Laore Sardegna, tour sui bovini da carne in Piemonte


Interni dell’allevamento Pecchio Silvano, di Carignano (To)

Visitati allevamenti, macelli e centri genetici nelle province di Cuneo e di Torino

 

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Durante i primi giorni del mese di aprile, è stato dato il via ad un tour tecnico-didattico, organizzato dall’Agenzia Laore Sardegna in collaborazione con Edagricole, presso centri di ricerca e aziende particolarmente innovative e specializzate nell’allevamento bovino da carne del Piemonte.
Questo viaggio studio si inserisce all’interno del progetto “Uso e gestione di tecnologie innovative: benessere animale, sostenibilità economica, sociale e ambientale” presentato nell’ambito della Misura 1, sottomisura 1.2, del PSR Sardegna 2014/2020 da Laore Sardegna: agenzia della regione Sardegna per lo sviluppo in agricoltura, che supporta le imprese agricole e della pesca con assistenza tecnica per favorire lo sviluppo integrato dei territori, la multifunzionalità, l’agrobiodiversità e per promuovere le specificità territoriali, le produzioni di qualità e la competitività sui mercati.
Hanno preso parte all’iniziativa una ventina di allevatori sardi provenienti da diverse realtà dell’Isola.

Azienda Sevega

Il primo giorno è stato dedicato alla visitata l’Azienda zootecnica Sevega F.lli Bruno e Dario, sita in Cervere, provincia di Cuneo. La visita, condotta dagli stessi conduttori dell’azienda, ha permesso di approfondire le dinamiche di un allevamento bovino a ciclo chiuso. Questa azienda – con circa 140 fattrici e una consistenza complessiva di circa 330 capi – segue infatti la linea vacca vitello e, non vendendo i vitelli, procede internamente anche all’ingrasso.

Vitello di razza Piemontese presso l’allevamento Sevega

Il Dott. Simone Mellano, direttore dell’associazione allevatori Asprocarne Piemonte, ha partecipato alla visita. Fondata nel 1985, Asprocarne Piemonte è un’organizzazione di produttori di carne bovina che riunisce circa 600 soci della regione del Piemonte, i quali allevano oltre 130.000 bovini da carne di razze italiane ed estere, rappresentando oltre il 50% della produzione regionale di vitelloni da carne.
La sua missione principale è qualificare, promuovere, commercializzare e valorizzare le carni bovine prodotte dai soci, fungendo da intermediario tra i produttori piemontesi e il mercato. ​
Inoltre, Asprocarne è attivamente coinvolta in progetti di promozione internazionale, come quello dedicato alla razza bovina Blonde d’Aquitaine, cofinanziato dall’Unione Europea. Questo progetto mira ad ampliare la conoscenza di questa carne pregiata nei mercati europei, rafforzando la competitività dei prodotti piemontesi.
Oltre a promozione e vendita, l’organizzazione offre servizi di consulenza tecnica agli allevatori, supportandoli in vari aspetti della gestione dell’allevamento, tra cui la salute animale, l’adeguamento alle normative e la gestione commerciale.
In questo modo, l’organizzazione svolge un ruolo fondamentale nella valorizzazione della carne bovina del Piemonte, contribuendo in modo decisivo alla sua diffusione e affermazione, tanto a livello locale quanto internazionale.

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Centro genetico Anaborapi

La seconda giornata è stata dedicata alla visita tecnico-didattica del Centro Genetico e del Centro Tori dell’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese (Anaborapi), un’organizzazione fondata nel 1960 con l’obiettivo di promuovere il miglioramento, la valorizzazione e la diffusione dei bovini di razza Piemontese che conta oltre 4.000 allevatori associati e circa 150 mila fattrici. Il 94% degli allevamenti di bovini di razza Piemontese è iscritto al Libro Genealogico della razza.

Installazione presso “La casa della Piemontese”

La visita, presso la sede centrale di Carrù, in provincia di Cuneo, è stata condotta dal Dott. Andrea Quaglino, direttore dell’Associazione.
Il Centro Genetico di Anaborapi svolge un ruolo fondamentale nel programma di miglioramento genetico della razza Piemontese. Infatti, questa struttura ospita annualmente circa 200 vitelli provenienti da accoppiamenti programmati che, a partire dai 30-60 giorni di vita, vengono sottoposti a un “performance test”, durante il quale vengono valutati numerosi parametri, tra cui accrescimento, morfologia e docilità.
Tutti gli animali, che vengono allevati in gruppi omogenei e nelle medesime condizioni, sono alimentati con un concentrato a base di mais (60%), polpe di barbabietola e soia che viene somministrato individualmente nell’arco della giornata tramite autoalimentatori. La componente fibrosa è rappresentata da paglia trinciata e depolverata somministrata ad libitum la cui ingestione, per ciascun animale, viene misurata mediante Roughage Intake Control (RIC) system, una tecnologia sviluppata da Hokofarm Group. Questo processo permette di identificare i tori che presentano le migliori caratteristiche genetiche per la riproduzione.

