Sbloccare l’efficienza energetica. La sfida di Renovit: la Esco di Snam e Cdp. Parla Cristian Acquistapace


Cristian Acquistapace, Ceo di Renovit.

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«Vogliamo essere il punto di riferimento industriale per la decarbonizzazione. Ma servono visione politica e strumenti che tengano conto di quanto sia oneroso decidere, non solo realizzare». È questo il cuore della visione di Cristian Acquistapace, Ceo di Renovit, società del gruppo Snam (60%) partecipata da Cdp Equity (30%). Renovit è una Energy Service Company (ESCo): accompagna i clienti nel definire e implementare un piano di decarbonizzazione e di efficientamento energetico, assumendosi il rischio tecnico ed economico-finanziario degli interventi. Intervistato da Industria Italiana, Acquistapace individua tre assi prioritari su cui intervenire: consolidamento industriale delle Esco, allargamento del raggio d’azione a pubblica amministrazione e condomini, stabilizzazione normativa. «Il vero nodo oggi non è l’efficacia delle soluzioni, ma l’accessibilità decisionale».

Il riferimento è chiaro: interi segmenti di mercato restano marginali nella transizione energetica, non per mancanza di tecnologie, ma per ostacoli strutturali. Nei condomini, ad esempio, ogni scelta è condizionata da diverse situazioni fiscali e da meccanismi decisionali lenti e costosi. Nella PA, invece, la scarsità di competenze tecniche e l’interferenza di variabili politiche bloccano spesso interventi già finanziati o progettati. La sfida, per Renovit, è sbloccare questi comparti, rendendoli protagonisti attivi e non passivi del cambiamento. E per farlo, conclude Acquistapace, non bastano bonus temporanei o finestre normative ristrette. Serve una strategia nazionale strutturata, basata su regole stabili, finanza mista e strumenti intelligenti che accompagnino anche i più lenti a decidere. Solo così l’efficienza energetica diventerà davvero una leva industriale e non resterà un’occasione persa. Le tecnologie sono mature, ora serve un ecosistema capace di semplificare le scelte, ridurre i costi decisionali e accompagnare gli operatori nei passaggi critici della transizione.

D. In un contesto di forte trasformazione come quello attuale, quanto conta per Renovit avere alle spalle due gruppi solidi come Snam e Cdp Equity?

“Centrale di cogenerazione realizzata da Renovit presso la cartiera Sappi Italy Operation di Carmignano di Brenta (PD).

R. Conta moltissimo. Snam e Cdp Equity non sono solo due azionisti, sono due realtà che ci consentono di avere una visione industriale e una prospettiva di lungo periodo. Questo ci permette di costruire piani, modelli economici e proposte finanziarie solide e credibili, sia verso la Pubblica Amministrazione sia verso i clienti industriali.

D. Ci faccia un esempio concreto.

R. Quando proponiamo Energy Performance Contract o formule di partenariato pubblico-privato, possiamo farlo su un orizzonte di 15 o 20 anni, con investimenti importanti. Questo ci consente di portare interventi che migliorano le performance energetiche, riducono le emissioni di CO2, riqualificano edifici pubblici e ottimizzano impianti industriali. È un approccio integrato, concreto, e possibile solo grazie alla solidità che ci deriva da un azionariato di questo tipo.

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D. Uno dei principali ostacoli alla diffusione degli interventi è spesso la frammentazione dei soggetti e delle competenze in gioco. Qual è, secondo lei, la chiave per rendere questo percorso più accessibile e sistemico?

R. È vero: la frammentazione è uno dei nodi strutturali del settore. Le Esco, e in particolare quelle più strutturate, rappresentano una risposta efficace a questo problema, perché concentrano competenze tecniche, capacità economico-finanziarie e visione progettuale in un unico soggetto. Ma questo, da solo, non basta. C’è infatti un punto che troppo spesso viene trascurato: il costo del processo decisionale. In certi segmenti – penso all’industria – il processo è rapido, perché le aziende hanno Energy Manager interni, strutture tecniche qualificate e catene decisionali snelle. Ma in altri contesti – come i condomini o la Pubblica Amministrazione – tutto si complica.

