ECONOMIA – Confartigianato si è rivolta al Governo per chiedere misure a sostegno delle imprese, il presidente Enzo Mengoni: «Per contenere i danni è necessario aprire una trattativa che includa gli acquisti per la difesa, per i servizi digitali e per l’energia. Confidiamo in un negoziato con soluzioni reciprocamente accettabili»
Enzo Mengoni
Dazi Usa, Confartigianato: «revisione Patto di stabilità, riprogrammazione Pnrr, rimobulazione del Green deal europeo». Queste le richiese che, spiega Enzo Mengoni, presidente di Confartigianato Macerata-Ascoli, sono state fatte al Governo per sostenere le imprese «che temono il rischio di una pandemia economica» dice Confartigianato. Le nuove tariffe imposte dagli Stati Uniti «potrebbero far calare di 11 miliardi l’export italiano negli Usa, che vale 64,8 miliardi, con la perdita di 33mila occupati nelle imprese esportatrici» continua l’associazione.
«Bisogna adattare tutto e convogliare gli sforzi verso la generazione di nuova competitività per le imprese» dice Mengoni. Le richieste al Governo sono state subito prese in considerazione, tanto che Mengoni giudica «positivamente l’annuncio di stanziamenti da 25 miliardi di euro per le imprese, che in parte sono legati proprio al Pnrr.
Si dovrebbero aggiungere comunque altre risorse a sostegno degli investimenti in innovazione e qualificazione dei prodotti, soprattutto per le imprese coinvolte nelle filiere critiche colpite dai dazi». Confartigianato chiede anche di puntare sulla diplomazia economica per accompagnare le imprese nella diversificazione dei mercati di export. «Rafforziamo l’azione di realtà come Ice Agenzia, con una collaborazione accessibile alle micro e piccole imprese». Mengoni torna sull’idea che il muro contro muro non giovi a nessuna economia e ribadisce la necessità di collaborare con l’amministrazione Trump, ricordando che gli Usa sono il primo fornitore di energia Ue. «Per contenere i danni causati dai dazi è necessario aprire una trattativa che includa gli acquisti per la difesa, per i servizi digitali e per l’energia. Confidiamo in un negoziato con soluzioni reciprocamente accettabili».
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