Quella che avanza è una povertà multidimensionale, più difficile da contrastare (Luciano Vasapollo)

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difficile da pignorare

 


La Multidimensional Poverty Measure (MPM) 1 della Banca Mondiale è un indice che valuta la percentuale di famiglie in stato di povertà considerando tre dimensioni: povertà monetaria, istruzione e servizi infrastrutturali di base. Questo strumento è stato creato per fornire un quadro più completo della povertà, andando oltre la semplice mancanza di denaro poiché concentrandosi solo sulla mancanza di reddito cattura una parte del benessere complessivo.

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Secondo il rapporto Povertà e Prosperità condivisa 2022 della Banca Mondiale[2], quasi il 40% degli individui poveri in senso multidimensionale non è identificato dalla sola povertà monetaria; infatti, comprendere le privazioni non monetarie affrontate dai poveri mette in luce l’importanza di migliorare altri aspetti del benessere umano che non sono adeguatamente misurati dagli indicatori monetari. Ad esempio, le famiglie del Medio Oriente e del Nord Africa potrebbero avere un reddito sufficiente per superare la povertà monetaria, ma non hanno accesso a servizi essenziali come acqua potabile e servizi igienico-sanitari. Al contrario, le famiglie che sono povere sia di reddito che nella sfera non monetaria sperimentano livelli di benessere inferiori rispetto a quelle che, pur essendo povere di reddito, hanno accesso a servizi sanitari e educativi.

L’MPM include sei indicatori suddivisi in tre dimensioni del benessere:

tenore di vita monetario;
istruzione;
servizi infrastrutturali di base.

Gli indicatori comprendono:

la povertà basata sul consumo o sul reddito;
l’iscrizione scolastica;
il livello di istruzione;
l’accesso all’acqua potabile;
l’accesso ai servizi igienico-sanitari;
l’accesso all’elettricità.
Un esempio di questa metodologia è la tabella successiva che illustra gli indicatori, i pesi e i parametri dettagliati per tutte le dimensioni e gli indicatori che costituiscono l’MPM.

Tab. La povertà multidimensionale

A livello globale, l’accesso inadeguato ai servizi igienico-sanitari è la privazione più comune, colpendo quasi un quarto (23,2%) della popolazione. Questo problema è particolarmente grave nell’Africa Subsahariana, dove due terzi della popolazione (65,6%) non hanno accesso ai servizi igienici di base, inoltre le privazioni più comuni a livello globale, dopo i servizi igienico-sanitari, sono il livello di istruzione (12,6%) e l’accesso all’elettricità (12,1%).

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Secondo le precedenti edizioni dell’MPM, l’Africa Subsahariana e l’Asia Meridionale continuano a essere epicentri sia della povertà multidimensionale che monetaria, infatti nell’Africa Subsahariana, metà della popolazione (52%) sperimenta una povertà multidimensionale, significativamente superiore alla media globale e quasi doppia rispetto al tasso di povertà monetaria nella regione. Nell’Asia Meridionale, il 17% della popolazione è classificato come multidimensionalmente povero, anche se questi risultati devono essere interpretati con cautela a causa della bassa copertura della popolazione nella regione.

Osservando i dati dell’indagine, in particolare le tendenze tra il 2012 e il 2018, che hanno una copertura demografica globale simile e contengono indagini sovrapposte solo per il periodo 2015, si nota che gli indicatori della componente MPM mostrano cali a livello globale, rispecchiando le diminuzioni della povertà monetaria. Tra il 2012 e il 2018, l’MPM ha registrato una riduzione di 2,8 punti percentuali, passando dal 17,3% al 14,5%, infatti, nello stesso periodo la povertà monetaria è diminuita di 1,9 punti percentuali, passando dal 10,7% all’8,8% con progressi che sono stati osservati in tutte le dimensioni dell’MPM. Ad esempio, il tasso di privazione delle iscrizioni all’istruzione è sceso dall’11% all’8,9% ed i maggiori guadagni si sono verificati per le dimensioni dell’accesso all’acqua potabile e all’elettricità, infatti la percentuale della popolazione priva di accesso ad acqua potabile adeguata è diminuita dal 13,5% al 10,5%, e la percentuale di coloro che non hanno accesso all’elettricità è calata dal 14,9% al 12,1% ma sebbene l’accesso ai servizi igienico-sanitari abbia mostrato miglioramenti, rimane l’indicatore con il più alto tasso di privazione.

Le stime della povertà multidimensionale derivano da indagini nazionali sulle famiglie in 121 paesi inclusi nel Global Monitoring Database della Banca Mondiale. La tabella seguente, invece, riporta le stime aggregate regionali e globali di un campione di 121 economie per l’anno 2018, ponderate in base alla popolazione di ciascun paese. Nel 2018, il rapporto globale di povertà multidimensionale è stato del 14,5%, quasi il doppio rispetto alla misura della povertà monetaria, che era dell’8,8%.

Luciano Vasapollo

[1] BONILLA-DIAZ C., ARON D., HADDAD C., SABATINO C., NGUYEN M.C., WU H. (2023), November 2023 Update to the Multidimensional Poverty Measure, Global Monitoring Database, https://documents1.worldbank.org/curated/en/099010512152323337/pdf/IDU0c8e79a80015a4041080b21d02085dc6f23d7.pdf

[2] THE WORLD BANK GROUP (2022), Poverty and Shared Prosperity: Correcting Course 2022, International Bank for Reconstruction and Development, https://openknowledge.worldbank.org/server/api/core/bitstreams/b96b361a-a806-5567-8e8a-b14392e11fa0/content

[3] BONILLA-DIAZ C., ARON D., HADDAD C., SABATINO C., NGUYEN M.C., WU H. (2023), November 2023 Update to the Multidimensional Poverty Measure, Global Monitoring Database, https://documents1.worldbank.org/curated/en/099010512152323337/pdf/IDU0c8e79a80015a4041080b21d02085dc6f23d7.pdf

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