A Bologna il network su impatti della geopolitica sulle imprese







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Bologna, 10 apr. (askanews) – L’equilibrio geopolitico mondiale è in costante evoluzione, generando instabilità e disorientamento sul piano economico e sociale. Dai dazi imposti inizialmente dalla nuova amministrazione americana, passando per le tensioni in Medio Oriente e nell’est-Europa, sono tanti i fattori che stanno incidendo sull’ordine internazionale. Mercati, istituzioni e cittadini sono ad osservare i costanti cambiamenti dello scenario, così come le aziende che sono chiamate ad orientare le decisioni di investimento per mitigare i rischi d’impresa. Per approfondire questo tema, KPMG e l’Istituto per gli studi di politica internazionale hanno organizzato il network “Le aziende nell’era del disordine globale”, in collaborazione con Unicredit e Johns Hopkins University SAIS Europe, analizzando il primis il contesto geopolitico attuale. Paolo Magri, Presidente del Comitato Scientifico ISPI, ha dichiarato: “Ci troviamo in uno scenario di grande incertezza: sapevamo che, con il ritorno di Trump, ci sarebbe stata incertezza, ma non ce l’aspettavamo così grande, non ci aspettavamo una rivoluzione nel mondo economico in poche settimane e sotto gli occhi di tutti. Ci aspettavamo un anno per l’America di grande crescita economica, invece stiamo assistendo a un grande rischio di recessione che non può non avere un impatto anche sulle nostre imprese che esportano il 10% del loro fatturato mediamente negli Stati Uniti”.In questo scenario, le imprese sono alla ricerca di nuove strategie operative per resistere ad un’inaspettata incertezza. Francesco Gagliardi, Head of Markets di KPMG, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “I capitoli da attenzionare vertono attorno alla parola diversificazione. In particolare, diversificare i mercati di sbocco, diversificazione delle catene di fornitura perché non ci ricordiamo che la resilienza di asset di persone, ma anche l’approvvigionamento di minerali critici, le cosiddette terre rare, diventa un fattore di continuità fondamentale. Infine, gli investimenti; bisogna guardare al medio e lungo termine, quindi guardare soprattutto alla transizione energetica e alla transizione digitale come iniziative che possono assicurare quella marginalità che oggi viene messa in discussione, ma che poi nel medio e lungo termine possono essere recuperate”.All’evento ha partecipato anche il Prof. Romano Prodi, il quale ha esposto un’analisi sul quadro geopolitico attuale soffermandosi su temi attuali come l’idea di istituire un sistema di difesa europeo e la necessità d’apertura ai mercati alternativi.

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