Acqua, Vincenzi (ANBI): tanti temi e obiettivi sul tavolo. Italia protagonista, con sostegno imprese


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Bruxelles – “ANBI e i Consorzi di Bonifica vogliono stare vicino alla comunità per aiutarla a segnalare i propri problemi alle autorità. Il problema della gestione dell’acqua non è solo relativo alla gestione irrigua interna, ma dipende anche dalla situazione del Mediterraneo e dalle quantità di pioggia che cadono durante le varie stagioni. In Italia inoltre ci sono temi legati anche alla gestione della morfologia territoriale e all’abbandono delle aree interne per l’urbanizzazione verso le zone costiere”.

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Così Francesco Vincenzi, Presidente Anbi, in occasione del confronto tematico al Parlamento Europeo Di Bruxelles sulle esigenze dell’Italia e dei Paesi Mediterranei in materia di gestione delle Risorse Idriche alla luce della nuova “Vision” indicata dalla Commissione Europea.

“Un suolo consumato diminuisce la propria capacità di assorbimento dell’acqua essendo così meno resiliente. Gestire tutto questo in emergenza non è facile, andrebbe fatto in prevenzione, anche perché i costi sarebbero diversi e minori. E’ chiaro però che in alcuni casi manchino sia i mezzi sia nel normative per aiutare gli Enti Locali: questo è un tema da affrontare con rapidità, se si pensa soprattutto alla rapidità dei cambiamenti climatici e al fatto che l’Italia abbia enormi problemi di ritenzione idrica sui propri terreni, visto che solamente l’11% dei campi riesce in questa azione, un dato non eccezionale in particolare nel Sud Italia. Questa sarà una questione da risolvere, magari guardando anche a quello che fanno in questo comparto Paesi come Francia, Spagna e Portogallo”.

Sulla siccità: “Non è un problema solo agricolo, ma anche alpino e social. Per risolverlo non servono visioni ideologiche o veti: dobbiamo lavorare su opere che si integrino con gli ambienti circostanti e che abbiano una polivalenza anche ad esempio nella creazione degli invasi; c’è bisogno di sostenibilità sotto tutti i punti di vista e di visione verso il domani”.

“In generale quello che serve è, come detto, la prevenzione ma anche la manutenzione degli impianti: avere una cultura economica sul tema aiuterebbe tutti. Noi abbiamo presentato 13 proposte sui temi in ballo: proposte che guardano all’Italia e all’Europa, pur sapendo che non in tutte le parti continentali la gestione può essere uguale, visto che ci sono caratteristiche morfologiche e disposizioni governative simili, però a livello primario è possibile avere una visione d’assieme”.

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“Le politiche irrigue devono fare parte del Green Deal. Stiamo parlando di un campo dove servono innovazione, ricerca e tecnologia: l’acqua aiuta l’agricoltura e la biodiversità. E in questo senso, la figura dell’agricoltore non è solo quella di un produttore, ma anche quella del custode dell’ambiente, del primo elemento relatore con i vari agenti del territorio, fra cui l’acqua”.

“L’acqua merita attenzione, anche perché purtroppo per noi tutti veniamo da anni catastrofici per varie zone del mondo: li servirà prevenzione e gestione delle infrastrutture per evitare che queste cose accadano”.

Infine: “Il tema sul riciclo delle acque reflue è difficile perché le reti delle città non sono in grado di completare il ciclo a cui si vorrebbe arrivare, ma anche qui andranno fatte delle valutazioni. L’acqua è necessaria per l’agricoltura, che a sua volta genera l’agroalimentare e dà forza alla catena dell’export. Sul tavolo ci sono tanti temi e tanti obiettivi da raggiungere a breve e a medio-lungo termine: l’Italia vuole essere protagonista, insieme alle imprese possiamo fare cose importanti”.

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