Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday
Le proposte di Nevio Salimbeni, capolista di “Progetto Ravenna”, sulla crescita dell’ambiente tecnologico locale, start up, mobilità giovanile. “In Italia è in corso una fuga di “capitale umano”. In 10 anni, secondo l’Istat, 350.000 giovani tra i 25 e i 34 anni sono emigrati: tra cui oltre 130.000 laureati con un enorme saldo negativo. C’è una incapacità evidente del Paese di trattenere i propri talenti” commenta Salimbeni.
Su base comunale, secondo stime tratte dai dati dell’Aire, sono più di 3000 i giovani ravennati all’estero per studio o per lavoro; tra il 2019 e il 2023 questi sono aumentati di quasi il 25% e, citando il rapporto Migrantes 2023, solo il 20% di questi solitamente rientra nel proprio territorio. “Vorrei essere chiaro: noi siamo perché i giovani ravennati studino, lavorino, e facciano esperienza all’estero ma il punto è come fare in modo che le loro qualità servano a far crescere Ravenna” aggiunge Salimbeni. Non si tratta di una questione che si può affrontare solo localmente, a partire dal tema fondamentale delle retribuzioni italiane oggi troppo basse per essere competitive. “Ma anche il comune di Ravenna può fare la sua parte, per questo, se eletto, vorrei centrare l’attenzione su questi temi.
La prima esigenza è quella di aumentare l’ambiente tecnologico diffuso esistente: sono ancora pochi in città i co-work e gli spazi di condivisione e di rete che sono la piattaforma di base di ogni sviluppo moderno; è necessario anche stimolare la collaborazione tra i vari centri di ricerca e alta formazione, pubblici e privati, non sempre comunicativi tra di loro, per favorirne la crescita e l’operatività. Va anche supportato un rilancio dell’impegno della Camera di Commercio territoriale rispetto alla nascita delle start up: nel 2024 sono state 57 di cui solo 10 under 35, in leggera flessione rispetto agli ultimi anni.
Ritengo che compito dell’amministrazione pubblica locale sia anche quello di introdurre – raccogliendo insieme tutti i soggetti interessati e i programmi UE attivi – un maggiore investimento sulle imprese giovanili privilegiando, in particolare, i settori innovativi globali: dall’efficienza energetica all’agricoltura rigenerativa e verticale, dall’automazione nei processi all’AI specializzata, dalle biotecnologie alle proteine alternative, ecc. C’è anche il tema del potenziamento dell’ufficio politiche europee del comune per passare da un’azione informativa/formativa sui bandi e sull’Europa -certamente utile e importante- ad un supporto laboratoriale e di networking sulla pianificazione strategica; in collaborazione con le imprese, le forze sociali, le scuole e l’Università. Vanno favoriti stage e progetti di ricerca applicata nelle imprese innovative del territorio.
“Ravenna può essere una città ancora più europea e dare maggiori chances ai nuovi talenti nell’instabilità globale di questo momento storico; capire chi siamo e dove vanno i mercati innovativi è elemento centrale di ogni scelta – conclude Salimbeni – anche nei livelli amministrativi locali”
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