Vitello al Roughage Intake Control (RIC) system

Nella selezione di una razza bovina da carne, l’obiettivo principale è ottenere animali che siano in grado di crescere velocemente, con elevate rese alla macellazione e carcasse ben conformate, garantendo al contempo un’alta percentuale di tagli di qualità. Per la razza Piemontese, la selezione si concentra soprattutto sull’accrescimento rapido e sulla muscolosità, due tratti distintivi che favoriscono una maggiore resa in carne magra. Inoltre, un altro obiettivo fondamentale è quello di migliorare l’efficienza di trasformazione della razione alimentare, ottimizzando così l’impiego delle risorse nutrizionali all’interno dell’allevamento e aumentando la sostenibilità economica dell’azienda.
Il programma di selezione della razza Piemontese si propone anche di migliorare la salute e la produttività delle fattrici, affinché siano in grado di partorire facilmente vitelli sani e privi di anomalie. Un aspetto cruciale è anche il miglioramento dell’apparato locomotore, che assicura la mobilità e il benessere degli animali. Inoltre, la selezione si concentra sul miglioramento del comportamento degli animali, puntando a ottenere soggetti docili e facili da gestire, per facilitare il lavoro quotidiano degli allevatori.
Situato nella stessa area del Centro Genetico, il Centro Tori è dedicato alla produzione di circa 220 mila dosi di seme congelato all’anno proveniente da tori selezionati. Circa l’80% delle dosi viene impiegata sul territorio nazionale mentre il restante 20% viene esportato prevalentemente in Germania e Nord Africa. Inoltre, i partecipanti hanno avuto la possibilità di visitare “La Casa della Piemontese”, un museo interamente dedicato alla razza bovina Piemontese che offre percorsi interattivi che raccontano storia, evoluzione e caratteristiche di questa razza di questa razza.
È inoltre presente un’area di degustazione dove i visitatori possono assistere a dimostrazioni culinarie, scoprendo i segreti dei diversi tagli di carne e i metodi di cottura ideali per esaltarne il sapore e la tenerezza. La Casa della Piemontese rappresenta quindi una vera e propria vetrina per questa razza autoctona, promuovendo i valori legati alla tradizione agricola piemontese, mettendo in evidenza il lavoro degli allevatori locali, la qualità della carne e la sostenibilità delle pratiche agricole e zootecniche.
La visita presso l’Anaborapi si è rivelata un’opportunità unica per i partecipanti, che hanno avuto l’opportunità di approfondire non solo gli aspetti tecnici legati al miglioramento genetico e alla selezione dei bovini da carne, ma anche di comprendere come la selezione mirata possa migliorare le caratteristiche genetiche degli animali, nonché la sostenibilità e l’efficienza degli allevamenti.
Inoltre, grazie al confronto con i referenti del Centro Genetico e del Centro Tori, è emersa la volontà di alcuni partecipanti di utilizzare la razza Piemontese per ottenere incroci destinati alla produzione di carne, partendo da alcune razze da lavoro che, pur essendo apprezzate per la qualità delle loro carni, presentano accrescimenti lenti e una bassa resa alla macellazione.

