aliquote per architetti e ingeneri


  • Inarcassa è la cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti, a cui dover versare i propri contributi annuali.
  • Sono tre le tipologie di contributi previsti, con agevolazioni per il liberi professionisti più giovani che non hanno compiuto ancora trentacinque anni.
  • Il calcolo dei contributi da versare è differente a seconda che si aderisca al regime fiscale ordinario oppure forfettario.

Inarcassa è la cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti, a cui dover versare i contributi annuali, relativamente all’esercizio della propria attività lavorativa.

Sapere come calcolare i contributi dovuti e quando versarli, permette di pianificare le varie spese nel corso dell’anno, anche alla luce delle novità introdotte per il 2025.

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Come funziona Inarcassa

Sono tre le tipologie di contributi previsti da Inarcassa, vale a dire quello soggettivo, integrativo e di maternità, secondo le linee guida pubblicate ogni anno1.

1. Contributo soggettivo

Il contributo soggettivo obbligatorio è quello che si versa ai fini pensionistici. In base al regime fiscale di appartenenza (forfettario oppure ordinario) si calcola il 14,50% su una percentuale degli incassi annuali. La somma così calcolata (e di cui si riportano i relativi esempi a seguire) va versata alla cassa previdenziale. 

Va messo in evidenza che a ogni modo è previsto un contributo minimo, quindi che va al di là di quanto fatturato, che corrisponde per l’anno 2025 a 2.750,00 euro. Tale importo è frazionabile in dodicesimi e la minima mensile è dovuta anche per un solo giorno di iscrizione nel mese solare.

Tuttavia, una deroga al minimo soggettivo è prevista per il 2025: chi prevede di non raggiungere il reddito minimo fissato a 18.996 euro annui, può beneficiare di una deroga e versare i contributi solo sul reddito prodotto, a dicembre 2026 (aliquota 14,5%). Gli iscritti che presentano tali condizioni, possono beneficiare della deroga per cinque anni.

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In precedenza il versamento dei contributi era previsto in due tranche, con scadenza a giugno e a dicembre. Ora è possibile pagare i contributi minimi 2025 in rate bimestrali di pari importo, con prima scadenza annuale al 28 febbraio e l’ultima al 31 dicembre.

Si prevede anche la possibilità di versare un contributo facoltativo che è volontario e ha lo scopo di aumentare l’importo della pensione per il futuro.

2. Contributo integrativo

Il contributo integrativo prevede invece il versamento del 4% del fatturato annuo, con un minimo previsto di 835 euro per il 2025, che va versato a prescindere da quali siano i compensi maturati.

Questo contributo è sempre dovuto anche nel caso di iscrizione alla gestione separata INPS. Non è imponibile Irpef e non concorre alla formazione del reddito del lavoratore.

3. Contributo di maternità

Il contributo di maternità (o paternità) è obbligatorio per tutti gli iscritti, in modo tale che la cassa possa sostenere le libere professioniste che decidono di avere un bambino. In questo caso, il contributo non si calcola in percentuale, bensì si tratta di una quota fissa che per l’anno 2025 è fissata a 72,00 euro.

Inarcassa, contributi per i neo-iscritti

Tutti i giovani liberi professionisti, con meno di trentacinque anni di età, possono beneficiare del pagamento di contributi ridotti per cinque anni e comunque fino al raggiungimento del limite di età previsto. Il beneficio si applica anche in caso di reiscrizione a Inarcassa, a patto che avvenga comunque nell’arco dei cinque anni in contribuzione agevolata.

A partire dal 2021, al requisito anagrafico però si è aggiunto quello reddituale. Nella fattispecie, l’aliquota agevolata (che è del 7,25% a fronte di quella ordinaria del 14,50%) si applica solo se il reddito Irpef del giovane iscritto è uguale o inferiore al reddito medio dei liberi professionisti di Inarcassa, negli ultimi due anni.

Ad esempio, per il 2024 (in base ai redditi dichiarati nel 2022 e nel 2023), il reddito medio era pari a 39.653,00 euro. Se il giovane libero professionista fattura di più, allora dovrà versare i contributi tenendo conto dell’aliquota ordinaria e non di quella agevolata.

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Ai fini previdenziali, dopo 25 anni di iscrizione e contribuzione intera, Inarcassa riconoscerà ai giovani che hanno beneficiato dell’agevolazione, una contribuzione figurativa che permetterà loro di aumentare il montante contributivo e a raggiungere la contribuzione piena.

Esempio di calcolo contributi Inarcassa con regime forfettario

Per chi aderisce a questo regime fiscale, il calcolo dei contributi si effettua su un’aliquota che è pari al 78% del fatturato. Alla somma così ottenuta si applica il 14,50% che corrisponde quindi all’importo da versare a Inarcassa.

Ipotizzando un incasso di 30.000 euro, si deve calcolare innanzitutto il 78% di tale somma che è pari a 23.400 euro, sui quali si applica l’aliquota del 14,50% da versare a Inarcassa, quindi 3.393 euro.

Il contributo integrativo è pari al 4% e si applica sull’intero fatturato annuo, quindi, come ipotizzato nell’esempio, su 30.000 euro. Il 4% di 30.000 euro è pari a 1.200 euro. Il contributo di maternità per il 2025 è di 72 euro.

I contributi da versare in totale equivalgono quindi a: 3.393 euro + 1.200 euro + 72 euro = 4.665 euro all’anno.

Esempio di calcolo contributi Inarcassa con regime ordinario

Gli ingegneri e gli architetti liberi professionisti che aderiscono invece al regime ordinario, per calcolare la base alla quale applicare l’aliquota del 14,50%, devono procedere con la decurtazione delle spese sostenute per l’attività dagli incassi totali annui.

Per procedere con un esempio, sempre ipotizzando un fatturato di 30.000 euro, si tenga conto di 10.000 euro di spese. A questo punto, la base su cui applicare l’aliquota del 14,50% sarà pari a 30.000 euro – 10.000 euro = 20.000 euro, per un totale di 2.900 euro da versare.

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Il contributo integrativo è sempre al 4%, quindi pari a 1.200 euro e quello di maternità a 72 euro all’anno. Il totale è pari a 2.900+1.200+72= 4.172 euro.

Doppia contribuzione Inps e Inarcassa: si paga due volte?

Anche se si è ad esempio un pensionato Inps, l’iscrizione alla cassa professionale è obbligatoria. Non è però richiesta la doppia contribuzione, se l’attività da professionista svolta è la stessa.

Secondo la legge infatti risultano esclusi dall’obbligo di iscrizione alla gestione separata Inps quei professionisti iscritti a una cassa di previdenza di categoria, anche se l’iscrizione non comporta il versamento di contributi.

Diversamente invece se si svolge un’attività ulteriore che non è coperta dalla propria cassa di appartenenza, allora in quel caso bisogna versare i contributi all’Inps.



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