Tasse aumentate, timori su consumi e occupazione. Le imprese: subito riforme taglia spesa pubblica


Chiedono riforme immediate capaci di razionalizzare e ridurre la spesa pubblica, le associazioni di categoria, all’indomani della manovra che pesa essenzialmente sulle imprese. In modo diretto, con l’aumento dell’Irap dello 0,40% dal prossimo anno. E in modo indiretto, visto che l’extragettito fiscale arriverà soprattutto dal maggior prelievo sulla classe media, composta da dipendenti e pensionati che sono i principali consumatori.

E’ quanto evidenzia Confindustria, con il presidente regionale Vincenzo Briziarelli, che chiede in cambio riforma e politiche tese ad aumentare la crescita. Auspicando comunque che si possa tornare quanto prima alle precedenti aliquote.

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“La manovra ha un’impostazione eccessivamente semplificata – sottolinea Confartigianato Umbria – e sembra mirata esclusivamente al gettito. Mentre è largamente condiviso che le politiche fiscali non possano esaurirsi negli obiettivi di gettito, perché è prioritario valutarne l’impatto sul tessuto produttivo e sull’intera economia regionale. Una maggiore approfondimento sulle ricadute sia in termini di consumi che di occupazione, avrebbe consigliato prudenza, perché in questo modo gli equilibri economici delle piccole e medie imprese umbre rischiano di essere messi sotto pressione da più direzioni”.

Confartigianato evidenzia anche che l’aumento del prelievo fiscale interviene in un momento già critico per le Pmi, tra costi energetici e incertezze legate alla guerra dei dazi nei mercati internazionali, che comunque determineranno un ulteriore incremento dei costi di materie prime e produzione. Evidenziando il rischio di gravi ripercussioni sia per le delocalizzazioni, sia sui livelli occupazionali.

Confartigianato Imprese Umbria ribadisce la necessità di un approccio fiscale più equilibrato e contemporaneamente chiede che le riforme per l’efficientamento della spesa regionale, a partire dalla sanità, “siano varate nel più breve tempo possibile al fine di poter correggere e superare la manovra fiscale, prima che i suoi effetti negativi nell’economia regionale si sviluppino compiutamente”.

Le associazioni del commercio preoccupate per gli effetti sui consumi

Forte preoccupazione per gli effetti sui consumi viene espressa da Confesercenti Umbria, con una manovra “che rischia di dare un ulteriore colpo alla crisi del piccolo commercio”. In particolare, l’aumento dell’Irap dello 0,40% “rischia di non essere sostenibile per molte imprese, già provate in un contesto economico difficile”.

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“È fondamentale considerare – evidenzia la Segreteria di Confesercenti Umbria – che i consumi sono un motore essenziale per la ripresa economica e che ogni incremento fiscale può ridurre la capacità delle famiglie di spendere e delle imprese di investire”.

“Riteniamo – prosegue l’associazione – che prima di procedere con manovre fiscali di questo tipo, sarebbe stato opportuno verificare attentamente i tagli alla spesa improduttiva e valutare la ricollocazione delle risorse disponibili. In questo contesto, Confesercenti Umbria vigilerà attentamente sui tagli e sulla razionalizzazione della spesa, affinché le risorse siano utilizzate in modo efficace e sostenibile, per intervenire efficacemente sui servizi sanitari che necessitano di una profonda riforma”.

“Comprendiamo le ragioni che hanno portato a misure fiscali straordinarie. Ma questa comprensione è possibile solo nella misura in cui queste misure resteranno strettamente legate alla contingenza. Non può e non deve aprirsi la strada a una pressione fiscale strutturalmente più elevata” era stata la posizione espressa da Confcommercio Umbria una volta appreso il contenuto del maxi emendamento che ha ridotto la portata della manovra rispetto a quanto inizialmente approvato in Giunta.

Mandando un segnale chiaro all’amministrazione Proietti: “L’Umbria ha bisogno di una svolta nella gestione pubblica, che vada anche oltre l’ambito sanitario. È nei tanti comparti della macchina amministrativa regionale che occorre intervenire con decisione, individuando sprechi, inefficienze e margini di razionalizzazione, per garantire un uso migliore delle risorse pubbliche, senza gravare ulteriormente sui cittadini, su chi produce e crea lavoro”.

Il Fondo taglia-tasse

In Aula, nel corso dell’acceso dibattito, l’assessore al Bilancio Tommaso Bori ha anche parlato della possibilità che gli incrementi fiscali varati possano essere in futuro ridotti. Molto dipenderà da quanto potrà essere messo in quello che è stato chiamato Fondo taglia-tasse, attraverso la riduzione dei costi della macchina pubblica regionale, della politica ed anche di valorizzazioni ed alienazioni che potranno interessare il patrimonio regionale.





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