Azienda Fratelli Faccia

Nel pomeriggio, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare l’azienda Fratelli Faccia, situata a Ceva, in provincia di Cuneo, una realtà che da oltre 40 anni si distingue nel settore della macellazione e lavorazione delle carni bovine. La visita è stata condotta dalla Dott.ssa Elisabetta Politano, Responsabile Qualità dell’azienda, che ha illustrato l’impegno costante di Faccia Fratelli nel garantire elevati standard di qualità e sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva.
Faccia Fratelli si estende su una superficie di 10.000 mq, dove vengono svolte tutte le fasi della lavorazione: dalla macellazione, al sezionamento e disosso, fino alla trasformazione e preparazione di carne fresca e congelata, oltre alla produzione di una vasta gamma di prodotti a base di carne.  Nel 2001 è stata costituita l’Azienda Agricola Langa Allevamenti, un passo fondamentale per migliorare qualità e controllo sull’intero processo produttivo.
Oggi, con circa 10.000 capi distribuiti su 18 allevamenti, l’azienda gestisce direttamente l’acquisto dei bovini, l’alimentazione e la cura degli animali, assicurando la qualità e il benessere del bestiame. Nel 2024, il 26% dei 53.000 capi macellati è stato fornito dall’Azienda Agricola Langa, a conferma dell’efficacia e della sostenibilità di questo approccio integrato.
L’azienda adotta un Sistema di Gestione per la Qualità integrato e certificato, che rispetta i rigorosi requisiti per la gestione della qualità, della sicurezza alimentare e dell’energia.
Le certificazioni BRC – Grade A e IFS – Higher Level testimoniano l’impegno di Faccia Fratelli nel garantire prodotti sicuri e di alta qualità, rispondendo così alle esigenze dei clienti più esigenti sia sul mercato nazionale che internazionale. Inoltre, l’azienda possiede l’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.), che certifica l’utilizzo di tecniche impiantistiche moderne e di sistemi di gestione e controllo che ottimizzano le prestazioni ambientali, riducendo l’impatto delle attività produttive sull’ambiente circostante.
Durante la visita, è stato possibile apprezzare l’attenzione dell’azienda non solo alla qualità del prodotto finale, ma anche alla sostenibilità delle proprie pratiche, confermando come l’eccellenza nella produzione di carne piemontese possa essere raggiunta senza compromettere il rispetto per l’ambiente e per il benessere animale.

Azienda La Ciocchetta

La terza giornata è stata dedicata alla visita tecnico-didattica presso l’azienda “La Ciocchetta” sita in Savigliano, provincia di Cuneo.

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Bovini di razza Piemontese presso l’allevamento “La Ciocchetta”

La visita, condotta dallo stesso conduttore Domenico Giobergia e dal Dott. Mellano, ha permesso di comprendere alcuni aspetti fondamentali per una corretta gestione dell’allevamento a ciclo aperto. Questa azienda infatti acquista vitelli di razza Piemontese, Blonde d’Aquitaine o incroci come ad esempio Frisona x Blu Belga per una consistenza totale di circa 600 capi, venduti mediamente ai 18 mesi di età.
La visita ha inoltre permesso di approfondire tre focus: impegni agro-climatici ambientali, economia verde e uso efficiente delle risorse, cambiamenti climatici.
Infatti questa azienda, ottiene energia elettrica e termica da fonti alternative, ossia da un impianto biogas e da impianti fotovoltaici installati sulle coperture delle stalle.
Inoltre pratica un uso efficiente delle risorse alimentando questi impianti con effluenti zootecnici prodotti anche in altre due aziende limitrofe, che insieme all’azienda in questione costituiscono una piccola società.
È stato quindi affrontato il tema della cooperazione in agricoltura, fondamentale per migliorare l’efficienza e la competitività del settore e favorire lo sviluppo sostenibile del territorio. Lavorando insieme, gli imprenditori agricoli possono condividere risorse, conoscenze e tecnologie, ottimizzare i costi di produzione e ottenere un maggiore potere contrattuale nel mercato.

