“Un’occasione clamorosamente persa per la Valbormida e per la Liguria intera: dopo sei anni di attesa e promesse, la società Pegaso ha rinunciato a realizzare un impianto all’avanguardia per il riciclo delle polveri da acciaierie, con un investimento complessivo di 21 milioni di euro, di cui ben 15 provenienti da fondi pubblici. E la Regione dov’era? Non parliamo di un semplice insediamento industriale ma di un esempio concreto di reindustrializzazione sostenibile e innovativa, capace di creare occupazione qualificata. Mentre in Friuli iniziative simili prendono forma, in Liguria si accumulano solo ritardi, silenzi e burocrazia. Senza entrare nel merito tecnico, evidenzio che la rinuncia da parte di Pegaso cancella la prospettiva di circa 60 nuovi posti di lavoro e continua a lasciare congelati, come da sei anni a questa parte, 15 milioni di euro di risorse pubbliche. È evidente che su questo fronte manca completamente una regia regionale. Nessun coordinamento, nessuna visione, nessuna strategia per attrarre investimenti industriali di nuova generazione. E così, una possibile opportunità concreta si è dissolta nel nulla. Ho chiesto alla Giunta di chiarire quali azioni siano state effettivamente messe in campo per favorire questo insediamento e, soprattutto, cosa intenda fare oggi per non disperdere ulteriori risorse e occasioni. La Valbormida ha bisogno di fatti sul piano industriale e del lavoro”, così il consigliere regionale Roberto Arboscello che ha presentato un’interrogazione in consiglio.
Ad Arboscello replica Sara Foscolo, capogruppo Lega: “La notizia della rinuncia al progetto in Valbormida da parte della società Pegaso, per quanto rilevante, rappresenta un episodio isolato, non dipendente da Regione Liguria. Non può oscurare la solidità del proficuo lavoro portato avanti per il rilancio dell’Area di crisi industriale complessa del Savonese, di cui, anche come parlamentare, mi sono sempre occupata per lo sviluppo del nostro territorio. A partire dal nuovo Accordo di Programma sottoscritto il 10 agosto 2023, in continuità con quello del 2018, la Regione Liguria ha attivato oltre 60 milioni di euro di risorse pubbliche, generando investimenti produttivi, progetti di ricerca e sviluppo industriale e oltre 200 nuovi posti di lavoro nei 21 Comuni dell’area Savonese riconosciuta come Area di crisi. Solo nel 2024, sono stati finanziati progetti per oltre 31 milioni di euro grazie a bandi con ampie agevolazioni e contributi a fondo perduto, gestiti da Filse e rivolti a imprese del nostro territorio. A questi si aggiunge un ulteriore intervento da 2 milioni di euro, finanziato con fondi FESR 2021-2027, per attrarre nuove imprese e rafforzare l’occupazione, con criteri premiali legati ai livelli occupazionali. L’Area di crisi del Savonese si conferma oggi tra le più dinamiche e performanti del Paese, grazie a un modello che punta su innovazione, sostenibilità e collaborazione tra pubblico e privato. I numeri parlano chiaro. Chi alimenta polemiche su questo settore lo fa, ancora una volta, in maniera strumentale e senza conoscere la realtà dei fatti. Occorre quindi continuare a lavorare per valorizzare un percorso concreto di sviluppo e rilancio che sta dando risultati tangibili”.
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