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Testimoni di vite incredibili e custodi di un patrimonio inestimabile, le case museo sono porte d’accesso a viaggi nel tempo, attraverso opere d’arte, stili architettonici, oggetti rari ma anche di uso quotidiano. Ognuna di esse è un microcosmo che riflette non solo l’estetica del periodo in cui sono state abitate, ma anche la personalità e il genio degli illustri proprietari. Di frequente inserite in cornici mozzafiato, offrono ai visitatori l’opportunità di esplorare parchi e giardini storici di rara bellezza o di scoprire luoghi ancora poco battuti dal turismo di massa.

Harper’s Bazaar ha selezionato sette case museo italiane note e meno note che meritano di essere viste almeno una volta nella vita.

Case museo in Italia: le più belle

Casa Museo Boschi di Stefano

A Milano, al secondo piano di una palazzina di via Giorgio Jan 15, progettata da Piero Portaluppi tra il 1929 e il 1931, c’è un luogo ancora lontano dal turismo di massa: la casa museo Boschi Di Stefano, che fu abitata da Antonio Boschi e Marieda Di Stefano. I due coniugi qui raccolsero oltre 2.000 opere d’arte, di cui 300 oggi si trovano esposte in questo palazzo milanese dopo essere state donate al Comune. Lui, classe 1896, era un giovane ingegnere di origine novarese con una brillante carriera in Pirelli. Conobbe Marieda durante una vacanza in Val Sesia e da allora furono inseparabili. Nel corso degli anni, la coppia ha raccolto una straordinaria testimonianza della storia dell’arte italiana del XX secolo dal primo decennio del Novecento fino alla fine degli anni Sessanta. All’ingresso si trovano i ritratti dedicati ai coniugi Boschi e le ceramiche di Marieda, successivamente si attraversa un corridoio con tele di Severini e di Boccioni si raggiunge la “sala del Novecento italiano” con opere di Funi, Marussig, Tozzi, Carrà e Casorati. Fra le volontà testamentarie di Antonio Boschi si prevedeva che l’appartamento di via Jan 15, dove lui e Marieda avevano a lungo vissuto, fosse aperto al pubblico come casa museo, ospitando una selezione delle opere da loro raccolte.

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– Alberto Lagomaggiore, Casa Museo Boschi Di Stefano ©Comune di Milano. Tutti i diritti riservati

Villa Alberto Sordi

La villa dove il celebre attore Alberto Sordi visse insieme alle sorelle Savina e Aurelia oggi è una casa visitabile. Progettata nel 1937 dall’ architetto Clemente Busiri Vici per conto del gerarca fascista Alessandro Chiavolini, segretario di Mussolini, la villa venne ultimata poco prima del conflitto mondiale. Messa in vendita nel 1954, fu acquistata da Sordi che la soffiò a Vittorio De Sica. Le linee architettoniche sono restate quelle di Busiri Vici e sono tipiche del razionalismo italiano, mentre la struttura ha subito alcune trasformazioni volute da Sordi, come la realizzazione della piscina, l’inserimento dello scalone e del teatro. Il teatro, in particolare, era il cuore della casa e Sordi ne curò anche i minimi particolari, tra soffitto, decorazioni, botola del suggeritore e camerini per gli artisti e, soprattutto, la realizzazione di un’acustica eccellente. Tra le numerose opere d’arte presenti vi sono quelle di De Chirico, il ritratto di Alberto Sordi di Rinaldo Geleng, il vaso con fiori di Filippo De Pisis e tre statuette in terracotta di Bartolomeo Pinelli. All’interno della villa c’è anche l’imponente archivio Sordi che si compone di oltre 5.500 rulli di pellicole, centinaia di nastri audio e registrazioni radiofoniche, filmati amatoriali e documenti, album fotografici, sceneggiature, lettere dal mondo. I progetti per il Museo, oltre alla parte dedicata alla memoria di Sordi e all’istituzione dell’archivio, prevedono la realizzazione di due padiglioni che ospitino mostre ed eventi per il cinema italiano: l’ambizione della Fondazione è quella di dotare Roma di un vero museo del cinema.

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Courtesy of Fondazione Museo Alberto Sordi

Il Vittoriale degli Italiani

Tra i luoghi più suggestivi d’Italia, il Vittoriale degli Italiani è un vero museo a cielo aperto costituito da edifici, vie, piazze, giardini, corsi d’acqua, teatri. Fu eretto tra il 1921 e il 1938 per volontà di Gabriele d’Annunzio a Gardone Riviera, sulle rive del lago di Garda. Tra le opere più famose: il Cavallo blu del celebre artista italiano Mimmo Paladino, nei pressi dell’anfiteatro, gli Angeli di Ugo Riva posti sopra l’ingresso al Museo d’Annunzio Segreto, il San Sebastiano dello scultore Ettore Greco alla base del Mausoleo, l’installazione di cani di Velasco Vitali in cima al Mausoleo, la fontana di Mario Botta e ancora i contributi di Nicola Nannini, Simon Pasini, Pierantonio Tanzola, Andrea Chisesi, Emilio Isgrò, Luigi Rocco d’Alimonte e Gabriele Vicari.

