Gli interventi del Pnrr a tema digitalizzazione approfonditi da Openpolis insieme ad Assonime (Associazione fra le società italiane per azioni) con il avviato un nuovo progetto di monitoraggio del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) avviato. Nella prima uscita ci siamo dedicati ad alcuni interventi legati alla digitalizzazione della pubblica amministrazione (Polo strategico nazionale, abilitazione al cloud per la Pa e Piattaforma digitale nazionale dati) e alle connessioni per privati e imprese (Piano Italia a 1 giga, Piano Italia 5g e Collegamento isole minori). Gli investimenti monitorati valgono complessivamente 7,12 miliardi di euro.
Sono 206 le pubbliche amministrazioni centrali che, al 30 settembre 2024, avevano migrato almeno un servizio sul Polo strategico nazionale (Psn). Il Psn è un’infrastruttura nazionale per la Pa basata su tecnologie cloud di ultima generazione. Su questo intervento fin dall’inizio si sono riscontrate difficoltà e ritardi. Tanto che, secondo una relazione della Corte dei conti, risultava che a fine 2023 nessuna delle amministrazioni previste era ancora migrata al Psn. Nell’ambito della revisione del piano, il target della misura è stato modificato: entro il 30 settembre 2024, almeno 100 amministrazioni pubbliche avrebbero dovuto migrare “almeno un” servizio (inclusi i relativi sistemi, dataset e applicativi) al Psn e non più tutti i servizi come originariamente previsto. Alla luce di questa revisione, l’obiettivo risulta raggiunto.
Sono 7.794 gli enti che hanno aderito alla piattaforma nazionale digitale dati (Pdnd). La Pdnd ha lo scopo di migliorare la gestione e fruibilità dei dati pubblici e di favorire l’interoperabilità tra le diverse banche dati delle amministrazioni italiane, attuando così il principio del once only (la Pa chiede a cittadini e imprese un documento una sola volta). La stragrande maggioranza degli enti che hanno aderito sono di natura pubblica, tra questi: 6.716 comuni, 21 regioni e province autonome, 154 tra università e Afam e 767 altri enti.
Meno 1,5 mld di euro per i piani Italia a 1 giga e Italia a 5g. Gli operatori coinvolti in questi due interventi hanno riscontrato numerosi problemi di natura tecnica, derivanti da significativi errori nelle mappature degli interventi da realizzare, e amministrativa per l’ottenimento dei permessi necessari. Inoltre alcune fragilità economico-finanziarie hanno ulteriormente rallentato i lavori. Anche in questo caso si è provveduto a rivedere gli obiettivi.
Sono 21 le isole minori connesse grazie al Pnrr. L’unica misura che si è già conclusa tra quelle prese in esame. Il conseguimento del target, originariamente previsto per la fine del 2023 è stato posticipato di un anno. A pesare su questo rinvio sarebbe stata la natura “estremamente aleatoria” dei tempi necessari per le lavorazioni, influenzati dalle condizioni meteo particolarmente avverse verificatesi nel primo periodo di attività. In secondo luogo, anche in questo caso si sono incontrate difficoltà per l’ottenimento dei permessi necessari (tutte le isole interessate sono parchi naturali). In ogni caso gli interventi risultano conclusi rispettando la nuova tempistica.
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