La cooperazione

Nonostante la loro importanza, molte cooperative agricole sarde si trovano in difficoltà. In primo luogo, le difficoltà organizzative e gestionali costituiscono un ostacolo rilevante. Molte cooperative non dispongono di una struttura interna solida né di figure professionali capaci di gestire efficacemente le attività economiche, commerciali e burocratiche. A ciò si aggiungono problemi di governance, con decisioni rallentate da conflitti interni tra soci o da una visione poco imprenditoriale.
Un altro fattore determinante è l’accesso limitato al credito e ai finanziamenti pubblici. Partecipare ai bandi europei, come quelli previsti dalla Politica Agricola Comune (PAC) o dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR), richiede competenze tecniche e amministrative che non tutte le cooperative possiedono. Inoltre, la burocrazia complessa e i lunghi tempi di attesa scoraggiano molti piccoli produttori dal tentare queste strade.
Un ulteriore elemento critico è la scarsa cultura della cooperazione, ancora oggi diffusa in alcune aree rurali della Sardegna. La mentalità individualista, unita a esperienze passate negative legate a cooperative fallite o mal gestite, ha generato diffidenza nei confronti di queste forme associative. In molti casi, prevale l’interesse personale su quello collettivo, ostacolando l’unione delle forze e la nascita di progetti condivisi.
A tutto questo si aggiunge il problema del ricambio generazionale. Le cooperative agricole sarde spesso non riescono ad attrarre i giovani, che preferiscono cercare opportunità in altri settori o fuori dall’isola. Questo fenomeno porta a un progressivo invecchiamento della forza lavoro, con conseguenze negative sulla capacità di innovare e di affrontare le sfide del mercato globale.
Infine, molte cooperative sarde devono affrontare difficoltà legate alla commercializzazione dei prodotti. Spesso mancano strategie efficaci di marketing, branding e presenza digitale. I prodotti di qualità, come i formaggi DOP o i vini locali, non sempre riescono a raggiungere mercati più ampi o a distinguersi nel panorama nazionale e internazionale. Questo limita fortemente la crescita e la competitività del settore.
Tuttavia, esistono anche esempi virtuosi – come la Cooperativa Assegnatari Associati Arborea, in provincia di Oristano, considerata un modello di successo per la filiera lattiero-casearia sarda, la Latteria Sociale Cooperativa San Pasquale di Nulvi (SS) o alcune cantine sociali come la Cantina di Dolianova – che dimostrano come sia possibile superare queste criticità attraverso una gestione efficiente, la collaborazione tra produttori e un forte legame con il territorio.

Azienda Dalmasso

Nel pomeriggio, è stata visitata l’azienda agricola Dalmasso, allevamento biologico di bovini di razza Piemontese situato a Barge, provincia di Cuneo. La visita, è stata condotta da Christopher ed Elia, figli di Giovanni Dalmasso, titolare dell’azienda. La famiglia Dalmasso, originaria dell’alta valle Pesio, ha radici profonde nell’allevamento e nell’agricoltura montana, con una tradizione che risale agli anni ’50.