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A partire dal 2008, l’inizio della presidenza di Giordano Bruno Guerri ha dato avvio a una serie di restauri e recuperi di aree fino ad allora dimesse, e alla creazione di nuovi allestimenti e spazi espositivi arricchiti con nuovi servizi che hanno riconsegnato al pubblico il complesso del Vittoriale finalmente riportato al suo antico e originario splendore. L’insieme di questi interventi è stato racchiuso sotto il nome di progetto Riconquista. A inizio 2021 – centenario del Vittoriale – ogni area è stata così aperta o riaperta. Il Vittoriale è anche sede di numerosi eventi: gli spettacoli in una delle aree più suggestive, il Laghetto delle Danze, specchio d’acqua artificiale a forma di violino e il Festivl Tener-A-Mente negli spazi dell’anfiteatro, che ha ospita concerti nazionali e internazionali come quello di Morrissey previsto per luglio 2025.

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Courtesy of Fondazione Il Vittoriale degli Italiani

La Casa del Podestà

Una chicca che non tutti conoscono: a Lonato del Garda, paese medievale che affaccia sul lago in provincia di Brescia, si può visitare la casa museo del Podestà che custodisce il “libro più piccolo del mondo”. Viene chiamato “Dantino”, perché fu ideato dalla tipografia dei fratelli Salmin di Padova per stampare, nel 1878, un’edizione della Divina Commedia in formato 128 gradi, ovvero, con il foglio di stampa piegato sette volte. L’edizione conservata nella Biblioteca della Fondazione Ugo da Como è ancora più piccola, misura infatti solo 15 x 9 millimetri. Un’unicità da non perdere. La casa, costruita verso la metà del Quattrocento quale sede del rappresentante di Venezia, fu acquistata nel 1906 un’asta pubblica dall’allora avvocato e deputato liberale Ugo Da Como. Questi, consapevole dell’importanza storica del luogo, la fece completamente restaurare dal maggiore architetto bresciano, Antonio Tagliaferri. La casa venne abitata fino al 1941 da Ugo Da Como che morì proprio a Lonato e dalla moglie Maria Glisenti che morì nel 1944. Si potrebbe definire una “casa biblioteca” perché i libri sono il vero fiore all’occhiello: al suo interno trovano casa circa 50.000 volumi, rendendola una tra le collezioni private più importanti dell’Italia settentrionale.

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Courtesy of Fondazione Ugo Da Como

Casa Museo Giorgio de Chirico

La casa di Giorgio de Chirico si trova a Roma al numero 31 di Piazza di Spagna. L’artista vi si stabilì nel 1948 a sessant’anni insieme alla seconda moglie Isabella Pakzswer Far, dopo una vita di spostamenti. L’appartamento, oggi visitabile come casa museo, è costituito dalla parte abitativa, lo studio del Maestro e un’ampia terrazza all’ultimo piano del seicentesco Palazzetto dei Borgognoni, nel centro di Roma. La casa offre l’occasione per avvicinarsi al mondo privato e quotidiano di de Chirico, nonché di accedere al suo immaginario artistico. I sontuosi ambienti del piano principale immergono in grandi saloni di stile seicentesco, con un cospicuo numero di opere, alcune in preziose cornici dorate, tende damascate color rosso, argenti, putti in legno, tavolini di marmo e poltroncine stile Luigi XVI. Concepita come una sontuosa living gallery, quest’area rappresentò la parte più vitale della casa, luogo di incontri e ricevimenti. Al secondo piano ci si trova negli ambienti più intimi della casa, le stanze da letto e lo studio di de Chirico. All’ultimo piano c’è un’ampia terrazza, il luogo dove de Chirico amava sostare per ammirare la vista su Roma. Infine, negli ambienti in cui oggi sono presenti gli uffici della Fondazione – un tempo la cucina di casa de Chirico – c’è la Biblioteca con numerose edizioni degli scritti dell’artista, cataloghi di mostre, saggi e monografie.

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Villa Tasca

È stata una delle location scelte come location per la serie The White Lotus. Villa Tasca è una dimora storica siciliana del Cinquencento, una casa di famiglia che sorge in un incredibile parco sulla via che da Palermo conduce a Monreale. A quell’epoca, Louiso di Bologna, Barone di Montefalco, decise di costruire un palazzo sontuoso in una zona ricca di sorgenti. Nell’Ottocento, i Lanza, nuovi proprietari, decisero di creare un parco secondo gli schemi del tipico giardino romantico: un’oasi botanica celebre per la varietà di scenari, dai giardini all’italiana alle piante esotiche, con fontane e laghetti con i cigni e grotte. Gli interni, splendidamente decorati, includono stucchi, affreschi, maioliche e arredi che ben raccontano la storia e lo stile dell’aristocrazia siciliana. Qui soggiornarono Jacqueline Kennedy, Re Ferdinando di Borbone e la regina Carolina, Margherita di Savoia, I compositori Robert Wagner e Giuseppe Verdi. Un luogo incantato che porta indietro nel tempo.

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