L’introduzione dei nuovi dazi da parte degli Stati Uniti rischia di colpire duramente l’economia italiana. A lanciare l’allarme è il presidente di Confetra Carlo De Ruvo: secondo le stime, l’export verso gli USA potrebbe crollare del 16%, con ripercussioni sul PIL e sull’occupazione.
Impatto economico – Secondo l’analisi di Confetra, le tariffe aggiuntive introdotte dall’amministrazione americana potrebbero ridurre il PIL italiano dello 0,2% e costare fino a 57mila posti di lavoro. “Il nostro export verso gli USA vale circa 64,8 miliardi di euro, con un saldo positivo di quasi 39 miliardi. Si tratta di circa il 3% del PIL nazionale”, ha precisato De Ruvo.
Imprese esposte – Le aziende italiane vulnerabili alla domanda americana sono circa 3.300, su un totale di 23mila con forte vocazione all’export. “Una quota piccola, ma significativa per interi settori”, ha spiegato.
Diversificazione – De Ruvo ha ricordato però come il restante 89% dell’export italiano sia destinato ad altri mercati, in particolare Europa (66%) e Asia (13%). “Le PMI italiane presidiano oltre 3.000 nicchie di mercato in tutto il mondo: un dato che ci rende orgogliosi”, ha sottolineato, citando l’Unctad.
Spedizioni a rischio – Dal 2 maggio, negli USA, anche le spedizioni sotto gli 800 dollari saranno soggette a dazi. L’UE intende seguire con l’abolizione dell’esenzione per pacchi fino a 150 euro.
Scenari futuri – “Il commercio internazionale sta vivendo una fase di instabilità senza precedenti. I prossimi mesi saranno decisivi”, ha concluso De Ruvo, invitando le imprese a “mantenere lucidità e flessibilità”.
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