Bovini al pascolo presso l’allevamento Dalmasso

Nel 1982, Giovanni Dalmasso acquisì la cascina Thorosana a Barge, dove ristrutturò i fabbricati e costruì nuove stalle per ospitare la mandria. L’allevamento conta circa 400 bovini di razza Piemontese iscritti al Libro Genealogico Nazionale, tra cui 170 vacche, 30 primipare, 40 manzette, 40 tori e 120 vitelli.
Gli animali vengono allevati per quasi 8 mesi all’anno (aprile-novembre). Infatti, trascorrono i mesi primaverili e autunnali nella cascina Thorosana e i mesi estivi – dal 24 giugno (San Giovanni) al 29 settembre (San Michele) come da antica tradizione margara – nell’alpe Pian del Re.
L’Azienda Agricola Dalmasso applica un accurato programma di selezione genetica per migliorare la qualità dei propri bovini di razza Piemontese.  Ogni anno, solo i soggetti con le migliori caratteristiche genetiche, morfologiche e genealogiche vengono destinati alla riproduzione, con particolare attenzione alla muscolosità, alla taglia e alla facilità di parto (raggiunta nel 92% dei casi). L’uso dei migliori tori di Fecondazione Artificiale, provenienti dal Centro Genetico Anaborapi, garantisce variabilità genetica e accoppiamenti mirati, con oltre 200 fattrici figlie di 70 tori differenti. Le femmine più promettenti, che diventeranno le future fattrici, sono selezionate anche per docilità, struttura degli arti e attitudine alla produzione lattea, aspetto fondamentale per una buona crescita del vitello.
Circa il 30% dei maschi più meritevoli, valutati anche attraverso test genetici e valutazioni morfologiche, viene allevato per diventare tori da monta naturale, sia per l’uso aziendale che per la vendita. L’azienda ha già venduto oltre 300 tori, destinati a tutto il territorio nazionale e anche all’estero. Alcuni soggetti eccellenti sono stati abilitati alla produzione di seme per la Fecondazione Artificiale.
Dal punto di vista sanitario, l’allevamento è sottoposto a regolari controlli veterinari ed è ufficialmente indenne da malattie come Tubercolosi (TBC), Brucellosi, Leucosi, Rinotracheite Infettiva dei Bovini (IBR). Inoltre, partecipa volontariamente ai monitoraggi per Diarrea Virale dei Bovini (BVD) e Paratubercolosi (PTBC), risultando esente anche da queste patologie e ottenendo la qualifica PT2. Si presta attenzione anche alla resistenza all’infezione da Neospora caninum – principale causa a livello mondiale di aborti e natimortalità – effettuando una riforma volontaria su vacche sieropositive e loro figlie. Questi standard permettono all’azienda di vendere animali in tutta Italia e nei Paesi dell’Unione Europea, garantendo altissimi livelli di sicurezza sanitaria e qualità genetica.
Nel corso degli anni, l’azienda Dalmasso ha partecipato a numerose mostre zootecniche a livello provinciale, regionale e nazionale, ottenendo importanti riconoscimenti che attestano l’elevato livello qualitativo del proprio lavoro. Nel 2022, l’Azienda Agricola Dalmasso ha ottenuto un successo significativo alla Mostra Nazionale della Razza Piemontese di Cuneo, con Bigbeng che è stato proclamato Campione Assoluto nella categoria dei tori. Questo riconoscimento ha consolidato la reputazione dell’azienda e di Giovanni Dalmasso come uno dei migliori allevatori di razza Piemontese. Lo stesso successo si è ripetuto nel 2023, quando Bigbeng è stato nuovamente premiato Campione Assoluto alla Mostra Nazionale di Fossano.
Inoltre, in quell’edizione Giovanni Dalmasso ha ricevuto per il secondo anno consecutivo il prestigioso Trofeo Amedeo Damiano, conferito al miglior allevatore della mostra, un ulteriore riconoscimento della qualità dei suoi capi. Giovanni Dalmasso e i suoi animali hanno conquistato anche le principali fiere locali, come la Mostra Provinciale di Fossano del 2024, dove ben sette degli animali presentati hanno raggiunto la finale. In quella stessa edizione, Gasolina e Gioconda sono state premiate come Campionesse di categoria tra le manze, mentre Europa e Carbona hanno ottenuto il riconoscimento di Campionesse di categoria nelle rispettive classi di vacche.
Alla 21ª Mostra Provinciale Bovini di Razza Piemontese, evento di punta delle Giornate Zootecniche Fossanesi 2025, Ivol si è aggiudicato il titolo di Campione Junior nella sezione torelli 14-18 mesi. L’ultimo riconoscimento arriva dalla 73esima edizione della “Mostra regionale zootecnica di Quaresima”, svoltasi lunedì 7 aprile presso l’area espositiva del Mercato Ingrosso Agroalimentare Cuneo (M.I.A.C.) dove il toro Bigbeng – 7 anni e 1382 kg – si è aggiudicato il titolo di “Migliore in fiera”.
I numerosi premi ottenuti negli anni testimoniano la passione, la competenza e l’impegno costante della famiglia Dalmasso nel promuovere e valorizzare la razza Piemontese, una delle eccellenze dell’agricoltura italiana.

Allevamento Pecchio

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L’ultima giornata è stata dedicata alla visita dell’Azienda agricola Pecchio di Carignano, in provincia di Torino, allevamento a ciclo aperto specializzato di diverse razze bovine da carne. Vengono infatti allevati bovini di razza Piemontese, Charolaise, Limousine, Blode d’Aquitaine e diversi incroci provenienti dalla Francia come Aubrac x Charolaise, Aubrac x Salers, eccetera.
La visita è stata condotta dall’imprenditore Silvano Pecchio, che nel 2024 è stato insignito del titolo di “Allevatore dell’Anno” nella categoria “bovini da carne”, un riconoscimento importante assegnato dall’Informatore Zootecnico.
Oltre all’attività di allevamento, Pecchio svolge un ruolo attivo nel settore, ricoprendo la carica di membro del consiglio di amministrazione di Asprocarne Piemonte, l’associazione dei produttori di bovini da carne. Il suo impegno e la sua dedizione per l’innovazione e il miglioramento delle pratiche zootecniche sono ulteriormente evidenziati dal suo impegno a favore dello sviluppo del settore.
La visita all’azienda di Silvano Pecchio ha offerto l’opportunità di confrontarsi su temi cruciali per l’allevamento bovino. Si è parlato ad esempio dello stress da caldo, una problematica rilevante per il benessere degli animali durante le stagioni più calde che richiede soluzioni come l’adozione di sistemi di ventilazione e di ombreggiamento, per mantenere le condizioni ambientali favorevoli al benessere dei bovini. È quindi emersa l’importanza di investire in tecnologie innovative per migliorare l’efficienza produttiva e la sostenibilità, mirando a ottenere un impatto positivo sull’intero settore zootecnico.
Infine, si è discusso sulle problematiche attuali relative all’acquisto di vitelli dalla Francia. Una delle principali difficoltà è la diminuzione delle importazioni di vitelli francesi, dovuta soprattutto agli importanti problemi sanitari che hanno colpito la Francia, come Blue Tongue e Malattia Emorragica Epizootica (EHD), ma anche alla crescente preferenza degli allevatori francesi per l’ingrasso dei vitelli localmente e alla vendita diretta della carne. Questo ha creato tensioni sui prezzi e ha ridotto l’offerta di animali vivi destinati all’Italia, che stanno ora trovando sbocchi anche in altre aree, come il Nord Africa.
Questo sta riducendo la disponibilità di vitelli francesi per l’Italia, ma offre anche un’opportunità per valorizzare la carne bovina piemontese, se supportata da strategie di marketing mirate. Inoltre, gli allevatori si trovano a fronteggiare costi di produzione sempre più elevati, dovuti agli aumenti dei prezzi dei cereali, dei foraggi e dell’energia. Questa situazione ha ridotto la redditività delle aziende agricole, mettendo a dura prova la loro sostenibilità economica.
Per far fronte a queste sfide, gli allevatori devono lavorare insieme per sviluppare strategie collaborative che coinvolgano l’intera filiera. L’incrocio delle razze, ad esempio, potrebbe favorire la produzione di vitelli da ingrassare e ridurre la dipendenza dalle importazioni. Tuttavia, la scarsa diffusione dell’allevamento di vacche nutrici in Italia richiede politiche mirate per incentivare gli allevatori a adottare queste pratiche. Superare queste difficoltà richiede un approccio integrato che comprenda politiche pubbliche efficaci e investimenti in ricerca e sviluppo, al fine di sostenere la crescita del settore e garantire la competitività nel mercato globale.