D. Quali sono le specificità di questi due contesti?

R. Nei condomini, ad esempio, dove ogni proprietario ha una sua posizione fiscale e ogni decisione richiede consenso. Se si parla di incentivi legati a benefici fiscali, allora ognuno valuta l’intervento in base al proprio profilo, e questo allunga i tempi e rende il processo molto più oneroso. Nella Pubblica Amministrazione, invece, spesso mancano competenze tecniche specifiche per la valutazione, o comunque le decisioni vengono condizionate da dinamiche politico-amministrative.

Renovit in numeri. Immagine presa dal sito renovit.it

D. Cosa si può fare per superare queste barriere?

R. Credo che si debba definire regole che tengano conto non solo del costo degli interventi, ma anche di quello del processo decisionale. Questo vale sia per la PA che per il settore dei condomini. Gli incentivi – anche quelli più avanzati – devono integrare questa dimensione se vogliamo che le misure siano realmente efficaci. In altre parole, dobbiamo smettere di pensare solo in termini di tecnologie, di incentivi o di percentuali di detrazione, e iniziare a considerare quanto costa – in termini di tempo, risorse, complessità – prendere una decisione. Solo così riusciremo ad attivare quelle fasce di mercato che oggi, pur avendo bisogno di interventi, restano ai margini per motivi strutturali.

D. In questo scenario, qual è il ruolo che Renovit vuole giocare nel medio-lungo periodo?

R. Vogliamo essere il punto di riferimento industriale per la decarbonizzazione diffusa. Lavoriamo con imprese, enti pubblici e territori per realizzare interventi concreti, con impatti misurabili. Uniamo finanza, tecnologia e capacità di esecuzione, mettendo al centro un approccio sistemico e scalabile.

D. E cosa chiedete, allora, alle istituzioni?

R. Chiediamo regole semplici e stabili, strumenti coerenti, una visione di sistema. Le imprese come la nostra sono pronte a investire, ma abbiamo bisogno di un contesto normativo e decisionale più efficace. La transizione non può reggersi solo su singole misure, deve essere supportata da una strategia industriale strutturata. Solo così riusciremo a far emergere tutto il potenziale dell’efficienza energetica nel nostro Paese.

L’approccio di Renovit è basato su un percorso di innovazione sostenibile e di miglioramento continuo, in 5 fasi che possono essere implementate ciclicamente per agire sugli impianti e sui modelli gestionali e operativi dell’impresa. Si può accedere al programma dalla fase di cui si hai bisogno e poi decidere se proseguire il percorso o meno.

Renovit: la piattaforma italiana per l’efficienza energetica, con il supporto di Snam e Cdp Equity

Renovit è una Energy Service Company italiana nata per accelerare la decarbonizzazione di imprese e pubbliche amministrazioni. La società è partecipata da Snam (60%), tra i principali operatori europei nel trasporto e stoccaggio di gas naturale, e da Cdp Equity (30%), la società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti dedicata agli investimenti di lungo periodo in settori strategici per il Paese. Renovit opera come system integrator per progetti di efficienza energetica, riqualificazione impiantistica, produzione di energia da fonti rinnovabili, gestione intelligente dei consumi e implementazione di soluzioni di decarbonizzazione avanzata (tra cui cogenerazione, pompe di calore, fotovoltaico, accumuli e soluzioni digitali). I principali strumenti contrattuali adottati sono gli Energy Performance Contract (Epc) e i partenariati pubblico-privati (Ppp), che consentono di realizzare progetti chiavi in mano, senza oneri iniziali per il cliente, con remunerazione legata ai risultati.

