Emilia Romagna: una famiglia su 10 fatica ad arrivare a fine mese

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Durante la legislatura 2005-2010 sono stati stanziati oltre 326 milioni di euro (di cui 257 dal bilancio regionale) per aumentare l’offerta di alloggi di edilizia residenziale sociale. La Regione ha inoltre stanziato oltre 12 milioni di euro a sostegno delle giovani coppie che intendono acquistare una casa. Questo uno dei punti cardine emersi dal forum L’Abitare, svoltosi in Regione il 1° febbraio, che ha contato sull’intervento del Presidente dell’Emilia Romagna Vasco Errani.
E non è un caso, viene da aggiungere, il ricorso agli aiuti statal-sociali per garantire un tetto, nel vero senso della parola, a giovani e meno giovani. Perché il momento di stallo economico si ripercuote sulla difficoltà ad arrivare a fine mese, e quindi garantire la copertura del mutuo o eventualmente approcciarsi all’affitto e/o acquisto di un immobile.

Nel corso dell’evento sono stati snocciolati i preoccupanti dati del Rapporto 2009 redatto dall’Osservatorio regionale del sistema abitativo, che ha approfondito l’analisi della popolazione in rapporto alla domanda residenziale sul territorio regionale, preso in esame le condizioni reddituali delle famiglie e il fenomeno abitativo, la locazione gli sfratti e le misure di sostegno all’affitto, il parco alloggi pubblici, l’attività edilizia e l’andamento del mercato immobiliare.

Il quadro generale. L’entità delle erogazioni dei mutui per l’acquisto di abitazioni è scesa da 6,3 miliardi di euro del 2007 a 5,8 nel 2008 e allo stesso tempo il costo degli affitti nei Comuni capoluogo è aumentato del 29%.
In Regione, il rapporto tra sfratti e famiglie è peggiore rispetto alla media nazionale (713 contro 987).
Per quanto riguarda l’offerta abitativa sono 54.600 gli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp) gestiti da Acer occupati, mentre le richieste di alloggio pubblico superano le 25 mila unità.
Gli investimenti edilizi del 2009 calano del 19% e sono attesi ad un ulteriore ribasso tra il 4% e il 12% nel 2010.
Anche il numero delle compravendite registra una flessione (del 14% nel 2008 e del 20% nel primo semestre del 2009, più marcato in Emilia-Romagna rispetto al resto del paese).
Non per niente, Errani ha parlato della necessità impellente di “una svolta vera e sostanziale nelle politiche abitative, non solo nata dalla crisi ma che incroci in modo virtuoso la crisi stessa, spezzando – ha aggiunto Errani – l’inaccettabile peso della relazione tra rendita immobiliare e rendita fondiaria. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Lavoreremo per ottenere degli strumenti nazionali e per questo il Governo deve rispondere sugli impegni presi oramai otto mesi fa. E mi riferisco al credito d’imposta per l’adeguamento alle norme antisismiche e all’avvio di un tavolo di confronto su un vero e proprio Piano casa”.

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Ma andiamo avanti, perché altri dati della ricerca attestano una situazione critica.
In Regione una famiglia ogni dieci dichiara di avere difficoltà ad arrivare a fine mese, il 9% è in arretrato con le bollette, il 5,6% ha problemi con il riscaldamento, il 7% è in ritardo con il mutuo e ben il 23,4% non riesce a far fronte a spese impreviste, dell’ordine di 750 euro.

Sono le famiglie con figli ad essere più esposte a situazioni di disagio: il 14% delle coppie con figli e, tra loro, il 24% di quelle con almeno tre figli, dichiarano di essere in ritardo con il pagamento delle bollette, contro il 7,8% delle coppie senza figli.
Il 30,7% delle famiglie formate da genitori e figli dice di arrivare a fine mese con molta difficoltà, il 26% ha problemi con le spese per i vestiti, il 14,5% è in arretrato con il mutuo e il 7,5% non ha abbastanza soldi per gli alimenti.
A questi nuclei si aggiungono anche le famiglie con un solo genitore e quelle formate da anziani: circa il 40% afferma di non poter sostenere spese inaspettate.
Ad ogni modo, l’Emilia-Romagna è una delle regioni italiane con la minor incidenza di famiglie in situazione di povertà sul totale della popolazione (sono 74.700, ovvero il 3,9%).