Azioni di informazione

Il tour tecnico-didattico si inserisce all’interno del progetto “Uso e gestione di tecnologie innovative: benessere animale, sostenibilità economica, sociale e ambientale” presentato dall’Agenzia Laore Sardegna nell’ambito della Misura 1, sottomisura 1.2, del PSR Sardegna 2014/2020. Si tratta di azioni di informazioni rivolte agli addetti del settore agricolo, alimentare, forestale, ai detentori di aree forestali, alle PMI operanti nelle zone rurali e altri beneficiari delle misure del PSR”, con la finalità di contribuire non solo alla diffusione delle conoscenze relative all’uso, gestione e sviluppo di tecnologie innovative nelle filiere zootecniche ma anche per il trasferimento dei risultati della ricerca scientifica sui temi dell’economia e politica agricola europea, delle dinamiche del mercato, della commercializzazione e della pianificazione nel settore zootecnico nel settore bovino da latte e da carne e al nel settore suinicolo.
La finalità generale delle azioni è quella di sostenere efficacemente gli allevatori nel rendere la propria impresa sempre più sostenibile in termini economici e agro-climatico ambientali adottando strategie che favoriscano il miglioramento quanti-qualitativo dei processi produttivi a garanzia della produttività,  preservando la qualità e la salubrità dei prodotti nel rispetto del benessere animale e, alla luce dei cambiamenti climatici in atto, della sostenibilità economica, sociale ed ambientale.
Questo tour tecnico-didattico ha rappresentato quindi un’opportunità unica per gli allevatori sardi di confrontarsi con le migliori pratiche e tecnologie nel settore dell’allevamento bovino da carne. Attraverso le visite alle aziende agricole e agli istituti di ricerca, i partecipanti hanno potuto osservare da vicino come innovazione, sostenibilità e benessere animale possano integrarsi per ottimizzare la gestione zootecnica.
Il confronto diretto tra gli allevatori sardi e i professionisti del settore ha permesso di condividere esperienze e soluzioni concrete, affrontando tematiche comuni come i cambiamenti climatici, la gestione delle risorse e il miglioramento delle pratiche zootecniche.
Inoltre, l’attenzione posta sull’agrobiodiversità e sulle pratiche agricole sostenibili ha permesso di evidenziare l’importanza di adottare tecnologie che non solo migliorano la produttività ma che contribuiscono anche alla tutela dell’ambiente e al benessere degli animali. L’iniziativa, finanziata nell’ambito della Misura 1 del PSR Sardegna, ha dunque avuto un impatto significativo nel promuovere la sostenibilità economica, sociale e ambientale delle aziende agricole sarde, stimolando la diffusione di tecnologie innovative e la valorizzazione delle tradizioni locali.

(Giuseppe Tolu fa parte dell’Agenzia Laore)

 

 

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