi messi a gara, con le migliori tutele e condizioni economiche, ovvero quello del personale dipendente da imprese esercenti servizi di pulizia, disinfestazione, servizi integrati e multiservizi. La retribuzione media per il più alto dei due livelli 2° è di 8,23 euro lordi all’ora e 8,38 per il livello 3°. La paga oraria del livello 1° (i neoassunti, che dopo nove mesi possono salire di inquadramento) è 7,59 euro lordi all’ora, 7,98 per il primo livello 2°, 8,82 euro per il livello 4°. I livelli 5° e 6° superano già nel contratto nazionale i nove euro l’ora”.

Usb: “Bene la legge, adesso si proceda al ritiro del bando sul portierato”

La proposta, per quanto non pienamente condivisa, è stata ritenuta comunque soddisfacente dall’Unione sindacale di base che nei giorni scorsi aveva proclamato lo stato di agitazione di 300 lavoratori e lavoratrici del servizio di portierato e chiesto un tavolo di conciliazione in prefettura proprio in virtù del mancato riconoscimento del salario minimo nel bando per la gestione dei servizi in scadenza domani venerdì 7 marzo. “Si tratta di un servizio affidato in appalto a soggetti privati che applicano il contratto pirata multiservizi con paghe da fame al di sotto della soglia minima di 9 euro previsto dalla mozione approvata in consiglio regionale a settembre – spiegano da Usb -. La strada proposta dalla Regione per garantire effettivamente l’applicazione concreta della mozione regionale sul salario minimo a nostro avviso non è quella giusta, tanto più che a livello locale alcune amministrazioni hanno deciso di seguirne altre. Nonostante ciò giudichiamo questa proposta sicuramente un passo avanti”.

Il problema, però, è che il bando regionale per il servizio di portierato, il primo pubblicato dopo l’approvazione della mozione, scade appunto domani. “Per dare effettivamente seguito alla proposta di Giani – dicono ancora da Usb -, la Regione dovrebbe immediatamente ritirare l’attuale bando e ripubblicarlo con la nuova clausola. In alternativa trovare lo strumento tecnico adeguato per garantire comunque l’applicazione della proposta approvata. Questa è la richiesta che formalizzeremo di fronte al Prefetto nella giornata di domani. In caso contrario sarà chiaro che, ancora una volta, parliamo di annunci da campagna elettorale che però non trovano una reale applicazione tra i lavoratori e le lavoratrici”.



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