Effetto della crisi è anche l’aumento del numero degli sfratti. A livello regionale, già nel 2008 era stato emesso un provvedimento di sfratto ogni 340 famiglie residenti, contro la media italiana di uno sfratto ogni 474 nuclei familiari.
Diversi i dati nelle singole province: a Modena è stato emesso un provvedimento ogni 256 famiglie, a Piacenza uno ogni 472. Stesso discorso per gli sfratti eseguiti, che nel 2008 sono stati uno ogni 641 famiglie: il maggior numero di sfratti sono stati eseguiti a Bologna, il minore a Piacenza.

A questo si affiancano le oltre 25.000 domande di alloggio Erp a livello regionale, su un patrimonio di 54.637 alloggi pubblici: di questi solo 3.696 risultano vuoti, di cui 1.257 disponibili per essere assegnati.
Nel 2009 sono state ammesse anche 54.269 domande per il fondo per l’affitto, concentrate soprattutto nei Comuni con più di 20.000 abitanti (in particolare i capoluoghi).
Le famiglie con un solo componente rappresentano oltre un terzo dei richiedenti, mentre quelle con due e tre persone sono rispettivamente il 21% e il 19% del totale. Più della metà delle famiglie che chiede un contributo per l’affitto rientra nella fascia di reddito tra i 10 e i 20.000 euro: sono il 51%, mentre un altro 16% ha un reddito tra i cinque e i 10.000 euro.
Per l’84% delle famiglie che hanno fatto domanda, il canone di locazione incide per oltre il 33% sul reddito familiare, determinando così una condizione di sofferenza economica.

Ma mentre la crisi cavalca, anche il costo degli affitti in Emilia-Romagna è aumentato sensibilmente, lievitando del 29% negli ultimi anni. I livelli medi di locazione in zone di pregio nei capoluoghi dell’Emilia-Romagna vanno dai 96 euro annui al metro quadro di Cesena ai 230 di Bologna; nelle zone semicentrali si va dai 72 euro di Forlì e Cesena ai 150 di Bologna; nelle zone periferiche gli affitti medi vanno dai 53 euro annui al metro quadro di Forlì ai 116 di Bologna.
Nelle sole periferie, dal 2000 a oggi gli affitti sono aumentati del 30-40% in ogni capoluogo di provincia, tranne Cesena (+10%) e Ferrara (+6%).
L’aumento in assoluto più vertiginoso si è registrato nelle zone di pregio a Bologna, dove il costo medio della locazione in 10 anni è decollato del 59%.
A questo va legato il fatto che per le famiglie emiliano-romagnole, che in media hanno un reddito di 2.700 euro mensili, il costo dell’abitazione incide per il 14,7% (poco meno di 400 euro al mese).

Nel frattempo, l’erogazione di prestiti alle famiglie per l’acquisto di case è in calo costante dal 2007: a giugno 2009, rispetto ai primi sei mesi del 2008, il valore dei prestiti erogati ha visto una diminuzione di circa 205 milioni di euro. In Emilia-Romagna, il debito medio per famiglia ammontava a 12.687 euro (5.600 euro pro-capite) nei primi sei mesi dell’anno appena trascorso.
In parallelo crescono anche il numero dei soggetti insolventi e il valore dei debiti corrispondenti: al 30 giugno 2009 erano 48.500 i soggetti segnalati a rischio (+7,7% nell’ultimo semestre), mentre il debito accumulato per i mancati pagamenti superava i quattro miliardi di euro (+8,3% in sei mesi).

Difficoltà, nel settore abitativo, che ovviamente colpiscono anche le imprese: gli investimenti edilizi l’anno scorso sono calati del 19% e sono attesi ulteriori ribassi tra il 4% e il 12% nel 2010.

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