Nel 2022, Renovit ha raggiunto circa 140 milioni di euro di ricavi, con un portafoglio di oltre 400 clienti tra enti locali, ospedali, aziende multiservizi e grandi gruppi industriali. La società gestisce oltre 1.000 impianti sul territorio nazionale, con un team in crescita che ha superato le 200 risorse specializzate in ingegneria, energy management, operations e project financing. L’appartenenza a due azionisti come Snam e Cdp Equity garantisce a Renovit solidità finanziaria, accesso a capitale paziente e visione industriale di lungo periodo. Snam fornisce competenze ingegneristiche, infrastrutturali e un know-how consolidato nella gestione dell’energia; Cdp Equity contribuisce con il suo mandato istituzionale, orientato allo sviluppo sostenibile, all’innovazione e alla competitività del sistema produttivo italiano. Renovit si propone oggi come una piattaforma abilitante della transizione energetica italiana, con l’ambizione di scalare il modello Esco verso una dimensione sistemica, industriale e territoriale, in linea con gli obiettivi europei di neutralità climatica.

Snam, infrastruttura strategica per l’energia e protagonista della transizione

Snam: modelli digitali concepiti per migliorare l’efficienza operativa e per supportare un decision making strategico per la manutenzione predittiva.

Snam è una delle principali utility europee nel settore dell’energia e un operatore infrastrutturale strategico per il sistema italiano. Fondata nel 1941, oggi la società gestisce oltre 38.000 chilometri di rete di trasporto gas, 5 impianti di stoccaggio e una partecipazione di controllo nel terminale di rigassificazione GNL Italia, oltre a quote in infrastrutture energetiche chiave anche all’estero. Snam è attiva in Italia e in diversi Paesi europei, ed è quotata all’Euronext di Milano con una capitalizzazione che supera i 15 miliardi di euro.

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Negli ultimi anni, il gruppo ha avviato una profonda trasformazione del proprio modello industriale, orientandosi verso la decarbonizzazione del sistema energetico. I nuovi ambiti di sviluppo includono l’idrogeno verde, il biometano, la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la cattura e stoccaggio della CO₂ (CCS). A fine 2023, Snam ha annunciato un piano di investimenti da 11,5 miliardi di euro al 2027, di cui una parte significativa destinata proprio alla transizione energetica e alla resilienza delle infrastrutture. Attraverso la partecipazione in Renovit, Snam rafforza il proprio impegno nella filiera della decarbonizzazione diffusa, estendendo il proprio ruolo oltre il trasporto di energia, fino alla gestione dell’efficienza energetica a livello locale e industriale. La sinergia tra l’expertise tecnica di Snam e l’approccio operativo delle Esco consente di scalare interventi su tutto il territorio nazionale, accelerando concretamente la transizione del Paese verso obiettivi Net Zero.

Cdp Equity, capitale paziente per lo sviluppo strategico dell’economia italiana

Cdp Equity è la holding di investimento del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, nata nel 2011 con l’obiettivo di sostenere la crescita di imprese italiane operanti in settori strategici per lo sviluppo industriale e tecnologico del Paese. La società effettua sia investimenti diretti, acquisendo partecipazioni in aziende rilevanti a livello nazionale, sia investimenti indiretti, attraverso la sottoscrizione di quote in fondi di private equity, venture capital, private debt e infrastrutture. Al 31 dicembre 2023, Cdp Equity gestiva 21 partecipazioni dirette e 20 fondi in portafoglio, con un attivo complessivo di 10,2 miliardi di euro. Tra le principali partecipazioni figurano Ansaldo Energia (99,6%), Fincantieri (71,3%) e Open Fiber (60%). Il suo ruolo è quello di investitore istituzionale di lungo termine, che affianca le imprese italiane nella realizzazione di piani di sviluppo, consolidamento industriale e innovazione, promuovendo la competitività e la resilienza del tessuto produttivo nazionale.



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