FABRIANO Tutto pronto per la firma dell’accordo sul piano industriale triennale (2025-2027) di Beko Europe. Azienda e sindacati sigleranno l’intesa questa sera, alle 18, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nel corso di un apposito tavolo presieduto dal ministro Adolfo Urso e dal sottosegretario di Stato con delega alle crisi d’impresa Fausta Bergamotto. L’iniziativa si svolgerà nel Salone degli Arazzi di Palazzo Piacentini, sede del Mimit, e sarà presente anche il governatore Francesco Acquaroli. È la conclusione di una vertenza durata circa cinque mesi, tra ansia e apprensione, soprattutto per quanto concerne il sito di Fabriano, dove per altro la preoccupazione non è affatto scomparsa.
Pro e contro
Del resto, se è vero che arriveranno investimenti assai consistenti (62 milioni di euro in tre anni nello stabilimento di Melano) e che si potrà contare su ammortizzatori sociali e incentivi all’esodo, è altrettanto vero che il progetto di Beko Europe contempla 64 esuberi tra gli addetti dello stesso impianto di Melano e ben 207 esuberi nelle funzioni impiegatizie tra gli uffici centrali di via Aristide Merloni e il centro Ricerca e Sviluppo di via Campo sportivo. Ed è soprattutto la mannaia abbattutasi sui colletti bianchi a generare sconforto non solo per quanto concerne l’immediato, ossia la delicata situazione in cui vengono a trovarsi ora gli impiegati, ma anche in riferimento al futuro dell’azienda e, più in generale, del distretto fabrianese.
Le richieste
L’hanno fatto capire bene le Rsu dei colletti bianchi, rimarcando che «usciti da questa azienda, intorno vediamo il deserto; questa è, per l’appunto, un’isola in mezzo al deserto. È estremamente difficile trovare un altro lavoro, in particolare per gli ultracinquantenni. L’unica tutela che ci resta per il futuro potrebbe venire dal Governo, dalle istituzioni». Non è un caso che proprio a livello istituzionale si avanzano idee, coinvolgendo la politica. «Per Beko è necessaria una legge speciale – osserva il presidente del Consiglio regionale Dino Latini – perché l’accordo accettato dai lavoratori potrà pure andare bene, ma significa di fatto la fine di Beko Europe a Fabriano. Al di là dell’intesa raggiunta, che soddisfa solo in parte i dipendenti, in casi come questo è necessario che le istituzioni, a livello locale e nazionale, si impegnino per definire una legge speciale che tuteli l’occupazione e il territorio. La situazione è di emergenza, per cui urge una soluzione speciale, in grado di salvaguardare il potenziale delle aziende che, come Beko appunto, prevedono un numero di esuberi insostenibile per il comprensorio fabrianese».
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