Nuovi fondi di investimento per le PMI, adozione di nuove tecnologie e partenariati pubblico-privati sono gli ingredienti della ricetta danese per rafforzare le scienze della vita in Europa, secondo quanto sostiene il Consiglio danese per le scienze della vita.
Per aumentare la competitività globale dell’Europa, la Commissione europea sta preparando una proposta per una Strategia europea per le scienze della vita, il cui lancio è previsto entro la fine dell’anno.
Il governo danese ha recentemente presentato il proprio contributo alla strategia, basandosi su un rapporto elaborato dal Consiglio danese per le scienze della vita.
“L’Europa deve alzare il livello”, ha dichiarato la ministra danese per l’Istruzione superiore e la Scienza, Christina Egelund (Alleanza Liberale/PPE), in una nota stampa a seguito della pubblicazione del rapporto.
“Come raccomanda il Consiglio per le scienze della vita, dobbiamo sfruttare ancora meglio le opportunità offerte da settori come l’intelligenza artificiale e la tecnologia quantistica, in cui i ricercatori danesi sono già molto avanti. Questa è un’agenda importante che dobbiamo prioritizzare in Danimarca e nell’UE”, ha aggiunto.
Il momento è adesso
Il Consiglio danese per le scienze della vita è composto da rappresentanti sia dell’industria nazionale del settore, sia di enti pubblici come l’Agenzia danese per i medicinali, il Rigshospitalet e associazioni di pazienti.
Una delle componenti del Consiglio, Ida Sofie Jensen, direttrice generale di LIF (Associazione danese dell’industria farmaceutica), ha dichiarato a Euractiv che ritiene sia giunto il momento per l’Europa di riconquistare la propria posizione globale nel settore delle scienze della vita.
“In caso contrario, finiremo per essere i perdenti dell’innovazione sanitaria del futuro”.
“Nello scenario migliore”, ha osservato, “l’UE dovrà garantire che i pazienti europei abbiano accesso a prevenzione e trattamenti di prim’ordine, ed essere pronta ad accogliere nuove tecnologie in medicina personalizzata, terapie avanzate e soluzioni digitali basate sull’intelligenza artificiale, per riportare l’Europa in prima linea nella medicina e nella ricerca innovative. Sarà un percorso lungo, ma spero che si possa arrivare il prima possibile a una strategia UE per le scienze della vita. L’Europa ne ha bisogno”.
Uno strato di crescita più ampio
Poiché la strategia è ancora in fase di sviluppo, non è ancora chiaro quale sarà il suo ambito esatto né i settori che verranno coinvolti.
Tuttavia, secondo il rapporto, il Consiglio danese per le scienze della vita punta a costruire “un panorama industriale dinamico e innovativo, caratterizzato da regolamentazione favorevole all’innovazione, alta produttività, investimenti e una forte attenzione ai partenariati pubblico-privati per accelerare l’adozione di nuove tecnologie nella sanità”.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario rafforzare lo strato di crescita, ossia migliorare l’accesso al capitale di rischio per le piccole e medie imprese.
Finanziamenti per investimenti
Il rapporto propone inoltre che l’UE analizzi possibili modelli per creare un Fondo europeo per le scienze della vita tramite il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), e nuovi fondi europei late venture per rispondere alle esigenze delle imprese in fase di espansione.
Inoltre, si suggerisce che la Banca europea per gli investimenti (BEI) possa effettuare investimenti azionari diretti in settori strategici come l’IA, la tecnologia medica (MedTech) e le scienze della vita/biomedicina, e che l’UE investa maggiormente nella ricerca in questo campo tramite il programma Horizon Europe.
Un punto chiave è la facilitazione della sperimentazione clinica, attraverso la creazione di un ecosistema di studi clinici multi-country e l’istituzione di un apposito Consiglio europeo per le scienze della vita.
La voce dei cittadini
In risposta alla consultazione pubblica aperta dalla Commissione, portatori di interesse e cittadini europei (e non) hanno espresso osservazioni per “sviluppare ulteriormente e perfezionare l’iniziativa”.
L’organizzazione statunitense RareGen Youth Network ha espresso la speranza che la Commissione UE includa esplicitamente garanzie di equità, incentivi mirati all’innovazione nei farmaci orfani e percorsi semplificati per la ricerca e sviluppo su malattie rare e trascurate.
Un’altra osservazione arriva dall’azienda italiana Curio Bio, che sviluppa tecnologie per la biologia cellulare complessa.
L’impresa invita l’UE ad adottare tecnologie emergenti come intelligenza artificiale, big data e calcolo quantistico, considerate essenziali per posizionare l’Europa all’avanguardia nella ricerca medica globale.
Il dottor Peiter R. Roelfsema, ricercatore ed ex direttore del Netherlands Institute for Neuroscience ad Amsterdam (2007-2023), nonché fondatore della start-up Phoshenix, afferma che la strategia deve riformare i meccanismi di finanziamento dell’UE, che secondo lui creano un divario tra ricerca di base d’eccellenza e ricerca applicata.
Mentre la Strategia europea per le scienze della vita sarà lanciata entro la fine dell’anno, le parti interessate possono ancora esprimere la propria opinione rispondendo alla consultazione entro il 17 aprile.
(A cura di Vasiliki Angouridi, Brian Maguire)
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