«Tutoraggio e investimenti sugli spazi e sui docenti per garantire la qualità»

Non c’è il rischio che l’esperienza universitaria sia limitata almeno all’inizio? Pensiamo alla socialità… 

Il rischio esiste, ma può essere mitigato attraverso un forte investimento in tutor e programmi di orientamento, fondamentali per accompagnare gli studenti nel loro ingresso all’università. Un sistema di tutoraggio efficace non solo faciliterà l’integrazione accademica, ma aiuterà anche a creare un ambiente inclusivo e di supporto. La socialità è un elemento chiave della vita universitaria e non può essere sacrificata: per questo, sarà essenziale offrire spazi di incontro, eventi e iniziative che favoriscano il senso di comunità.

Tutti i corsi dell’area biomedica, sanitaria, veterinaria coinvolti nell’operazione dovranno cambiare i piani di studio del primo semestre. Se i decreti attuativi arriveranno a metà maggio ci sono i tempi per farlo?

I tempi sono stretti, ma un lavoro coordinato tra il ministero e le università consentirà di gestire la transizione senza disagi per gli studenti. Sarà necessario un impegno straordinario nella riorganizzazione dei programmi, ma con una pianificazione mirata e una stretta collaborazione tra le istituzioni, l’adeguamento dei piani di studio potrà essere realizzato con successo. Certamente, un tempo maggiore sarebbe auspicabile, ma i presidenti della Conferenza dei corsi di laurea in medicina accettano la sfida: stanno lavorando per allineare e modulare tutti i corsi, così da riassorbire nei semestri successivi le modifiche ai piani di studio introdotte dal semestre filtro. Questo processo garantirà il corretto bilanciamento di crediti, competenze, conoscenze e abilità, colmando eventuali carenze in modo efficace.

Se si opterà per un esame scritto, magari unico per le tre materie fondamentali, non c’è il rischio che somigli un po’ troppo al vecchio test che abbiamo abolito, solo spostato in avanti di sei mesi?