Presentata anche a Roma la Guida Cantine d’Italia di Go Wine

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Nelle sale del centralissimo Hotel Palatino, anche a Roma Go Wine ha presentato la nuova edizione della sua ormai celebrata guida. La risposta del pubblico ha fatto registrare l’affetto ormai consolidato che la piazza romana nutre per l’associazione.

Per l’occasione è stata allestito un ampio banco d’assaggio in cui hanno trovato spazio tantissime eccellenze italiane per rappresentare l’enoturismo e la viticoltura italiana da Nord a Sud, a testimonianza del lavoro che la Guida per l’enoturista anche quest’anno ha dedicato a chi pratica questa forma di turismo.

Per questi ultimi la Guida Cantine d’Italia è uno strumento imprescindibile, che permette in ogni territorio di abbinare la profonda tradizione enoica del paese all’enorme patrimonio culturale italiano. Per quest’anno l’ampia proposta comprende la visita di 874 cantine, 268 “Impronte d’eccellenza” per l’enoturismo e 1.600 indirizzi dove poter mangiare e dormire con oltre 4.980 etichette diverse tra cui scegliere.

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Nella visione di Go Wine la Cantina diventa elemento centrale intorno al quale ruotano diversi elementi come il vigneto, il profilo paesaggistico, il patrimonio artistico e culturale dei luoghi tramandato dalla tradizione agricola anche grazie ai valori dell’accoglienza.

La degustazione ha fatto anche da contorno all’intervento del presidente di Go Wine nonché editore della guida Massimo Corrado, che ne ha illustrato le peculiarità a partire dalla sua finalità principale, che rimane quella di raccontare il volto migliore della viticoltura italiana ed i suoi legami con il territorio attraverso l’intraprendenza e la progettualità delle cantine che la animano.

Per questa edizioni le “Finestre sul vino” sono state affidate alla penna di Andrea Terraneo, presidente di Vinarius, e ad Artura Rota. Il volume si apre con le interviste a nove donne e uomini del vino:  Enrico Nada di Cantina Nada Giuseppe (Piemonte), Giovannella Fugazza, di Castello di Luzzano (Lombardia), Lucio Gomiero di Cantina Vignalta (Veneto), Martina Monreale de Il Roncal (Friuli), Emilia Nardi di Tenute Silvio Nardi (Toscana), Enzo Barbi di Decugnano dei Barbi (Umbria), Rocco Pasetti di Contesa (Abruzzo), Gianfelice d’Alfonso del Sordo, (Puglia), e Ferruccio Deiana di Cantina Deiana (Sardegna).

Tema caro alla guida e riproposto anche quest’anno è quello del “costo della visita in cantina”. Una novità è costituita dall’itinerario dei Musei del vino proposti dalle cantine: Castello di Razzano e Luca Ferraris (Piemonte), Ricci Curbastro (Lombardia), Cà Rugate e Zeni F.lli (Veneto), La Tosa (Emilia-Romagna), Fattoria dei Barbi (Toscana), Lungarotti (Umbria), D’Ambra e Mastroberardino (Campania), Leone de Castris e Produttori di Manduria (Puglia), Librandi e Iuzzolini (Calabria), Quartomoro (Sardegna).

Un gruppo di 15 cantine che, come il presidente Massimo Corrado ha tenuto a precisare sul filo dell’ironia che sempre lo contraddistingue: “ non si tratta di raccolte degli strumenti agricoli del nonno messi li tanto per fare, ma di luoghi capaci di raccontare l’essenza e i valori della tradizione culturale del vino italiano”.

Le Impronte Go Wine, riconoscimento con cui la guida premia l’eccellenza, quest’anno sono state riconosciute a 268 Cantine. Alla valutazione concorrono diversi fattori quali il luogo dove si trova la cantina, tenendo in considerazione sia la struttura che il patrimonio dei vigneti, e a questo legato anche l’aspetto produttivo che tocca sia le tipologie prodotte che l’attività della cantina nel tempo.

Infine ma di eguale se non di superiore importanza, il fattore dell’accoglienza nel quale convergono aspetti diversi, dall’attitudine al rapporto con il pubblico che la cantina sviluppa attraverso le diverse tipologie di attività, dal B&B alla ristorazione, piuttosto che realtà agrituristiche con tutto quello che includono e propongono.

Le “Tre Impronte Go Wine” riconoscimento più alto assegnato dall’Associazione quest’anno sono andate a 24 Cantine: Cà Rugate e Masi (Veneto), La Raia, Ceretto, Fontanafredda, Castello di Gabiano, Malvirà (Piemonte); Bellavista, Ca’ del Bosco, Mamete Prevostini con Convento San Lorenzo (Lombardia); Ferrari (Trentino), Badia a Coltibuono, Capezzana, Castello di Fonterutoli-Marchesi Mazzei, San Felice e Castello Vicchiomaggio e (Toscana); Roberto Ceraudo (Calabria); Donnafugata, Florio e Planeta (Sicilia); Feudi di San Gregorio e Mastroberardino (Campania); Lungarotti (Umbria); Masciarelli (Abruzzo). In ultimo i premi speciali cha sono astati assegnati a:

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–  Gavino Sanna, pubblicitario, scrittore e critico d’arte, il premio per “la cantina realizzando un sogno” per la Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi

–  Tenuta Montemagno di Montemagno in Piemonte il premio “Alto Confort” per l’ospitalità aziendale dell’anno.

–  Agriturismo La Source di Saint Pierre in Valle d’Aosta, il Premio “Cantine Golose” per la Tavola aziendale dell’anno.

–  Antonelli di Montefalco Premio per l’Eno-Architettura dell’anno.

–  Museo del Contadino di D’ambra (di Forio d’Ischia) premio “Enocultura” .

–  Aglianico del Vùlture Caselle di D’Angelo  Premio “Autoctono si nasce”.

–  Tre Venezie Igp Piculit Neri della Cantina I vini di Emilio Bulfon Premio “Buono…non lo conoscevo!”.

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–  Tenuta San Leonardo di Avio Premio “Vini Storici d’Italia”.

–  Tenuta Feudo di Ippolito di Cirò Marina Premio “La vigna da camminare” .

–  Moris Farms di Massa Marittima Premio “Gioacchino La Franca” riconosciuta dalla Community dei soci Go Wine per l’esperienza in cantina.

Bruno Fulco

 

 

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