La mini-frenata di marzo non impedisce al private equity italiano di archiviare il primo trimestre a quota 108 operazioni, in crescita del 4% rispetto allo scorso anno e addirittura del 30% rispetto al 2023. Resta il fatto che a marzo gli investimenti hanno subito una piccola battuta d’arresto: sono state 28 le operazioni censite dall’Osservatorio Pem di Liuc Business School, realizzato in collaborazione con Aifi e con il contributo di Advant Nctm, Deloitte, Di Luccia & Partners, Equita, Equity Factory, Fondo Italiano d’Investimento sgr, Riello Investimenti sgr e Valori Asset Management.
Un mid market vivace
Si tratta di un calo rispetto allo scorso anno del 22%. Che non scalfisce l’ottimismo degli operatori. «La vivacità del mid market, unita all’interesse crescente degli investitori internazionali, dimostra quanto il nostro ecosistema imprenditoriale continui a rappresentare un terreno fertile per operazioni di valore e crescita sostenibile», commenta Roberto Travaglino, senior partner distribution, investor relations & Esg director di Fondo Italiano. «Ci attendiamo che l’attuale fase di incertezza porti a una maggiore cautela nell’attività di investimento e attenzione alla qualità dei portafogli».
Il 79% delle operazioni dai fondi esteri
A marzo le operazioni di buyout hanno rappresentato il 79% del totale, con gli add-on, cioè le aggregazioni industriali, al 46%: segnale del fatto che, a fianco della ricerca di nuove opportunità di investimento, i fondi si stanno concentrando sempre più sulla crescita per linee esterne delle loro società in portafoglio. Importante segnalare che l’attività di investimento degli operatori internazionali nelle imprese tricolore ha rappresentato ben il 79% delle operazioni concluse, dato molto sopra la media degli ultimi anni. Quanto ai settori oggetto di investimento, beni di consumo e cleantech hanno rappresentato circa la metà dell’intera industria, con i servizi tecnologici al terzo posto.
Imprese e intelligenza artificiale
Oltre all’impegno sul private equity, la Liuc si concentra intanto anche sull’intelligenza artificiale. L’i-Fab dell’ateneo lombardo, in collaborazione con Confindustria Varese e con la sua società di servizi Confindustria Varese, ha infatti lavorato con 11 aziende del territorio per trovare soluzioni di AI a supporto delle loro attività per capire come si applica l’intelligenza artificiale nelle attività d’impresa. Le storie verranno raccontate in un evento organizzato in Liuc giovedì 9 aprile a partire dalle 15.30. (riproduzione riservata)
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