Lo studio “InnovAge, tra longevità e innovazione: quale direzione?”, promosso da Invesco in collaborazione con Eumetra, ha analizzato l’impatto di innovazione tecnologica e longevità sui modelli di risparmio, consumo e investimento, evidenziando la necessità di una pianificazione strategica per garantire sicurezza e benessere nel lungo termine.
L’indagine ha coinvolto un campione di 1000 persone su temi (elaborati da esperi di diversi settori) precedentemente discussi su un digital forum.
In generale è emerso che manca ancora una consapevolezza su come affrontare le sfide economiche della longevità; il 60% degli intervistati considera infatti prioritario il benessere inteso da un punto di vista “qualitativo”, ma pochi adottano comportamenti finanziari adeguati per potersi assicurare a lungo uno stile di vita in linea con i propri bisogni e le proprie attese: la focalizzazione sulla qualità di vita come obiettivo di lungo periodo resta ancora limitata e superficiale. Più di un intervistato su due riconosce l’importanza della pianificazione finanziaria, ma il 54% non ha ancora sviluppato una strategia di investimento per il proprio futuro.
Emerge una crescente richiesta di personalizzazione nei servizi finanziari, con l’educazione finanziaria che gioca un ruolo chiave per colmare il divario tra chi è attivamente impegnato nella pianificazione e chi rimane impreparato.
Rispetto al ruolo della famiglia e delle istituzioni, quasi tre intervistati su cinque ritengono che gli anziani svolgano un ruolo di supporto economico/finanziario (56%) e di mentoring (54%). Il 73% sostiene inoltre che lo Stato dovrebbe assumere un ruolo più attivo nella gestione della longevità, sottolineando la necessità di un impegno condiviso con le istituzioni per incrementare la consapevolezza e il supporto a livello nazionale, coinvolgendo tutti i livelli della società civile (nessuno escluso: banche, stato, istituzioni finanziarie…).
La tecnologia è percepita come una risorsa chiave per migliorare la qualità della vita, soprattutto in ambito sanitario, con una sensibilità particolare rivolta alla telemedicina (46%) e all’Intelligenza Artificiale applicata alla diagnosi (43%), anche se il suo impatto viene visto con sentimenti contrastanti. In ambito prettamente finanziario, la tecnologia può giocare un ruolo positivo nel rapporto consulente finanziario-investitore, tra i clienti più maturi, così come tra i più giovani la tecnologia rappresenta un asset per gli investitori più anziani, inclini a soluzioni orientate a generare income nella fase post-retirement; e per i più giovani, meno esperti e con meno risorse, costituisce un facilitatore, avvicinandoli alla consulenza finanziaria.
La ricerca sottolinea la necessità di servizi finanziari più accessibili e flessibili, capaci di adattarsi ai diversi stili di vita e alle esigenze individuali.
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