Italia. L’intelligence preoccupata dal mondo ma non del fronte interno

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


Nella relazione annuale presentata al Parlamento, i servizi segreti italiani, diversamente che in passato, non sembrano molto preoccupati dalle “minacce eversive interne”. Un indicatore che il conflitto politico e sociale in Italia, nonostante gli starnazzamenti della destra e dei mass media per ogni starnuto nelle piazze o per qualche scritta su uno striscione, da tempo non produce allarmi significativi nell’ordine pubblico. Quest’anno sono assenti dalla relazione annuale anche gli anarco-insurrezionalisti ai quali fino all’anno scorso sono state sempre dedicate intere pagine.

I servizi di intelligence preoccupati dalle mobilitazioni sulla Palestina

I servizi di intelligence sembrano solo un po’ preoccupati dalle mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese. Nella relazione annuale è scritto che gli sviluppi della minaccia estremista endogena sono stati scanditi dalle evoluzioni della sensibile congiuntura internazionale, specie in relazione all’andamento della crisi in Medio Oriente, che ha riportato sulla scena tematiche – condivise da anime diverse del dissenso – quali l’antimilitarismo, l’antisionismo, il sostegno alla causa palestinese.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

La mobilitazione in solidarietà del popolo palestinese si è infatti progressivamente qualificata come il principale connettore del dissenso, manifestandosi in diverse iniziative di piazza indipendentemente dalla rivendicazione specifica.

All’indomani dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, la propaganda antagonista ha progressivamente radicalizzato i toni della protesta, in un crescendo di contestazioni che in varie occasioni hanno fatto registrare episodi di vandalismo e di scontri violenti con le Forze dell’ordine (….)

La mobilitazione pro-Palestina ha costituito un fattore di forte aggregazione anche per il composito movimento antagonista, che ha connesso il tema della guerra ad altri fronti, come l’antirepressione, l’antifascismo, l’anticapitalismo e le problematiche sociali, migratorie e ambientali”.

Solo in breve passaggio la relazione di quest’anno cita gli anarco-insurrezionalisti:

Il contesto ha offerto spazi di manovra anche alle iniziative più oltranziste, come quelle dei circuiti anarco-insurrezionalisti, che oltre a infiltrarsi nelle proteste per innalzare il livello di conflittualità, hanno continuato ad attivarsi con “azioni dirette” clandestine – come danneggiamenti e azioni incendiarie – soprattutto contro il comparto della difesa (pubblico e privato) e alcuni istituti di credito, “accusati” di avere rapporti con Israele”.

Striminzito anche il capitolo dedicato ai gruppi marxisti-leninisti:

Gli ambienti dell’estremismo marxista leninista, già attivi nel supporto alla “resistenza dei popoli oppressi da mire imperialistiche”, hanno ulteriormente rilanciato l’attivismo antimilitarista, anti-atlantista e a sostegno dei “prigionieri politici”, in sinergia con i circuiti internazionali d’area”.

Infine, riporta la relazione annuale dei servizi di intelligence: “Per ampi settori dell’antagonismo, la Presidenza italiana del G7 ha rappresentato una vetrina internazionale da sfruttare per attivare mobilitazioni e campagne di lotta trasversali a diverse aree di riferimento ideologico.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

L’attento monitoraggio delle iniziative di protesta, nonché la sinergia info-operativa tra l’Intelligence, le Forze dell’Ordine e gli altri attori istituzionali coinvolti, sviluppata anche nell’ambito del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA), hanno consentito di limitare i rischi di derive violente e lo svolgimento degli eventi in programma in un’adeguata cornice di sicurezza”.

Monitorato chi sostiene i BRICS

Secondo i servizi di intelligence “nel 2024 l’Italia è stata destinataria di un’ampia campagna globale di manipolazione informativa e ingerenza volta a polarizzare l’opinione pubblica occidentale a favore della Cina e dei BRICS su temi quali la politica internazionale, l’economia globale e la competitività tecnologica”.

L’attività di osservazione e analisi del fenomeno ha consentito “di rilevare la diffusione di contenuti disinformativi focalizzati sul posizionamento dell’Italia nell’Unione Europea e nel consesso G7, promuovendo una narrazione principale incentrata sull’allontanamento intenzionale dell’Italia dalla sfera occidentale, con la messa in discussione di posizioni di UE e USA”.

Alla luce dell’evoluzione dello scenario della minaccia, “la Comunità intelligence italiana ha proseguito e rafforzato le proprie attività a sostegno delle principali iniziative atte al monitoraggio e al contrasto della minaccia ibrida”.

Sorvegliare e punire … senza esagerare troppo

I servizi di sicurezza sembrano volersi muovere con una certa circospezione e cautela in materia di sorveglianza e sanzioni contro la cosiddetta “disinformazione” che addebitano interamente alla minaccia ibrida rappresentata da Russia e Cina.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

In chiave strategica, occorre sempre prestare la massima attenzione alla scelta delle modalità di contrasto e, in particolare, all’utilizzo degli strumenti a tal fine più pervasivi, come il controllo di ciò che viene pubblicato online dai cittadini” è scritto nella relazione.

Il motivo? “Un utilizzo non sufficientemente prudente di tali strumenti conduce a due effetti controproducenti.

Il primo è un inevitabile indebolimento di quelle libertà fondamentali, a cominciare dalla libertà di espressione, che costituiscono il cuore di quei valori europei che si vuole tutelare rispetto alle azioni ibride (comprese le campagne di disinformazione) lanciate da attori ostili.

Il secondo è la diffusione tra i cittadini di un sentimento di crescente insofferenza per forme di ingerenza sulla loro libertà di espressione, che – anche a causa di interpretazioni non sempre chiare del concetto di “disinformazione” – vengono spesso percepite come arbitrarie e lesive dei propri diritti; tanto da indurre, paradossalmente, anche i cittadini con posizioni di per sé “moderate” a spingersi verso posizioni estreme e anti-sistema, cioè esattamente quelle che gli attori ostili all’Europa intendono diffondere”.

Insomma c’è la preoccupazione dei servizi di intelligence di andare a dimostrare con i fatti che alla fine quello che la disinformazione denuncia, in realtà è quello che poi accade veramente.

Scorrendo le molte, e interessantissime, pagine della relazione annuale dei servizi di intelligence emerge come le principali minacce alla sicurezza degli “interessi nazionali” siano quelle provenienti dalla situazione internazionale piuttosto che dal fronte interno ma con una curiosità: non vi è traccia della “minaccia russa” come declamato dagli apparati di comando europei per giustificare l’intenso piano di riarmo, l’unico problema rilevato è quello delle minacce “ibride”, un terreno assai diverso e distante da quello di una invasione.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

– © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO


Ultima modifica:

stampa





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link