Private debt e sostenibilità: 1 minibond su 6 è Esg


Nel 2024 il segmento Esg ha rappresentato il 15% del mercato dei minibond, con 42 emissioni complessive, in aumento rispetto al 2023: 20 emissioni green, 3 social (una novità) e 19 sustainability-linked, per un valore complessivo di 233,7 milioni di euro, in calo rispetto a un anno fa

Dopo un 2023 segnato da un rallentamento, il mercato italiano dei minibond ha mostrato nel 2024 segnali di ripresa incoraggianti, con un aumento della raccolta del 32% su base annua. Ma oltre ai volumi, è la qualità dell’emissione, in particolare sotto il profilo Esg, a offrire spunti di riflessione rilevanti per il futuro della finanza privata italiana.

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Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Minibond della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2024 il segmento Esg ha rappresentato il 15% del mercato dei minibond, con 42 emissioni totali: 20 emissioni green (in aumento rispetto al 2023), 3 social (una novità rispetto all’anno precedente) e 19 sustainability-linked (in lieve calo), per un valore complessivo di 233,7 milioni di euro, in contrazione rispetto ai 356 milioni del 2023. Un dato come numero di emissioni complessivo in aumento che indica una crescente attenzione delle imprese, e degli investitori, verso strumenti che integrano obiettivi ambientali, sociali e di governance nella finanza d’impresa.

Per minibond, l’Osservatorio del Politecnico di Milano considera i titoli di debito (obbligazioni e cambiali finanziarie) di importo inferiore a 50 milioni di euro emessi da società italiane non finanziarie non quotate su listini aperti agli investitori retail. Rappresentano una forma di finanziamento alternativa e complementare al credito bancario per diversificare le fonti e accedere al mercato competitivo degli investitori professionali, per lo più in preparazione di successive operazioni più complesse come il private equity o la quotazione in Borsa.
Con questi parametri, l’Osservatorio ha identificato 178 emittenti di minibond nel 2024 (126 si sono affacciati sul mercato per la prima volta), in lieve aumento rispetto alle 168 del 2023, e 105 di esse sono Pmi.

ESG-LINKED: PERFORMANCE E IMPATTO

Volendosi focalizzare sui sustainability-linked minibond, cioè prestiti con cedola indicizzata alla performance Esg dell’azienda emittente, emerge come da quattro anni si stanno ritagliano spazio come strumento flessibile per integrare la sostenibilità nei piani industriali. Le 19 emissioni del 2024 confermano l’interesse per soluzioni capaci di legare il rendimento del capitale al miglioramento concreto di indicatori ambientali o sociali.

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Ma attenzione. La quota del mercato Esg resta ancora circoscritta, soprattutto nel segmento delle Pmi, che nel 2024 hanno emesso nel complesso minibond per 686 milioni di euro, in calo rispetto all’anno precedente. Un segnale che può indicare come l’integrazione Esg richieda, oltre alla volontà di farla, anche la spinta dei private investors con supporti tecnici e culturali, oltre che intermediari esperti.

MINIBOND E PMI, SI PUÒ FARE DI PIÙ

Il mercato dei minibond in Italia conta nel complesso ad oggi 1.977 emissioni dal 2013, per un controvalore complessivo di 12,56 miliardi di euro (5,45 miliardi se ci si limita alle Pmi). La crescita del 2024 è trainata dalle grandi imprese, mentre le piccole e medie faticano a mantenere il passo, anche per la presenza limitata di fondi di credito specializzati e di un ecosistema strutturato di investitori professionali orientati all’impatto. Secondo Giancarlo Giudici, responsabile dell’Osservatorio, «i minibond sono uno strumento che ha permesso alle imprese italiane di accedere a nuovi capitali e di acquisire competenze preziose per allacciare rapporti con gli investitori. Tuttavia, è un mercato che ha la possibilità di moltiplicare i volumi, intercettando più capitali dal risparmio privato, con la necessaria intermediazione di investitori professionali specializzati».

CHI INVESTE DAVVERO NEI MINIBOND (ESG INCLUSI)?

Nel 2024, i principali sottoscrittori di minibond sono stati:

  • Fondi e banche estere (33%)
  • Banche italiane (31%)
  • Fondi di private debt (18%)
  • Cassa Depositi e Prestiti (10%)

Il coinvolgimento estero, sebbene su un numero limitato di operazioni, avviene con tagli importanti, mentre la dimensione retail rimane marginale: il collocamento su piattaforme di crowdfunding si è ridotto ai minimi storici fermandosi a 13,4 milioni di euro.

Fabrizio Guidoni

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