La proroga come opportunità
La proroga dell’obbligo, pur arrivata in extremis, è stata
quindi accolta con favore, permettendo di
allentare la pressione burocratica e offrendo un’occasione concreta
per sistemare le evidenti lacune normative e operative.
Una boccata d’ossigeno per le
imprese, ma anche una finestra temporale
preziosa da sfruttare. In particolare, le
associazioni hanno apprezzato l’introduzione di
un meccanismo proporzionale, che differenzia
i termini di adeguamento in base alla dimensione aziendale. Un
criterio spesso trascurato, ma essenziale in un contesto produttivo
come quello italiano, composto per il 95% da micro e piccole
imprese.
Le proposte delle imprese artigiane: buon senso e realismo
Nel documento presentato, CNA ha formulato proposte chiare,
orientate a rendere l’obbligo più equilibrato e
sostenibile e che prevedono le seguenti
soluzioni:
- escludere le microimprese senza immobili,
dotate solo di attrezzature di modico valore (inferiori a 20.000
euro); - chiarire la posizione delle imprese in
affitto, che non possono essere obbligate ad assicurare
beni non di proprietà; - evitare effetti retroattivi che
potrebbero compromettere l’accesso agli incentivi già
concessi; - stabilire una soglia oggettiva per gli abusi
edilizi: non tutte le difformità devono essere motivo di
esclusione o contenzioso.
Le responsabilità dei soggetti coinvolti
La proroga deve essere un tempo utile, non solo un
rinvio tecnico. CNA, Confartigianato imprese e
Casartigiani richiamano quindi all’azione tutti gli attori del
sistema, quali:
- compagnie assicurative, per predisporre
polizze trasparenti, comprensibili e realmente aderenti alla
norma; - IVASS, che ha il compito urgente di attivare
il portale di comparazione previsto dalla legge; - AGCM, chiamata a vigilare su eventuali
concentrazioni eccessive nel mercato delle polizze; - MIMIT, per l’elaborazione di schemi
contrattuali standardizzati; - Governo e Parlamento, per completare la
regolazione tecnica e definire in modo chiaro il
diritto all’anticipo del risarcimento, l’attivazione
automatica delle coperture, i criteri di calcolo, i tempi e le
modalità di liquidazione.
Un cambiamento necessario, ma non improvvisato
L’obbligo assicurativo può certamente diventare
uno strumento di prevenzione e
resilienza efficace, soprattutto in un’epoca segnata
da cambiamenti climatici e eventi naturali estremi.
Ma per funzionare, deve poggiare su basi normative
solide, strumenti tecnici adeguati e attenzione alle
reali condizioni del tessuto produttivo. Le
Associazioni quindi chiedono un approccio equilibrato, che tuteli
gli interessi generali senza scaricare costi e
responsabilità in modo sproporzionato sulle imprese.
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